Capitolo 31

15.1K 763 128
                                    

Cami
Quando vedo Ethan disteso sul pavimento, mi chino su di lui per assicurarmi che non si sia fatto male.

«Ma sei impazzito, Elia?» chiedo con rabbia, mentre aiuto Ethan a mettersi in piedi.

«Scusa, amico» si scusa mio fratello. Almeno ha la decenza di farlo e dal suo tono si capisce che è sincero.

«È tutto apposto» lo rassicura Ethan. «Ma sappi che la prossima volta non te lo lascerò fare».

«Mi hai preso alla sprovvista. Cosa cavolo avrei dovuto fare?!» si giustifica Elia.

«Non questo, cavernicolo!» mi intrometto.

Poi rimaniamo tutti quanti in silenzio, compresi Haley, Emily e Drew. Così per non lasciare dubbi a incomprensioni, prendo la mano di Ethan e intreccio le dita alle sue.

«Stiamo insieme perché non farlo ci fa stare male» dico.

«Si era capito» aggiunge Haley contenta.

«In che senso "si era capito"?» chiede mio fratello perplesso.

«Andiamo, amore. Anche i muri si sono accorti che tra di loro c'è qualcosa. Anche Drew se n'è accorto subito e li ha visti insieme solo stasera. Forza, diglielo Drew» lo incita Haley.

«Ehm, in effetti sì. Ma non voglio essere messo in mezzo, quindi la mia ragazza e io ce ne andremo adesso».

Drew prende Emily per mano e raggiungono l'uscita. Poi, mi scambio un'occhiata con Haley e decidiamo di andarcene anche noi e lasciare che Ethan e Elia chiariscono da soli.

«Noi torniamo a casa con la tua macchina» dice Haley a mio fratello. «Vi aspettiamo alzate e se qualcuno di voi torna con un occhio nero potete dormire in strada» lo minaccia giocosa.

A me non viene da ridere e nemmeno a Elia che però si ammorbidisce quando Haley lo bacia. Faccio lo stesso con Ethan e gli sussurro: «Fallo ragionare». Lui mi sorride rassicurandomi e con Haley ci dirigiamo in macchina.

Dopo essere stata in silenzio per tutto il tragitto, una volta tornati a casa, mi siedo sul divano nell'attesa che quei due cocciuti arrivino a casa.

«Sta' tranquilla, Cami. Non succederà nulla».

«Sei sicura che non si ammazzeranno?» chiedo in apprensione.

«Ma certo, tesoro. Elia è solo molto scosso, al momento. Sei la sua sorellina».

«La sua sorellina di vent'anni, grande abbastanza per avere un ragazzo e sottolineo che quel ragazzo è Ethan, il suo migliore amico che conosce da sempre».

«Lo so. Lui però ha ammesso di essere stato troppo assillante in questi anni con te. Comunque, adesso deve solo riuscire a convivere con l'idea di te e Ethan. Sapeva che prima o poi sarebbe successo».

«È successo adesso».

In realtà, è successo un po' prima, ma non è necessario che Elia lo sappia.

Ethan
«Mi dispiace, Ethan. Ho reagito male» si scusa per la seconda volta Elia.

«Un po' troppo, forse».

«Non un po' troppo, il giusto. Lei è mia sorella» continua incredulo come se non se lo potesse spiegare. «Hai appena finito di dirmi che non ti sei concesso a nessuna in quest'ultimo anno perché pensavi ancora alla "ragazza che ti ha spezzato il cuore" e adesso usi mia sorella come un rimpiazzo».

«Sei proprio ottuso» mi limito a dire sconfitto.

Elia, preso alla sprovvista, si limita a stare zitto. Però, dal momento che lo conosco da una vita, posso riuscire a vedere la sua testa mentre fa due calcoli veloci. «Era Cami?».

Annuisco.

«Non ci posso credere! Adesso sì che dovrei spaccarti la faccia. Me l'hai tenuto nascosto per un anno intero!».

«L'ho fatto perché sembri un pazzo in questo momento!» ribatto. «E avresti fatto lo stesso allora. Avrei voluto dirtelo, ma le cose sono cambiate e tua sorella non mi voleva più».

Pensare a quell'episodio mi fa ancora male, ma mi rincuora il fatto che adesso Cami è mia e che Elia sappia di noi. Quest'ultimo si calma dopo un po' e annuisce, dirigendosi fuori dal locale. Quindi lo seguo e non appena siamo da soli prende per primo la parola.

«Ethan, giuro su Dio che se le farai del male, io lo farò a te. Ti voglio bene, ma lei viene prima. Verrà sempre per prima».

«Io la amo, Elia» confesso.

«Oh mio Dio, cosa mi tocca sentire!» esclama lui, tappandosi le orecchie.
Adesso sembra un bambino e scoppio a ridere per la sua camminata frenetica su e giù per il marciapiede.

«Non fare l'idiota. Non le farei del male neanche per sbaglio, piuttosto morirei» dico con il cuore in mano.

Sono tutte cose che avrei dovuto dire a Cami per prima, ma le sto dicendo a Elia perché voglio che mi creda. Ci tengo a lui e voglio che sappia che mi prenderò cura di sua sorella. So di poterlo fare e so che ho molto da offrirle. Mi vedo con lei proiettato nel futuro. Anzi, vedo solo lei nel mio futuro. La cosa che più voglio nella mia vita è passarla con lei.

«La renderai felice» continua Elia, puntandomi un dito contro. E poi, ribadisce: «Non le farai del male e la tratterai come una principessa».

«La tratterò come una regina».

«Mmmh» mugugna. «Un punto a favore per te».

Sorrido per la piccola vittoria ottenuta e, mentre ci incamminiamo verso la mia macchina, metto un braccio intorno alle spalle del mio amico e dico: «Ammettilo, anche tu non vedevi l'ora di diventare mio parente».

In risposta ricevo una gomitata sul fianco e una mala risposta. «Vaffanculo».

Dopo qualche minuto in macchina in silenzio, Elia si rilassa e poi, con una frase mi lascia del tutto senza parole.
«Comunque, meglio tu che un qualche altro idiota con i capelli mesciati».

Scoppio a ridere e finalmente anche io posso rilassarmi, consapevole del fatto che da domani in poi il mio rapporto con Elia rimarrà invariato.

© TUTTI I DIRITTI RISERVATI



Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
𝗙𝗼𝗿𝗴𝗶𝘃𝗲 𝗮𝗻𝗱 𝗙𝗼𝗿𝗴𝗲𝘁Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora