Terminata la cena, i tre ragazzi si diressero in sala comune.
Hermione, malgrado non volesse pensare enfaticamente alle parole di Silente, il discorso le ripercorreva la mente. C'era qualcosa di strano in tutto ciò e conoscendo il preside, nulla era lasciato al caso e ogni parola aveva un secondo fine.-Hermione, sei distratta stasera, a cosa pensi?- Chiese il suo migliore amico Harry distraendola dai suoi pensieri.
La Grifoncina che fino ad allora aveva avuto gli occhi fissi in un punto della stanza, scosse la testa in modo tale da scacciare via tali pensieri.
Sebbene ciò, un istante dopo confessò.
-Sto cercando di capire ciò che intendeva dire Silente durante la cena, è stato un discorso strano. Geniale certo, ma strano... Non credete?-Domandò loro, in cerca di una conferma ai suoi dubbi.
-Per me sei solo paranoica.- Intervenne Ron sbadigliando.
-Buonanotte e a domani.- Concluse prima di lasciare la stanza e raggiungere il dormitorio.A volte era così menefreghista e superficiale, eppure persino Harry concordò con il suo amico.
-Forse ha ragione Ron questa volta, non prendertela Hermione ma Silente è solito fare discorsi ambigui ed enigmatici.- Si fermò per qualche secondo per decifrare l'espressione della compagna e il suo viso corniciava un volto sconsolato.
Harry le accarezzò la spalla e aggiunse -Ora andiamo a letto e non pensarci, ci sono cose ancora più grandi che richiedono la nostra attenzione. Buonanotte Hermione, a domani.--Buonanotte Harry.- Rispose Hermione, che fino ad allora non si era ancora convinta di quanto avevano detto i suoi amici.
Il suo compagno nel frattempo era già andato via.La ragazza rimase lì ancora un po' assorta tra i suoi pensieri e lentamente, si addormentò.
***
"Cosa misteriosa il tempo: potente e, quando ci s'intromette pericolosa."
Hermione si svegliò di scatto, confusa, aveva udito tali parole nel suo breve ma intenso sonno. Non riusciva ancora a capire.
Era tarda notte e si alzò per raggiungere il suo dormitorio quando notò, ai piedi della porta un aggeggio che aveva un non-so-che di familiare, affiancato da un bigliettino.
Hermione si piegò per prenderlo e riconobbe subito l'oggetto in questione. Era un giratempo, impostato al 1943 e il pezzettino di carta diceva:"Se avrà successo, più di una vita innocente verrà risparmiata. Oh... dimenticavo, un click dovrebbe bastare."
Ora era tutto chiaro.
Silente voleva che solo lei dovesse comprendere il messaggio, affinché potesse riuscire nel compito da lui affidato.
-C'è qualcosa che vuole che cambi...- Sussurrò a se stessa.
Hermione non era più confusa, aveva capito tutto e dopo suddetti indizi, aveva realizzato che non c'era più tempo.
Doveva andare, doveva ritornare indietro nel tempo. Doveva farlo per tutti coloro che amava e che avevano sofferto inutilmente. Doveva salvare delle vite preziose.
Avrebbe portato a termine questo compito, a qualunque costo.
Pensò ad Harry e Ron, a Ginny, ai suoi genitori. Pensò persino al furetto Malfoy, a come sarebbe stato in caso le cose fossero andate diversamente.
Non dormì per tutta la notte, tormentata da questi pensieri e in più, elettrizzata per la missione pericolosa.
Non ci credeva ancora.
"Silente, un mago straordinario, come poteva affidare ad una ragazza un compito come questo?!" Pensava sorprendendosi di ciò."Io affiderei a lei la mia stessa vita."
Udì quelle parole, in un soffio lieve ma deciso.
Hermione si guardò intorno eppure non vi trovò nessuno. Sorrise all'idea che il preside potesse pensare davvero una cosa del genere e, per un istante azzardò a sentirsi speciale, ma subito dopo scacciò via quell'idea inappropriata.
Decise che era meglio prendere il necessario e partire, nonostante avesse riposato poco e niente. Non era la sua notte, non poteva dormire. Non voleva.Prese l'occorrente e raggiunse il cortile d'ingresso pronta per lasciare il suo tempo.
Si voltò verso la scuola con uno sguardo tremendamente perso e sospirò.
"Arrivederci o addio?" Domandò a se stessa, consapevole del fatto che non avrebbe ricevuto risposta alcuna. Il destino del mondo magico dipendeva da lei.Estrasse il giratempo dalla tasca inferiore e dopo un lungo respiro per prendere coraggio, fece un click sull'aggeggio.
Improvvisamente fu circondata da una serie di immagini, ricordi che viaggiavano attraverso la ragazza ad una velocità incredibile.
Dopo un bel po' di minuti il tempo si fermò. Ce l'aveva fatta, ora si trovava finalmente nel primo di settembre del 1943.Un preoccupante pensiero le attraversò la mente: come avrebbe potuto camuffarsi nei panni di una studentessa di quei tempi?
Erano le 11 del mattino, Hermione raggiunse l'interno della scuola. Non era molto cambiata dal suo anno.
Camminava per i corridoi, in cerca di qualcosa o meglio qualcuno che l'avrebbe aiutata. Le sue preghiere furono esaudite.
Scrutò una sagoma familiare uscire da una stanza. Finalmente riuscì a trovarlo, o meglio fu lui a trovare lei.-Signorina Granger, la stavo aspettando. Prego, mi segua.- Disse una voce alquanto soave.
Era Silente che aveva un aspetto un po' più giovanile del previsto.
-Ma signore, professor Silente! Come fa a sapere del mio arrivo?!- Urlò più delicatamente possibile la ragazza, confusa e ancora immobile. Non ricevette risposta alcuna, di conseguenza si affrettò a seguirlo aumentando il passo per raggiungerlo.
Silente aprì una porta, doveva essere il suo ufficio, incitando la fanciulla ad accomodarsi. Lei lo assecondò e l'uomo prese velocemente il suo posto dinnanzi a lei."Non gli sfugge niente a quello." Pensò guardandosi intorno.
L'ufficio era stile Silente, un po' più antiquato e notevolmente più piccolo.-Oh, non faccia quello sguardo confuso signorina Granger. Le spiegherò tutto quello che deve sapere.- Si affrettò a precisare il professore notando l'aria disorientata della ragazza.
-L'ascolto.- Rispose Hermione con attenzione e calma.
In verità, dietro quella calma si nascondeva una forte curiosità.-Bene. Signorina Granger, ho provveduto personalmente al suo guardaroba, alla sua lista di libri e alla sua iscrizione ad Hogwarts. Il suo arrivo era previsto da un bel po' e sapevo non si sarebbe tirata indietro. Ci aspettiamo grandi cose da lei.- La guardò attraverso i suoi occhiali a mezzaluna per decifrare l'espressione smarrita della ragazza.
-Signore, se posso... com'è possibile che lei sappia?- Azzardò a chiedergli con un filo di inquietudine nel tono di voce.L'uomo la guardò accennando un mezzo sorriso.
-Un aiuto verrà sempre dato ad Hogwarts, a chi ne farà richiesta. O in questo caso a chi se lo merita.-Pronunciò quelle parole con la consapevolezza di non aver eliminato i dubbi della ragazza che lo guardò ancora più confusa di prima.
-Ora vada, deve arrivare in tempo per la cerimonia dello smistamento.- Si affrettò a congedarla non aspettando neanche una sua risposta.
D'altro canto, la ragazza, non sapeva cosa dire e pensare.
Uscì dall'ufficio di Silente camminando per i corridoi dirigendosi verso la sala Grande, smarrita e impacciata.
Fu troppo tardi quando si accorse che andò a scontrarsi contro qualcuno.
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IL PECCATO DELL'AMORE {Tomione}
Fanfiction«Il corpo pecca, ma una volta che ha peccato ha superato la sua colpa perché l'azione è una forma di purificazione: nulla più rimane se non il ricordo di un piacere o la voluttà di un rimpianto. L'unico modo per liberarsi di una tentazione è di abba...