Victoria non sembrava intenzionata a parlargli.
-Vics... Non intendevo quello che ho detto...-
Niente.
-Non preferisco andare a mare piuttosto che star con te...-
Altro silenzio.
-Vics, ti prego... Preferisco mille volte stare con te...-
La ragazza continuava ad ignorarlo.
-Victoria ti amo-
La ragazza perse un battito, mentre si girava verso il surfista che prontamente la baciò. Sarebbe rimasto un bacio casto, dolce se la maglia della ragazza non si fosse accidentalmente incastrata in una fessura dello schienale del letto, strappandogliela di dosso sempre accidentalmente. Il ragazzo non si trattenne e iniziò a baciarla ovunque, facendola gemere di piacere. Ringraziarono entrambi la camera insonorizzata. Hurley le sfilò il pantaloncino, mentre la ragazza gli levò la maglia e iniziò a graffiargli la schiena mentre si baciavano. Il ragazzo emise qualche gemito di dolore mentre si levava il pantalone e i boxer. Victoria si fece levare le mutande, e lo graffiò nuovamente quando iniziò a penetrarla. Hurley le accarezzò il volto, promettendo di far piano. E infatti fu così. I due continuarono a baciarsi, ignorando il fatto di aver scopato senza le precauzioni.-Vics resta incinta, lo so già- commentò Martina guardando le riprese.
-Povera, non è riuscita a tenergli il broncio quanto avrebbe voluto- aggiunse Liria.
-Io ve l'avevo detto che serviva una bella scopata- disse Vale.
-L'idea di romperle la maglietta è stata eccezionale- si complimentò Liria.
-Grazie, lo so--Aitor non pensi di star esagerando?- chiese Gabi.
-No. Mia sorella è imprevedibile. È impossibile esagerare, con una furia come lei-
-Le ragazze la staranno tranquillizzando-
-Sono comunque preoccupato-
-Prova a rilassarti. Anche perché pure tu hai paura-
-Non è vero-
Aitor sobbalzò all'ennesimo rumore, e poi guardò Gabi.
-Non ho paura-
-Allora perché ti spaventi ad ogni minimo rumore?-
-Non mi sto spaventando ad ogni minimo rumore-
Il verso di un serpente risuonò nella stanza, e Gabi si ritrovò un Aitor tremante in braccio.
-Ti fanno proprio paura, eh?-
Aitor non rispose, mentre lacrime calde gli bagnavano le guance. Il verso del serpente si faceva sempre più forte, ma di esso neanche l'ombra.
-Aitor non c'è nessun serpente... Sarà uno scherzo...- provò a tranquillizzarlo il rosa, ma il minore non ne voleva sapere. Non lo stava ascoltando, stava semplicemente lottando con se stesso nel tentativo di non correre via da quella villa urlando. Gabi lo fece sedere sul letto, prima di inginocchiarsi davanti a lui per essere alla sua stessa altezza. Gli asciugò le lacrime, accarezzandogli il volto, mentre il verso del rettile cessava.
-Calmati, Aitor. Non c'è nessun serpente. Sarà stato uno scherzo di cattivo gusto-
Il turchese arrossì leggermente al contatto, ma non disse niente. Si limitò a fissare negli occhi il rosa, che pian piano gli si avvicinò, facendo sfiorare i loro nasi, per poi unire le loro labbra.-Chiudi quella boccaccia- sbottò Michael.
-Fammela chiudere tu- disse Doug in tono malizioso, prima di piegarsi in due dal dolore, per via di un pugno nello stomaco da parte del più basso.
-Si può sapere perché sei così violento? Prima non reagivi così- chiese, prima di sgranare gli occhi vedendo che Michael stava piangendo.
-Perché sono così violento... Sei serio?! Te ne sei andato! Hai lasciato tutto e tutti! Mi hai abbandonato cazzo! Hai idea di quanto io ci sia stato male?! Non hai più provato neanche a cercarmi pur sapendo che io non lo avrei fatto!! Te ne sei fregato e ora te ne vieni in questa cazzo di vacanza e ti comporti come se niente fosse accaduto! Mi hai preso per un fottuto giocattolo di merda?!-
-Mike...-
-MIKE UN CORNO!- disse guardandolo con uno sguardo pieno d'odio.
-Mi dispiace-
-Certo, e io ci credo anche-
-Hai ragione. Non posso neanche immaginare come tu sia stato ma...-
-Puoi fartene un idea-
Il tono dell'azzurro era inespressivo, mentre gli mostrata un taglio ben evidente sul polso. Doug sgranò gli occhi vedendolo, sentendosi tremendamente male sapendo di esserne la causa. Gli si avvicinò, sedendosi a gambe incrociate per terra per poter essere alla sua stessa altezza, nonostante fosse comunque qualche centimetro più alto. Gli sfiorò il polso con le dita, prima di guardarlo.
-Non devi più farlo. Non per colpa di un idiota come me-
-Come se t'importasse davvero-
-Sei l'unica cosa di cui m'importi-
-Perché non mi hai cercato?-
-Avrei voluto. Ma avevo paura-
-Di cosa?-
-Che fossi incazzato per essermene andato. Avevo paura che non mi avresti perdonato- spiegò prendendo il suo volto tra le mani e asciugandogli le lacrime con i pollici.
-Pensavo non te ne fottesse un cazzo di me...- sussurrò Michael, abbassando lo sguardo. Doug, in risposta, gli mise due dita sotto al mento, alzandogli il volto, per poi baciarlo.
-Mike... Sei l'unica cosa di cui davvero m'importi. Sei tutto ciò che di più bello io possa avere e ti amo-
L'azzurro perse un battito, fissandolo negli occhi, mentre il rossore si espandeva sulle sue guance. Biascicò qualche verso, non riuscendo a parlare.
-Non devi dirmelo ora, va bene? So che non sei pronto e non mi aspetto che tu dica niente, puffo. Dì solo che sei mio, perché ti giuro che non ti lascerò più-
Michael lo abbracciò, nascondendo il volto nell'incavo del suo collo.
-Sono tuo- sussurrò, diventando rosso, mentre il maggiore gli accarezzava i capelli sorridendo di cuore, dopo tanto tempo.
-Però non lasciarmi più... Ti prego...-
-Non lo farò, puffo-Martina saltellava per tutta la camera, al buio.
-Sta sclerando così da tre ore e mezza- commentò Vale. Infatti erano passate esattamente tre ore e trenta minuti, da quando avevano visto Aitor e Michael baciarsi con i ragazzi che amavano. Ed erano esattamente tre ore e trenta minuti che Martina saltellava.
-Lasciala sclerare- disse Liria continuando a riguardare le riprese con gli occhi a cuoricino, insieme alla corvina.
-Almeno non ha paura-
-Vero-
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Cupids
FanfictionLa grande Inazuma Japan, la Raimon, e qualche amico al di fuori delle due squadre passeranno una vacanza all'insegna del relax. Ma ovviamente c'è sempre chi vuol far nascere l'amore, no? Certe persone impiegano troppo tempo per dichiararsi soli, avr...