51- L'Incontro

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La finale arrivò, per Aries era la seconda volta che vedeva uno stadio ma il rumore della folla era lo stesso delle ultime partite.
Aveva deciso di tenere fino all'ultimo la rivelazione della vista ritrovata.
Aveva finto di essere ancora cieca per tutto il tragitto in bus e sul treno, a governarla c'era solo molta emozione, nessuna traccia di paura.
Ad avere paura era invece Cancer. Il suo piano era stato di sedere tranquillamente accanto a Mark e Jude sulla panchina, rivelando così al mondo la verità ma stava avendo dei ripensamenti.
Sarebbe entrata come al solito dall'ingresso spettatori, salvo poi fare una deviazione senza farsi scoprire e osservare, magari dal tunnel che collegava gli spogliatoi al campo, la partita.
Il suo piano era pieno di falle, ma non contava, lei doveva essere lì... anche perché era arrivato il momento di rivelarsi a lui, e a lui soltanto, almeno per il momento.
Aries si cambiò nel suo spogliatoio e poi raggiunse i ragazzi.
Si mise al centro dello spogliatoio.
A: Ragazzi, voglio solo dire che giocare con voi, arrivare fino a questo punto è molto più di quanto mi sarei mai aspettata e voglio ringraziarvi per avermi accettata nonostante la mia diversità e vorrei dirvi che...è un piacere vedere tutti vostri brutti musi.
Tutti erano rimasti parecchio interdetti.
Michael: Hey! Come osi dirmi che sono... Aspetta...che?
Gabi le si avvicinò e così Aitor, Lucian e tutti gli altri.
Gabi: Ci vuoi far forse credere che tu...
Adè: Cioè, ci vedi?!
A: Sì!- esclamò sorridendo prima di venir stritolata in un abbraccio collettivo.
Aitor: Volevi aspettare ancora tanto a dircelo?!
Gabi: Da quant'è che tu...?
A: Due giorni, avevo bisogno di stabilizzarmi, riabituarmi, Victor mi ha dato una mano.
Una dozzina di occhiate assassine si puntarono sul ragazzo.
Aitor: Tu lo sapevi... E non ci hai detto nulla?!
V: Non potevo infrangere la promessa.
Arion: Mister Evans e Mister Sharp lo sanno?
A: Cancer deve averglielo detto ieri, credo
Con il morale alto le due squadre si misero in fila nel tunnel.
Gli allenatori del Monte Olimpo erano tre facce che sia i mister e Celia sia Aries conoscevano bene.
La ragazzina si ricordava i volti degli album di sua cugina, delle foto scattate.
Austin Hobbes, la più giovane promessa del calcio ad aver partecipato al FFI.
Dave Quagmire, ex finto alieno e vecchio compagno di orfanotrofio di Cancer.
Il Grande Imperatore, Alex Zabel, ma ora che potava vederlo era palese che il ragazzo in realtà fosse Axel Blaze, il primo ragazzo di sua cugina.
Cronus: Tu devi essere il nuovo capitano della Raimon, vero?- chiese ad Arion il capitano del Monte Olimpo, tendendogli la mano, Cronus Fourseason, il quale rispose balbettando- Io sono Fourseason, il capitano del Collegio Monte Olimpo .
I due capitani si strinsero la mano e si presentarono reciprocamente.
Cronus: Sai una cosa? Per noi la vostra squadra rappresenta l'avversario più forte in assoluto, cerchiamo di giocare la partita in modo corretto, ok?- disse sorridendo.
Arion: D'accordo!
Le porte si aprirono e le due squadre varcarono la soglia, ritrovandosi immerse nelle luci e nei rumori dello stadio.
Aries era ammaliata da ogni particolare i suoi occhi potessero catturare, sembrava nutrirsi di quella visione perché più si guardava intorno e più sembrava sicura di sé.

Cancer si sporse oltre l'angolo del corridoio proprio mentre Axel, pensieroso, camminò oltre la struttura della panchina.
Fu per caso che i suoi occhi castani catturarono l'immagine di una ragazza che conosceva fin troppo bene, che negli ultimi dieci anni era stata protagonista di sogni tanto quanto di incubi.
Cancer si accorse di essere stata notata e si ritirò dietro l'angolo.
Axel avrebbe potuto pensare di aver avuto un'allucinazione ma in cuor suo sapeva, sapeva che quello che aveva visto non era solo frutto della sua mente e del suo dolore.
Corse nuovamente lungo il tunnel, più veloce che poté, con il cuore che sembrava volergli uscire dal petto e trovò una giovane donna che lo attendeva.
I capelli castano scuro ma che contro luce parevano rossicci erano molto più lunghi rispetto all'ultima volta che li aveva visti , allora avevano un taglio più mascolino, la testa quasi totalmente rasata con solo un ciuffone, identica al fratello gemello; ora le arrivavano quasi sotto le spalle, lunghi come mai li aveva visti su di lei.
I lineamenti erano delicati come se li ricordava ma costantemente piegati in espressione sarcastica, proprio come in quel momento.
Il suo corpo si era allungato, praticamente avevano la stessa altezza più o meno ma non era più magrolina, un fascio di nervi, no, ora era robusta, sana, vita sottile e fianchi un po' larghi, un leggero accenno di pancetta e il seno di medie dimensioni come allora.
Il tutto fasciato in una canottiera nera, una felpa rossa e dei pantaloni larghi, sempre neri.
Vestiti sportivi, normali, ma che la rendevano comunque bellissima.
Cancer era lì che lo fissava e all'improvviso un'ondata di rabbia lo pervase.
Lei era lì. E sembrava fissarlo con sufficienza.
Per dieci anni lui si era distrutto per il dolore, alcol, altre donne, psicofarmaci per la depressione e lo stress post trauma.
Tutto quel dolore che aveva rischiato di consumarlo definitivamente, che gli aveva impedito di andare avanti e amare un'altra donna come sarebbe stato naturale fare, tutte quelle notti insonni e ora lei lo stava fissando, distante, con sufficienza.
La rabbia esplose, la prese per le spalle e la spinse con forza contro il muro, le braccia formavano due misere barrire alla fuga ma Cancer non sembrava intenzionata a scappare.
A: Dammi immediatamente una spiegazione! Tu dovresti essere morta!
C: Non solo io devo dare delle spiegazioni.
La sua voce, calda, profonda, con quel tono di sarcasmo e ironia costante che poteva trarre in inganno gli sconosciuti facendo credere loro di essere costantemente presi in giro da una ragazza che si credeva migliore di loro.
Quanto aveva atteso per udirla di nuovo.
A: Rispondimi!
C: Una cura sperimentale. Ora tocca a te.
A: Cosa?
C: Come hai osato infangare il nostro sport?!- aveva incominciato ad urlare.
A: Tu...Non capisci!- si staccò da lei, massaggiandosi con le dita gli occhi stanchi.
C: È vero, non capisco il perché tu odi tanto questo sport per averlo rovinato- si fermò e poi fece un pensiero che la fece ridere.
A: Cosa c'è di divertente?
C: Solo che hai ripetuto le stesse parole che mi dicesti prima di scomparire.
La tensione era palpabile.
A: Ascoltami bene...
C: No tu ascoltami bene! Credi che io in questi anni sia andata a divertirmi?! Ho speso dieci anni della mia vita a nascondermi dietro bugie, nella speranza di tornare alla giusta occasione per ritrovarvi tutti, per ritrovare te, e poi l'occasione arriva e scopro che il ragazzo che ho amato ha distrutto lo sport in cui credevo, per il quale mi sono consumata e che mi ha portato a conoscere te e li altri!- urlò puntandogli il dito contro, le lacrime che minacciavano di uscire- Quando sono partita per tornare speravo di ritrovarti come ti ricordavo, caldo, sorridente, e poi io e Mark cosa scopriamo? Che dietro a tutta questa crudeltà ci sei tu e io mi sono spezzata per la terza volta e la causa sei sempre, solo, tu...
A: Tu...Non avresti dovuto saperlo...
C: Quindi visto che ero morta hai pensato bene di distruggere ciò che amavo per...cosa? Rabbia?
A: E tu?
C: Cosa?
A: Sei sparita...Ci hai fatto credere...Mi hai fatto credere di essere morta! Ti rendi conto della scia di dolore che ti sei lasciata dietro?! Dieci fottutissimi anni in cui credevo di averti uccisa, dieci anni in cui ho visto e rivisto la tua morte ogni notte! Perché?! Tu mi rimproverasti per essermene andato senza spiegazioni, tu hai fatto lo stesso!
C: Non provare a paragonarti a me! La situazione era diversa!- le lacrime ormai le rigavano le guance
A: Giusto, io dovevo solo proteggere mia sorella e tu?!
C: È un miracolo che io sia qui! Io dovevo proteggere voi da me stessa.
A: Di che diamine stai parlando?!
C: Ogni singolo giorno, in questi dieci anni io volevo tornare indietro, ogni giorno piangevo per essere stata separata da voi. Io sto bene solo da quattro anni e non potevo comunque tornare indietro perché dovevo badare a mia zia e a mia cugina.
Axel le si avvicinò di qualche passo.
A: Spiegati- ma lei negò con il capo- prima hai parlato di Mark...lui sa' che tu...
