Capitolo dodici

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Il tempo è un periodo passeggero, sfuggente, fondamentale. Non è vero che le giornate sono tutte uguali, ogni giorno è un nuovo giorno. Un attimo prima si è alle stelle, mentre un attimo dopo alle stalle.
È così che dev'essere: la vita ci inganna, sazia noi di futili speranze destinate al diavolo, di promesse infrante, e specialmente di sentimenti ingiusti. Siamo tutti sulla medesima strada, stesso cammino; illusi di infecondi auspici, desiderosi che il dì possa estromettere il lato negativo delle cose, tuttavia ugualmente abbagliati dal miraggio di vivere un'esistenza serena.

Quella mattina nulla variò, le emozioni della sera precedente ripercossero il corpo della fanciulla, provocandole in maniera estrema, piccoli infidi brividi. Sensazioni occulte, quasi precoci di potersi manifestare così apertamente in un breve periodo di tempo, piaceri e voleri urgenti, una specie di occorrenza terminale.
Così, riuscì fiaccamente ad abbandonare le coperte, quindi svegliarsi del tutto, per poi prepararsi ad uno dei tanti nuovi giorni.
Mentre si infilava la divisa e si guardava tremante allo specchio, le sfuggì una lieve lacrima dettata dal fatto che il suo stomaco, comincio ad emettere capriole a causa di ciò che magari poteva attenderla. Ebbene sì, aveva paura. I suoi occhi gonfi erano la prova di una notte insonne, le sue guance delicatamente rosee le destavano un'aria affranta, incapace di poter compiere un'azione, come se non bastasse i capelli quella mattina erano più indomabili che mai.
Era semplicemente un disastro e non sapeva se avesse potuto sopravvivere nelle prossime ventiquattr'ore.

-Santo cielo! È passato un uragano per caso?- sbottò Alys sorpresa, spalancando la bocca e portandosi una mano su essa.
-Spiritosa- esalò in un mugugno sarcastico Hermione, nell'intento di potersi dare una sistemata.
-No sul serio, cosa ti è capitato?-
-Non lo... Etciù!- provò a dire qualcosa ma starnutì improvvisamente. -Cavoli, ci mancava solo questa- confabulò ad alta voce tra sé.
L'altra ragazza, si schiarì la voce prima di poterle rivolgere la parola. -Se non ci fossi io...- le disse, mentre estraeva qualcosa dal suo cassetto.

Hermione si volse nuovamente verso lo specchio col naso arrossato, predisposta ad emettere un altro starnuto che soppresse con una mano.

Dannazione.

-Dov'è Dorea, comunque?- chiese con voce smorzata, cercando di distrarsi.
-È già scesa a far colazione- rispose l'altra mentre le porgeva un'ampolla con un liquido viola.
-Dovrei sapere di cosa si tratta?- domandò la Granger, arricciando il naso.
-Bevilo tutto- ordinò l'amica. -Fidati di me-

Un po' titubante, Hermione annusò la sostanza: aveva un odore gradevole, infatti emanava un profumo di fiori esotici, selvatici.
Portò il liquido alla bocca ingerendolo piacevolmente, per poi assumere in espressione stralunata.

-Allora?- si rivolse ad Alys accigliata, senza capire a cosa potesse servire ciò.
-Su guardati-

Eseguì abbondantemente curiosa quanto detto per poi voltarsi e constatare l'aspetto.
La sua chioma aveva assunto dei ricci morbidi e idratati, le sue gote erano di un colorito sobrio, in misura con la carnagione candidamente lattea che possedeva. Le labbra, vellutate e lucide, infine gli occhi che spiccavano di luce propria, contemplati da quelle ciglia più lunghe e voluminose.
L'effetto della pozione era stato modestamente semplice, raffinato, bensì rivelasse sulla fanciulla un aspetto davvero incantevole. Era bella, non risultava volgare né tanto meno curata al massimo. L'incantesimo si era adattato in un certo senso, ai suoi lineamenti.

-Ti piace?- domandò speranzosa Alys, osservandola anche compiaciuta. -Sei un incanto pazzesco-
-Ma... Come hai fatto?-
-Mia nonna era un'abile pozionista- comunicò fieramente per poi proseguire. -Peccato che questo talento non sia stato ereditario, nel mio caso. Ad ogni modo, ho diverse scorte di questa pozione, per cui quando potrebbe servirti...- lasciò in sospeso la frase, rivolgendole un occhiolino malizioso.
-Alys Fitch!- rimproverò Hermione divertita.
-Che c'è?- chiese fintamente innocente, dedicandole uno sguardo d'intesa. -Le voci corrono, sai-
-Non so di cosa tu stia parlando- esordì falsamente la strega, mentre sfiorava i suoi capelli.
-E dai, lo sanno tutti! Tu e Ridd-
-Non c'è niente- la ammonì rapidamente.-Un bel niente-
-Non ci credo neanche per un secondo- disse fermamente Alys divertita nel metterla in difficoltà. -Posso solo consigliarti di prestare attenzione-
-Per quale ragione possibile?- domandò curiosa Hermione, al fine di capire cosa sapesse l'amica.
-Non avevi detto che non c'era niente?-
-Al diavol... Etciù!-
-Beh, per il raffreddore non posso fare nulla ma scommetto che in infermeria dispongano di qualche antidoto- affermò ancora divertita per poi salutarla sorridente con un gesto della mano e scendere le scale.

IL PECCATO DELL'AMORE {Tomione}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora