Vi prego ho bisogno di una fine.

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-Ora vedi di tornare in forze, che i giocattoli difettosi li odio.- mi ringhia contro, per poi uscire dalla stanza e lasciarmi sola.

È la terza volta che me lo dice dopo aver visto che non riesco a tornare in forze.
A lei non vado bene così.
Sono troppo debole, perdo i sensi in fretta, e il mio modo di reagire alle cose "non è più divertente" a detta sua.
Ma come potrebbe essere altrimenti?
Ho perso la voglia di vivere. Non ho più niente. La mia famiglia è morta, il mio migliore amico è morto e Lana... Beh lei era il demone.
Non mi ha ancora raccontato molto a riguardo e forse è meglio così, non credo che sarei in grado di metabolizzare un ulteriore shock.
Faccio un respiro profondo e l'aria fredda mi entra attraverso la gola secca nei polmoni, facendomi tossire. A quanto pare faccio abbastanza rumore per attirare l'attenzione di Lana, che rientra nella camera con una bottiglietta d'acqua. Me la lancia in faccia fissandomi con disgusto. Il mio naso inizia a sanguinare per via dell'urto e questo sembra metterla di buon umore, tanto che ridacchia piano. Quel suono mi riporta alla nostra infanzia, quando lei cercava di non ridere mentre giocavamo a nascondino e lei era fra quelli che dovevano nascondersi. Era sempre la prima che trovavo, perchè sentivo la sua risata delicata aleggiare nel cortile e ovviamente mi conduceva a lei, la mia dolce amica. Cosa era successo ora?

Perchè sei cambiata così?

Cambiata? Io? Hahahahahahahah! Ma fammi il piacere pazza che non sei altro! Ho recitato tutto il tempo, non lo capisci?

Sento qualcosa sbocciarmi dentro. D'improvviso ho nuovamente voglia di lottare. Sono stanca di farmi mettere i piedi in testa così facilmente! Il mio cuore inizia a battermi forte mentre digrigno i denti per la rabbia.

Tu non sei lei! Sei solo la sua brutta copia!

-Oh ma che dolce! La piccola Sara si è arrabbiata! Che c'è? Ti da fastidio vedere quanto poco basta per rovinarti la vita?- dice lei, con una voce che ricordava il suono di un vetro quando si infrange.
Mi fissa coi suoi occhi indagatori e poi mi fa un sorriso raccapricciante che va letteralmente da un orecchio all'altro. Le labbra diventano due linee sottili che lasciano vedere una fila di denti aguzzi, seghettati come quelli degli squali. Mi viene la pelle d'oca e inizio a tremare. Non capisco più nulla, la rabbia e la paura si mischiano mandandomi in tilt il cervello. Ora sì che sto impazzendo.

-Piccola Sara...- quando parla mi si blocca il respiro. La sua voce sembra sdoppiata, come se a parlare fossero due persone in contemporanea: il demone e la mia cara amica, Lana.

Smettila di pensare così! Ormai di dolce in lei non c'è niente! Il demone l'ha presa.

-Davvero ancora non l'hai capito?!- non cerca neanche di nascondere l'irritazione. Si avvicina a grandi falcate, col viso contratto in un'espressione di pura rabbia. Mi tira un calcio nello stomaco che mi spedisce dall'altro lato della stanza che tanto mi ricorda quella di un'ospedale. I polmoni mi si svuotano di colpo, mentre il mio corpo va a sbattere contro il muro e il respiro si blocca. Inizio a boccheggiare a vuoto, alla disperata ricerca di aria, mentre le mattonelle del pavimento su cui ora sono distesa inerme diventano sempre più offuscate dal velo di lacrime che mi copre gli occhi e che comincia lentamente a scivolarmi lungo le guance sotto forma di gocce salate.
Lana si avvicina a me col disgusto dipinto in faccia, mentre mi guarda dall'alto in basso come se fossi un animale destinato al macello.
Io non riesco ancora a respirare e vado nel panico. Mi dimeno e mi porto le mani alla gola nel tentativo di "sbloccare" quella specie di tappo che mi sento premere contro la pelle, mentre il mio corpo è percosso da spasmi che non riesco a controllare. Lana si china davanti a me e porta una mano sui miei occhi, impedendomi di vedere qualsiasi cosa al di fuori del nero.

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