Finiamola

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Ho perso la cognizione del tempo. Stranamente sono ancora viva, nonostante io non abbia né mangiato né bevuto da circa... 3 giorni...? Non lo so, ho la testa troppo leggera per ragionarci su.
Non ho più emozioni. Questa è la mia unica certezza, oltre alla puzza che mi circonda dovuta alla scarsa igene.
Sempre nuovi graffi si formano sul mio corpo. Uso unghie e pietre per punirmi, talvolta dei rovi se ho la forza di alzarmi per raccoglierli.
Il dolore è l'unico modo per capire se sono ancora viva, per farmi percepire il cuore battermi, le lacrime bagnarmi le guance e il sangue caldo scivolarmi sulla pelle, macchiando le foglie secche su cui sono distesa. Forse è anche un tentativo per chiedere scusa al mondo del sangue altrui che ho versato... Non lo so. Io lo faccio e basta, tanto ragionarci sopra sarebbe inutile. Non riporterà in vita i miei genitori o Kan.
La voce che mi parla dentro la testa ormai è la mia unica compagnia.

Ho smesso di dormire.

Più di una volta mi è capitato di svegliarmi nel cuore della notte ricoperta da un liquido cremisi ancora fresco, dovuto ai tagli che mi auto-infliggevo durante la nottata di incubi.
Oppure mi risvegliavo vicino al fiume, come se mi dovessi buttare da un momento all'altro.

Ora non riconosco più la realtà dal sogno, a volte mi addormento senza accorgermene, per brevi attimi, e mi compare davanti quella raccapricciante scritta sul muro che era comparsa a casa di Kan...

ORA MI DIVERTO.

E subito dopo mi tornano in mente, nitide, le immagini di quella sera e insieme ad esse le sensazioni e le emozioni che ho provato...

Ora vedo Kan a un paio di metri da me; le cavità oculari sono vuote, il sangue cola come lacrime, scivolandogli sulle guance, e ha un coltello piantato nel petto. Con orrore e disgusto verso me stessa, riconosco il coltello; è quello che gli ha strappato via la vita, quello che ho impugnato l'ultima volta che l'ho visto, quello che ho usato per far smettere il suo cuore di battere...
Mi sorride teneramente e si avvicina.
Provo ad allontanarmi, ma sono troppo stanca per muovermi. Cerco di urlare, ma le mie labbra secche sono appiccicate fra loro.
Lui si sfila il coltello dal petto, facendo schizzare fuori del sangue scuro. Mi fissa un istante negli occhi, mantenendo quel suo dolce sorriso; ricordo ancora tutte le volte in cui l'aveva stampato in volto mentre mi consolava, insieme a Lana, dai miei dilemmi d'amore, che al tempo mi sembravano tanto importanti, mentre ora a confronto con quello che sto passando sembrano moscerini fastidiosi.
Kan lancia verso di me l'arma, pronta a colpirmi.
Chiudo gli occhi spaventata.
Sento un bruciore sul viso e quando riapro gli occhi il mio amico non c'è più.
Mi guardo intorno confusa.
In mano ho un rovo, le spine sono macchiate di sangue.
Mi sfioro col dito la guancia e quando lo ritraggo è macchiato di sangue.

È successo ancora...

Altri tagli si sono aggiunti al mio corpo, li sento bruciarmi sulla pelle. Sospiro, cercando di calmare i battiti del mio cuore.
Forse è il momento di farla finita.

Sento il rumore del fiume, non è lontano.

Mi ci potrei buttare dentro.

Oramai non mi importa più niente.

Tanto la mia vita può solo peggiorare...

Sento un rumore di passi alle mie spalle.
Forse è un altro incubo, oppure sono solo allucinazioni uditive dovute alla stanchezza.
Coi gomiti inizio a trascinare il mio corpo verso il suono dell'acqua che scorre.

I passi si fanno più vicini, fino ad essere affianco a me.

Non mi volto a guardare e vado avanti.

-Che fai?- la sua dolce vocina innocente sembra quasi rimbombare nel silenzio del bosco.

Il mio cuore perde un battito.

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