Capitolo 12

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Cami
Questo giretto in macchina con Ethan si sta rivelando più imbarazzante del previsto, ma non è questo il mio problema. Il mio problema è la mia migliore amica che non pazienta nemmeno per un po'. Mio fratello aveva ragione, trovare una pizzeria aperta a quest'ora della notte sarebbe stato difficile, ma pensavo che Emily avesse un po' più di autocontrollo. Invece no, perché lei non vedeva l'ora di andare a scongelare la sua Margherita surgelata, «L'ultima» aveva sottolineato. Così, con Ethan l'abbiamo lasciata a casa e adesso io mi ritrovo in un bel guaio. Non so cosa mi succede, ma quando bevo mi si scombussolano gli ormoni, del tipo che se Ethan me lo permettesse gli salterei addosso. E non è la mia mente ubriaca a parlare perché mi sono bastati pochi minuti per riprendermi. Mettiamoci pure il fatto che magari un'occasione del genere non si presenterà nell'immediato futuro... Devo per forza approfittarne.

Ethan continua a tamburellare le sue lunghe dita sul volante, sintomo del fatto che si sta innervosendo. Giriamo per la città da quasi un'ora e gli unici posti aperti sono i kebabbari e io odio il kebab. Ma cosa decide di fare il mio amico? Si ferma davanti al kebabbaro senza tenere conto della mia opinione. Inoltre, sa benissimo che non è esattamente il cibo che prediligo.

Sospiro, ormai stanca di provare a spiegare il mio punto di vista e chiedo: «Perché siamo qui?».

«Perché le pizzerie sono chiuse e dal momento che Amal è l'unico aperto nei pressi di casa nostra ho pensato di farti provare questa nuova esperienza».

Questo non rispecchia esattamente la mia idea di nuova esperienza con te, Ethanuccio. No, proprio no.

Sospiro di nuovo e dico: «Mi è passata la fame. Adesso ho sonno».

So di sembrare infantile ma la verità è che voglio irritare Ethan. Lui invece è sempre così composto ed educato... Ogni qual volta faccio i capricci sembra non esserne infastidito, al contrario di Elia che perde subito la pazienza. Per questo Ethan è sempre stato qualcosa di più che il semplice migliore amico di mio fratello.

«Bugiarda. La verità è che hai paura di provare cose nuove» mi provoca.

«Non ho paura di provare cose nuove» sottolineo infastidita.

«Io dico di sì» continua sorridendo.

Quando slaccio la cintura,  mi avvicino a Ethan prendendolo alla sprovvista. Improvvisamente il mio volto è ad un palmo dal suo e la sua espressione si fa seria. Lo guardo dritto negli occhi e sfiorando le sue labbra con le mie aspettando solamente che mi baci, ma non lo fa. Proprio nel momento in cui sto per farlo io, si scansa.

«Adesso chi ha paura di provare cose nuove?» chiedo, ritornando al mio posto, allacciando la cintura. «Non ho fame per davvero. Adesso vorrei andare a casa».

Ethan
Quante altre volte ancora devo farmi prendere alla sprovvista da Cami?! Stasera l'ho provocata per gioco e lei, per tutta risposta, stava per baciarmi. Come avrei fatto a tenerlo nascosto a Elia? E soprattutto, cosa sarebbe successo tra me e Camille dopo?  Perché pensare al dopo è inevitabile. Giuro che avrei voluto baciarla, avrei voluto di più, come desideravo un piccolo contatto con lei qualche ora fa chiedendole un ballo.
Perché è tutto così maledettamente complicato? Di certo, se avessimo iniziato, so che non sarei stato in grado di fermarmi. Be', tranne se Cami me lo avesse chiesto esplicitamente. Non lo so, ma in quest'ultimo periodi mi sta mettendo parecchio in difficoltà e io non lo sono mai stato in presenza di una donna. Possibilmente il mio comportamento muta a seconda di chi ho davanti, ma... Cami? Lei è intoccabile e Elia me l'ha detto chiaro e tondo in faccia: «Non voglio un ragazzo come te al fianco di mia sorella».
Ripensando a quelle parole ho nuovamente una fitta nel petto. Più che altro perché sentirle pronunciare dal mio migliore amico è un bel colpo. Elia e io abbiamo sempre  condiviso tutti i nostri segreti, dall'infanzia fino adesso. Forse mi sono comportato non esattamente da gentiluomo con le donne, ma Cami la tratterei come la principessa che è.

I miei pensieri vengono interrotti proprio da quest'ultima che chiede: «Perché improvvisamente non parli più?».

«Perché non ho nulla da dire».

«Ah, no? Stavamo per baciarci e tu non dici niente».

«Tu stavi per baciarmi» sottolineo da vero stronzo.

Con la coda dell'occhio vedo il fastidio attraversarle il volto. «Lo dici come se stessi per molestarti».

«Non intendevo quello» mi scuso. «Non è corretto nei confronti di Elia».

Quando pronuncio quelle ultime parole, Cami scoppia in una risata incontrollabile. Mi sento un po' sciocco perché non avrei potuto dire una frase più stupida di così.

«Elia ha la sua ragazza. Non si metterebbe di certo a guardare le tue».

Da quando Cami è così disinibita?

«Oppure...» continua «forse il problema non è mio fratello, ma sei proprio tu e qualcun altro».

«Qualcon altro chi?» chiedo accigliato.

Cami sbuffa al mio fianco e dice: «Ascoltami, Ethan, sono più piccola di te, ma non sono stupida e tutto posso sopportare e non che mi si prenda in giro. Sai benissimo a chi mi riferisco e se vuoi fare il finto tondo puoi lasciarmi a casa perché non ho più nulla da dirti» dice. Poi continua: «Inoltre, stai per finire la benzina e sono tre ore che giriamo a vuoto senza una meta ben precisa».

Do un'occhiata alla lancetta del carburante e mi accorgo che Cami ha ragione, non solo sulla benzina, ma su tutto il resto. Questo non vuol dire che  non l'ho baciata perché ho un problema nei suoi confronti, ma solamente che sono in una posizione scomoda e complicata. Quando raggiungo il palazzo di Cami, scendiamo dalla macchia e, quando lei si accorge che non la seguo, si blocca sulla soglia, prima di aprire la porta.

«Tu non vieni?» chiede.

«No, stasera ho deciso di andare a dormire a casa dei miei».

«Ecco cosa fai quando la situazione non ti conviene: scappi».

«Io non scappo, Camille» ribatto, infastidito dalle sue insinuazioni.

Mi avvicino così a lei, le prendo il viso  con le mani e punto i miei occhi dritti nei suoi. Adesso è lei quella ad essere in difficoltà e, senza darle il tempo di riflettere su quello che sto per fare, poso la mia bocca sulla sua. La cosa che mi prende alla sprovvista è che lei risponde subito al bacio e senza rendermene conto mi ritrovo le mani sui suoi fianchi e la spingo contro il portone d'ingresso. La desideravo da tanto, desideravo da tanto questo momento e la realtà ha superato di gran lunga le miei aspettative.

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𝗙𝗼𝗿𝗴𝗶𝘃𝗲 𝗮𝗻𝗱 𝗙𝗼𝗿𝗴𝗲𝘁Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora