Sorpresa

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Mi sveglio dopo una nottata di incubi nella camera da letto di Kan. Ho i capelli appiccicati al viso e al collo per il sudore. Deboli raggi dell'alba filtrano attraverso le tapparelle semichiuse, lasciando la stanza in una penombra inquietante.
Il mio occhio si punta nell'angolo più buio della camera, vicino alla porta. Vedo una sagoma, che lentamente diventa sempre più familiare, fino a trasformarsi in quella dell'esorcista; mi fissa immobile, con lo sguardo vuoto di chi ha perso tutto, e dalle labbra socchiuse gocciola un liquido scuro, probabilmente del sangue. Non ha bisogno di parlare, perché so benissimo cosa vuole dirmi:
"È colpa tua... Perché me lo hai fatto fare? Sono morto per te... E... E tu non hai fatto nulla"

Io non potevo fare niente... Mi dispiace, davvero...

In realtà potevi fare qualcosa, avevi la candela dietro di te, avresti potuto lanciarla contro al mio amico. Ma... A quanto pare non l'hai fatto... E ora lui ne paga le conseguenze.

Mi avevano detto di non spostarla!

Ti avevano anche detto che sarebbe bastata una seduta per togliermi di mezzo e invece... Eccomi qua!

"Non hai fatto niente per me... Mi hai sacrificato! Mi hai trattato come carne da macello!"

Non è vero! Io non volevo che finisse così! Non pensavo che saresti morto!

Non pensavo... Non volevo... Non potevo... Però alla fine è andata così e tu non hai fatto nulla. Smettila di nascondere quello che hai fatto! Sei stata tu il vero mostro ieri!

"Cosa ti ho fatto? Hai deciso che meritavo una morte del genere...?"

Io non so più cosa rispondere; il senso di colpa mi lacera il cuore.
L'esorcista esce dall'angolino buio, lasciandosi illuminare il volto pieno di tagli, lividi e sangue secco.

"Guardami. Perché mi hai condannato a questo?"

Con le braccia si trascina verso di me. Ha le unghie rotte e sanguinanti, come se avesse cercato di scavare nella roccia. Le sue gambe sono piegate al contrario, come quelle di un fenicottero; è una posa così innaturale per un umano che mi fa salire un conato di vomito.

"Non guardarmi con così tanto ribrezzo. Ti ricordo che è colpa tua se sono ridotto così"

Le braccia gli cedono e lui cade sbattendo il mento per terra. Ora gli vedo la schiena: un animale deve avergli strappato la carne, a morsi così profondi da lasciare intravedere le costole e la colonna vertebrale. La ferita si è infettata e ha assunto un orribile colorito giallognolo, che però non infastidisce le milioni di larve che gli divorano la pelle, strisciando fra ossa e uova non ancora schiuse.

Sento la bile salirmi in gola di fronte a quello spettacolo.

L'uomo si avvicina ancora, il suo respiro si fa pesante, interrotto a volte da dei colpi di tosse.
Ora che è a meno di un metro da me riesco a sentire la sua puzza di cadavere, è così intensa che non capisco come ho fatto a non accorgermene prima.

"Sono riuscito a scappare sai? Ora sono di nuovo qua, sono di nuovo vivo! Però devo sostituire la mia assenza con qualcun altro, o si accorgeranno che manco. Tu saresti perfetta! Una ragazzina giovane e forte!"

Mi si avvicina ancora.
Tende il braccio ossuto verso di me.
Io mi copro con le coperte fin sopra al naso, cercando di non respirare quella puzza tremenda.

"Forza bambina, vieni con me"

Chiudo gli occhi per la paura.

Sento il suo respiro contro la mia pelle; è vicinissimo.

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