Capitolo diciotto

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Il buio si impossessa del tenue spiraglio di luce che l'essere umano possiede.
Nel mentre, una coltre di nubi offusca i tiepidi spiriti devoti alla bontà, tuttavia tentati spericolatamente dal peccato dell'amore.
Il peccato dell'amore.
Insaziabilmente sfuggente e rovente, esattamente come un qualcosa di impervio e intangibile, soffocato dal tragico momento in cui si soccombe alla istigazione.
Certi allettamenti sono così piacevoli che sarebbe un peccato non peccare.
Dunque perire diviene la soluzione più gradita, in quanto il maggior volere di un umano, non è altro che trasgredire dalla normalità affinché possa accedere nell'oblio e conoscere i più abissali segreti dell'ignoto.

"C'è un fascino per il proibito che lo rende indicibilmente desiderabile."

Ed un amore come quello, superava oltre ogni confine, sebbene ancora non sapessero ambedue le parti, cosa provassero precisamente.
Non c'era mai stata indifferenza, non per davvero. Sentivano cose forti l'un l'altro, bensì rifiutavano animatamente di ammetterlo o di anche solo provarci.
Ma la rabbia, la collera e la disperazione, non lasciava spazio alla positività, tanto da perdere il lume della ragione.

Tom Riddle era stato furtivamente ferito e preso in giro da una sporca ragazzina di cui non conosceva neanche le origini. Ciò che rimaneva da fare, non era altro che vendicarsi di quest'assurda messa in scena costruita con furbizia.
Si sentiva incredibilmente ingannato ed usato, quando era lui di solito, a comportarsi in tal modo nei riguardi delle ragazze.
Quella strega meritava una punizione immemorabile per ciò che aveva osato compiere, tuttavia almeno questa volta, era necessario pensare per bene a cosa fare e valutare nei più lucidi dei modi, la situazione. Stava infatti, per reagire d'impulso, e quest'ultimo, l'avrebbe mandato da lei per torturarla o seviziarla. Eppure, l'attimo di follia fu di breve durata, difatti non agì immediatamente.
Una punizione lenta e dolorosa l'avrebbe certamente attesa, senza alcun esito. L'unica mancanza derivava dal fatto di ciò che le avrebbe potuto infliggere. La conseguenza risultava essere talmente fondamentale che richiedeva del tempo.
Un lieve momento di maestosità causò in lui un pensiero singolare ma al contempo pericoloso; e se fosse tornato avanti negli anni, nell'epoca in cui risiedeva la Granger?
La curiosità lo stava innegabilmente divorando, ma sapeva che quella poteva essere una mossa avventata, motivo per cui realizzò che attualmente, era meglio lasciar perdere.
Tempo al tempo.

***






-E ricordate, una volta aggiunto del Biancospino, la pozione sarà perfettamente terminata!-

Il Professor Lumacorno concluse in modo impeccabile la lezione, accorgendosi impensierito che la sua nuova cocca, non avesse seguito usualmente la lezione.

-Signorina Granger, qualcosa ti turba?- domandò leggermente inquieto.
-No Signore, sono solo un po' stressata... Tra studio e doveri da Prefetto... In più devo occuparmi del ballo di Natale- improvvisò, nonostante fosse tutto veritiero, ma certamente non era quello il motivo che la portava a distrarsi.
-A tal proposito!- esclamò il professore cambiando d'un tratto umore. -Voi prefetti organizzerete il ballo che si terrà la notte del ventiquattro, mentre sarà mia premura ospitare voi studenti speciali e appassionati della materia, alla mia festa intima che avrà luogo una settimana prima di Natale-
-Sarà un piacere...-
-Dunque, affido a te l'incarico di condividere la notizia con gli studenti selezionati, già sai quali. Oh, specialmente Riddle, oggi stranamente è mancato a lezione- si accorse al momento, guardandosi intorno. -Confido nelle tue buone doti- concluse, abbandonando l'aula.

La strega, totalmente intontita e pensierosa, si prese carico di questa responsabilità rispettando giustamente i suoi doveri. La mente però, ripercorreva la scorsa notte, quando Malfoy l'aveva avvertita di stare in allerta per Riddle, e ciò non prometteva nulla di buono.
Che fosse successo qualcosa?
Non l'avrebbe mai saputo con sicurezza.
Erano trascorsi tre mesi da quando cominciò quella epocale missione, il tempo non dava sufficientemente spazio. Lungo, con durata così breve.
La fine di Novembre fu ben notabile, la neve attecchì facilmente al suolo, ed Hermione osservò tutto ciò dalla finestra illanguidita di quell'antico castello fortificato e gotico.
Aveva appreso a sue spese, di provare un sentimento forte nei confronti di Tom, percepiva emozioni sovrastanti quando gli stava vicino, attimi idilliaci, quasi impossibili. A prescindere da ciò, era tristemente consapevole del fatto che non avrebbe avuto alcun futuro con lui, anche perché una relazione normale non rientrava nei suoi standard. Eppure quel poco che loro stessi avevano fondato, poteva considerarsi una specie di rapporto deviato e instabile. Il solo fatto di aver costruito qualcosa, seppur estremamente squilibrante, evinceva un cambiamento radicale.
Hermione in ogni caso, non si era dimenticata di ciò che lui le aveva fatto, soffocava quelle riflessioni a tal punto da farle svanire. Ciò che non si spiegava  e che quest'ultime, ritornavano a tormentarla, come se quello che provasse non fosse un'infatuazione passeggera, bensì solo l'assaggio di un inizio che non avrebbe avuto un lieto fine. Per lei no di certo.
Condannata e stremata, manifestava la sua disperazione al vuoto esistenziale, alla stretta solitudine che ormai le era dolcemente amica. Desiderava ardentemente che le cose fossero facili, aveva sempre saputo che la vita le riservasse grosse difficoltà, ma non tal macigno. Il peso del compito che doveva svolgere era paradossale, incideva sul futuro del mondo magico, per questo si era fatta carico di una responsabilità immensa.
Voleva parlare nuovamente con Abraxas, lui era l'unico con il quale avrebbe potuto sfogarsi. Strano da dire, una mezzosangue che cerca insistentemente un Malfoy?
Se solo lo avessero saputo Harry e Ronald, sarebbero morti letteralmente per lo spavento... Ma non erano più li, chissà se un giorno li avrebbe rivisti, desiderava tanto dire loro quanto le mancavano quelle giornate in cui si rinchiudevano in biblioteca alla ricerca del prossimo pericolo che avrebbero affrontato. Erano una squadra, nonostante Hermione si occupasse continuamente della parte teorica, in quanto genio dello studio, ma a lei andava bene così.

IL PECCATO DELL'AMORE {Tomione}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora