Capitolo diciasette

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Il fuoco brucia gli animi più puri, sino a farli divenire letali.
Dolce come il profumo di orchidee perlate, selvaggia come le foreste in pieno inverno, indomabile come un leone.
E infine letale, come una serpe.
C'era della bellezza in quella genuina corazza che armeggiava con audacia, eppure l'oscurità primeggiava imperterrita, simile ad una splendida radura ombreggiata da fulmini e temporali.
La paura di profanare ciò che di più grande possedeva, si rivelò essere oltremodo che immensa.

Novembre fu uno dei periodi più quieti e monotoni, tanto che gli studenti di Hogwarts, a causa della noia, passarono più tempo sullo studio, anche per godersi a pieno il mese successivo, nonché dicembre.
Quelle giornate piovose contribuirono a rendere le ore più lente e uguali, di fatto la voglia di compiere delle uscite pomeridiane fu perlopiù ridotta.

Tom Riddle quella sera, sedeva elegantemente su di una poltrona, nella Stanza delle Necessità, carezzando amorevolmente il suo serpente.
Pensieroso e impaziente, muoveva meccanicamente la gamba accavallata, mentre la sua mascella contratta, donava lui un'aria spregevole.

-Mi cercavi?-

Una voce riecheggiò nella stanza, e nel frattempo dei passi sin troppo calmi lo stavano raggiungendo.

-Abraxas- sussurrò Tom inferocito, continuando a coccolare la serpe. -Finalmente- un ghigno malefico comparve sul volto.
-Qualcosa non va?- chiese lui, avanzando cauto ma al tempo stesso, tranquillo.
-Mi è parso di vederti in piacevoli compagnie la notte di Halloween- iniziò, battendo i polpastrelli sul braccio della poltrona. -Deduco tu voglia dire qualcosa a riguardo-

Abraxas assunse un'espressione confusa che sostituì subitaneamente con una decisa.

-Tom... Credi davvero possa compiere un atto simile?- domandò il ragazzo senza ricevere risposta alcuna. -Fratello mio, ho stretto un patto con la Granger-
-Di quale patto si parla?-
-Volevo che la Rosier provasse gelosia verso di me, quindi ho pensato che invitando Hermio-
-Non hai pensato a chiedermi il permesso però- rimproverò, stringendo i pugni fino a far diventare bianche le nocche.
-Non l'ho ritenuto necessario- confidò intimidito, abbassando di poco lo sguardo. -Voleva anche lei far ingelosire te-

Il moro per un minutissimo attimo, spalancò gli occhi piacevolmente sorpreso, bensì subito dopo, riprese a contornarsi di quell'aura spietata che tanto gli si addiceva.

-Quando pensavi di condividere con me tale notizia?- riprese subitaneamente, alzandosi dalla poltrona.
-Tom...- Malfoy lasciò in sospeso la frase, accorgendosi del fatto che il ragazzo gli si fosse parato davanti, estraendo la bacchetta.
-Crucio- recitò, facendolo piegare ai suoi piedi.
-Perché lo fai?- sbottò il biondo, contorcendosi da dolore.
-Perché parli troppo e non concludi niente- disse avido, come l'Oscuro Signore che un tempo sarebbe divenuto.
-Tom, io sono tuo alleato!- esclamò sforzato, cercando di alleviare quella tortura.
-Crucio!- ripeté, questa volta con più astio.
-Sono tuo amico- mormorò esausto e tremolante, sorpreso e sofferente.

D'altro canto Tom lo lasciò lì per terra con nient'altro che dolore e nel contempo la sua ombra svanì, assaporando rigorosamente il male ch'egli stesso stava creando.

Nella Sala Comune dei Serpeverde contrariamente, vi era in atto uno di quei festini dopo cena, tenuti a svolgersi a causa della noia giornaliera che tormentava gli studenti.
Quasi tutti i membri delle casate certamente non mancarono all'appello, tanto che il clima caotico che si formò in quell'ambiente, risultò essere notevolmente fastidioso.

Hermione stanca della monotonia e stressata per ovvi motivi, decise di concedersi almeno per una volta, ad un lieve divertimento.
Così quando seppe della festa, non ebbe obiezioni a riguardo, a tal punto da andarci di sua spontanea volontà.
Le due compagne ne rimasero sorprese, malgrado non si fecero scrupoli ad assecondarla con facilità.

IL PECCATO DELL'AMORE {Tomione}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora