35- Debolezza

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Il giorno dopo la partenza di Mark, iniziarono gli allenamenti gestiti da Jude e da Cancer; lei aveva deciso di lasciare carta bianca all'amico per capire cosa intendeva per allenamento: solo palla, palla e esercizi o solo esercizi?
I ragazzi si beccarono l'ultima opzione per tutto il giorno.
Flessioni.
Squat.
Raccoglimenti.
Salti laterali sopra ad un ostacolo.
Corsa con attaccato un pneumatico.
Mantenimento dell'equilibrio.
Corse attorno al campo.
Andarono avanti fino alle 18:40.
Jp e Wanli furono i più bersagliati in quei due giorni iniziali. Al primo si metteva un ostacolo alto tre volte lui; al secondo, durante la corsa, erano stati aggiunti altri due pneumatici.

Celia: Jude... io non credo che...
C: no Celia, Jude sta facendo tutto quello che può per tirare fuori il meglio di loro. Ti posso assucurare che avrei fatto uguale.
Celia: cosa avete intenzione di fare? Non vedete che i ragazzi sono allo stremo delle forze!
J: il dovere di allenatore è assicurarsi che la squadra vinca le partite.

Il giorno dopo fu identico. Nulla di nuovo. L'allenamento andò avanti fino a sera inoltrata e su ogni ragazzo c'era un segno evidente del duro allenamento.
Quando si andarono a cambiare, Wanli perse il controllo lanciando la cartella della scuola contro l'armadietto.
Wanli: io non ce la faccio più!
Subaru: calmati Wanli. Questo è solo il secondo giorno.
Wanli: ma domani sarà la stessa cosa, te lo dico io!
Jp: ho deciso! Da domani non verrò più ad allenarmi!
Arion: ma dici sul serio, Jp?
Jp: si!
Wanli: neanche io verrò più, e tu Lucian, cosa pensi di fare?- disse prendendo sotto braccio il ragazzino, la sua mole serviva a renderlo più minaccioso e autoritario- anche a te questo tipo di allenamento non piace.
Luke: e-ehm...
Ric: Wanli, che fai?
Wanli: non provare a fermarci.
Luke: m-ma io volevo...mi dispiace...- pronunciò mentre veniva trascinato via da Wanli, con Jp al seguito.
Arion: aspettate, dove andate?- domandò seguendo l'amico.

Successivamente, in un piccolo ristorantino in centro a Tokyo...
Wanli: non intendo più sopportare i modi dell'allenatore Sharp.
x: ecco qui, mangiate ragazzi.
Luke: del riso fritto? Ma noi avevamo chiesto solo spaghetti.
x: offre la casa.
Luke: allora grazie mille!
x: Jude...

Celia: sono la responsabile del club, è mio compito difendere i giocatori- diceva la giovane donna mentre percorreva il corridoio che l'avrebbe portata all'ufficio del fratello. Una volta arrivata davanti alla porta bussò forte per poi entrare
C: se intensifichi su Aitor forse...
Celia: Jude! Cancer! Noi tre dobbiamo parlare! Che intenzioni avete col club di calcio?!- esclamò avvicinandosi alla scrivania per poi rischiare di scivolare su un foglio- ma cos'è questo disordine?- chiese prendendo il foglio in mano mentre osservava che ce n'erano tanti altri sparsi sul pavimento.
C: sono dati tecnici.
Celia: questi sono su Arion, e questi su Riccardo...e Michael, pure su Jp. Li avete fatti su tutti e sono dettagliati, che intenzioni avete?
C: te ne parleremo più tardi, ora dobbiamo finire quelli su Aitor, Gabi e Aries.
Celia: tu che ci fai ancora qui? Tua cugina non ha bisogno di te?
C: si ma... sono sucura che al momento c'è qualcuno che lei gradisce di più.

Intanto, all'ospedale...
V: ciao...- disse entrando per poi chiudere lentamente la porta scorrevole.
A: oh! Victor!
V: vedo che stai meglio.
A: si... anche se la mia gamba dice il contrario.
V: la tua gamba ha ragione, quello che hai fatto è da sconsiderati, hai rischiato di non giocare più!
A: lo so... non serve che mi fai la ramanzina anche tu, ci hanno già pensato i medici e mia cugina.
V: tu... è già la terza volta che rischi tutto! Io non... quello che sei lo hai già dimostrato ampiamente, non puoi farmi vivere ogni partita con l'ansia.
A: non la capisco proprio tutta questa ansia... vedi di non esagerare...
V: tu credi che io esageri? Te l'ho già detto ma a quanto pare sei sorda, oltre che cieca... tu sei la mia migliore amica, la mia unica amica, non voglio che tu rischi così tanto solo per uno sport...
A: Victor...il calcio non è solo...
V: lo so ma...non è giusto che per lui ti annienti...- disse chinando il capo e appoggiando la fronte sul materasso del letto dov'era sdraiata Aries.
A: Victor, non ti devi preoccupare- disse facendo passare le dita tra i capelli setosi di lui- io me la so cavare benissimo da sola.
V: ma non devi reggere tutto da sola, sei stata proprio tu ad insegnarmelo- alzò la testa e prese una mano di Aries tra le proprie- se ti serve qualcosa, sappi che io ci sono...
A: Victor... grazie- rispose accennando un dolcissimo sorriso
V: ti voglio bene...- pensò.

Scaccerò la nebbia dai tuoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora