Non doveva andare così...

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Dire che sono nervosa non basta.

Sono terrorizzata a livelli assurdi.

Lancio uno sguardo alla candela dietro di me e la vedo a pochi centimetri dal mio piede. Sarebbe molto semplice farla cadere per errore.
Deglutisco con forza e torno a guardare la candela nera. Stranamente non sta sciogliendo la cera, sembra fredda e immortale. Ho la pelle d'oca mentre sento il signore parlare al demone in una lingua sconosciuta.
Sembra preoccupato.
Trattengo il fiato per l'emozione.

C-c'è qualcosa che non va...?

Mi aspetto un commentino sarcastico da parte del demone, invece sembra incapace di rispondermi.
Passano pochi secondi che sento un rumore provenire dalla cucina.
Mi giro di scatto, giusto in tempo per vedere una serie di lame di coltelli trafiggere la porta della cucina e restare lì incastrate a mezz'aria, con la punta indirizzata verso di noi.
Un brivido mi corre lungo la schiena, le mani sono madide di sudore e uno strano peso sul petto mi impedisce di respirare.
Guardo l'esorcista cercando di capire se è normale o meno, ma anche lui sembra sconvolto.
Sento il pizzicorio delle lacrime bruciare al fondo degli occhi, ma cerco di trattenermi.
Magari si risolverà tutto...

Il signore continua il dialogo con il demone, i suoi capelli sono appiccicati alla fronte dal sudore. Sembra si stia sforzando per mantenere il controllo. Guardo Lana, che sembra assorta nel loro dialogo, concentrata cerca di tradursi mentalmente le frasi.
Il signore inizia a parlare latino, anzi, ad urlare in latino.
La fiamma nera si fa più grande e minacciosa, mentre nella casa si sentono rumori di oggetti che cadono e vanno in mille pezzi, accompagnati dalle luci che si accendono e spengono da sole.
Dai quadri appesi in salotto iniziano a scendere rivoli di sangue, i bei prati colorati con colori vivaci diventano secchi e appassiti, mentre le foto di Lana da piccola iniziano a fissarci. Non è solo immaginazione, vedo benissimo i loro occhi spostarsi da Kan a me e viceversa, alcuni ci puntano addirittura il dito contro, come a ridere di noi.
Il labbro inferiore inizia a tremolarmi e la voglia di scappare è quasi impossibile da reprimere.
Il signore continua ad urlare in latino, senza curarsi dei vetri che si rompono, del sangue sul pavimento o del rumore dei coltelli che graffiano la porta della cucina.

Di botto tutto si ferma.

Il signore smette di urlare, il suo petto si alza e si abbassa velocemente per riprendere fiato.
Lana e Kan sono immobilizzati dalla paura.

Lana piange.

Kan si passa una manica della maglietta sul viso.

Io tremo come una foglia.

La luce delle candele getta ombre inquietanti sui nostri volti terrorizzati.
Sento una lieve corrente d'aria fredda scivolarmi sulle braccia, facendomi venire la pelle d'oca.
La risata sgradevole che tanto mi è familiare si propaga per la stanza, senza provenire da un punto preciso. Mi porto le mani sulle orecchie per non sentirla, ma è inutile, perché mi rimbomba nella testa.

La candela nera si spegne.

-Oh no... No! No! No! No!- dice l'esorcista, guardando la candela spenta con crescente preoccupazione e timore.

Io non oso parlare.

Lana sgrana gli occhi, capendo in quel momento cosa significasse la candela spenta.

Io non l'ho capito, so solo che è un brutto segno.
Attendo pazientemente che qualcuno me lo spieghi bene, ma non accade.

Stiamo tutti fermi e in silenzio, in attesa...

Ma in attesa di cosa?!

DI ME.

Quella voce mi tuona nella mente causandomi uno shock intenso.
Mi ero liberata di lui, ne ero stata certa fino a pochi minuti fa... Ma se così non è stato allora...

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