C: Sì e anche Jude, Celia, Silvia e Nelly, Archer e Shawn.
A: Fantastico, quindi lo sapevano tutti tranne me!
C: Certo che sì, loro, a differenza tua, non sono cambiati. Io per tutto tempo ho sperato, anzi, ero certa che tu fossi rimasto sempre lo stesso, saresti stata la prima persona a cui avrei voluto dirlo, la prima a cui avrei chiesto scusa per non essere tornata prima e magari tornare a quello che eravamo, questa speranza...è solo grazie a questo se sono arrivata qui, viva e forte come mi vedi- lui la guardò ancora più sconvolto di quanto fosse prima, nonostante tutto lei aveva creduto in lui dopo tutti quegl'anni e lo aveva ritrovato come il Grande Imperatore, il capro espiatorio del QS- E invece... e invece...- cominciò a colpirlo al petto con i pugni- Sei solo un meschino, infame, maledetto tr...- lui le bloccò le mani e la baciò.
Dopo dieci anni le loro labbra entrarono in contatto, sembrava che scosse di piacere attraversassero i loro corpi.
La fece aderire completamente al muro dal quale poco prima si era stancata e fece scorrere le proprie mani dai polsi ai fianchi alla schiena, dove le sue dita, attraverso il tessuto leggero della canottiera, sentiva i solchi delle cicatrici che lui stesso le aveva curato, e questo non fece che renderla ancora più vera.
Lei era lì, in carne ed ossa, a contatto con il suo corpo, dopo tutto quel tempo, dopo dieci anni ad avere solo una foto e dei ricordi e il suo vecchio Mp3, e a piangere su di essi. Sì, aveva tenuto lui l'oggetto e ogni anno, il giorno del compleanno di Cancer, aveva ascoltato quella vecchia playlist di canzoni. Lei ora c'era e lo aveva accolto, non ci aveva pensato due volte a ricambiare il bacio, dopo anni e dopo tutto il rancore che provava verso Alex Zabel, lei ricambiò e sentì il che suo Axel era tornato.
Gli mise le mani nei capelli e sorrise sulle labbra del ragazzo. Era abituata ai capelli alzati dal gel, mentre in quel momento gli ricadevano lungo il volto e le punte erano azzurre.
Tolse le mani dai capelli per poi posarle sulle guance del ragazzo, la pelle morbida e ancora più abbronzata sotto le sue mani, le dita scesero ancora, sul sollo e poi sulla pelle del petto lasciata scoperta dalla camicia bianca.
Quando, poco dopo, cominciò a mancarle il respiro si staccò appena dalla labbra di Axel, che avevano mantenuto il loro aroma di cioccolato.
Alzò a malapena il capo e puntò i propri occhi su quelli del ragazzo e poi lo abbracciò cingendogli il collo con le braccia.
A: Ti fidi di me?
C: Dovrei?
A: Sì, perché se tutto va come deve andare a fine di questa giornata il QS non esisterà più.
Un silenzio carico di tensione scese su di loro.
C: Dovresti andare ora, o si chiederanno dove tu sia finito.
A: Devo proprio separarmi da te? Non sparirai di nuovo?
C: No, non me ne vado più, indipendentemente dal risultato della partita non mi nasconderò più.
A: Felice di sentirtelo dire.
Si separarono malvolentieri e, dopo un veloce bacio, Axel si avviò lungo il corridoio. Poco prima che sparisse dietro l'angolo, Cancer lo richiamò.
C: Mi fido di te.
A: Dopo tutto quello che hai passato, dopo tutto questo tempo?
Lei sorrise, avendo intuito la citazione.
C: Sempre.




SPAZIO AUTRICE
SORPRESA! Lo so', non ci state credendo, due capitoli in meno di 24h.
Comunque questo è il mio regalo di pasqua per voi, che mi avete seguito fin qui.
In realtà il piano originale era scrivere e pubblicare questo capitolo dietro mano al capitolo di questa notte. C ho provato, ve lo giuro, ma quasi alle 5 della mattina il mio corpo e la mia mente sono collassati e mi sono addormentata, sorry pliz🙏🏻.
Per farmi perdonare ho anche inserito una citazione per le potterhead🙈.
Comunque non potete immaginare la mia soddisfazione e scrivere e pubblicare questo incontro.
Scritto in seconda superiore quando a malapena avevo iniziato a scrivere la prima storia, assurdo🤣.
Voglio solo ringraziarvi ancora tutt* per la pazienza e la costanza, non potrei desiderare lettori migliori.
Un bacio e buona Pasqua in Quarantena 💪🏼

Scaccerò la nebbia dai tuoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora