Capitolo 18

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Ethan
Posso definitivamente dichiarare di essere finalmente laureato. La cerimonia si è tenuta esattamente due giorni fa, il 28 Luglio. Mi sono laureato con il massimo dei voti e adesso, dopo il viaggio mi aspetterà la parte più dura, prima il tirocinio e successivamente dovrò trovare il lavoro dei miei sogni. Ho lasciato quello al bar perché ho da parte una somma niente male che mi permetterà di passare l'estate senza problemi, per cui, adesso voglio solo concentrarmi sul presente e quindi sul mio amico. Tra dodici ore Elia partirà con Haley e abbiamo organizzato un piccolo aperitivo in casa sua. La musica dei Coldplay riempie il salone mentre mangio stuzzichini e sorseggio il mio Spritz. Di tanto in tanto lancio della occhiate a Dean che continua ad essere strano. Osservo anche Elia e Haley forse un po' per invidia per ciò che hanno. Stanno insieme dall'asilo e non ho mai visto nessun altra coppia più affiatata di loro due. E poi osservo Emily che parla con la mia “amica” Cami.
A proposito, la nostra amicizia in quest'ultimo mese e mezzo è andata alla grande (e non sono ironico), dico sul serio. Mi verrebbe da complimentarmi con me stesso per come sono riuscito a mantenere le distanze. Non ho sconfinato e nemmeno Cami, ma spesso l'ho beccata a fissarmi. L'ho osservata anche io, altrimenti non me ne sarei accorto. Come in questo momento, non ne può fare a meno e mi lancia delle occhiate. Adoro quando si accorge che la osservo anche io. Non sembrerebbe una tipa che arrossisce e invece lo fa e lo adoro.

«Allora, Ethan» mi chiama Elia, facendomi distogliere l'attenzione dal mio pensiero fisso. «Da domani farai ufficialmente le mie veci. Con Camille intendo. Tienila d'occhio».

Mi sento un po' in colpa, in realtà perché come faccio a tenerla lontana da me? Cioè, aspettavo che Elia partisse da un mese e volevo approfittarne  per passare un po' di tempo insieme perché tra una settimana partirò anche io. Il tempo che mi rimane con Cami è limitato.

«Non ho bisogno di un babysitter» interviene lei, scocciata.

«Io credo di sì». Poi rivolgendosi a me, Elia ribadisce: «Ce l'ha il bisogno, quindi pretendo resoconti giornalieri. Dettagliati».

Tutti scoppiamo a ridere tranne Cami che sembra - anzi, lo è - infastidita, ma lascia parlare il fratello. Del resto, le loro discussioni sono sempre infinite, quindi sono contento che abbia lasciato perdere.

Osservo Cami e aspetto che si giri nella mia direzione. Lo fa qualche secondo dopo e la tranquillizzo con lo sguardo. Mi sorride grata e io sono ancora più convinto che abbiamo un'intesa grandiosa. Ci basta parlarci con gli occhi per capirci e ho dei piani per noi. Piani che non ammettono preoccupazioni inutili perché a partire da domani non sarò sottopressione del mio amico che mi ha espressamente detto di non guardare sua sorella. Forse l'avrà fatto per istinto o abitudine, ma credo che Elia non reagirebbe poi così male se dovesse sapere che mi piace Cami. Forse all'inizio mi darebbe uno o due pugni, ma penso di poterlo sopportare.

«Ti ricordo che tra una settimana partirò anche io, amico» dico.

«E io sarò in vacanza al mare» interviene Cami. «Come farai allora, fratellino?».

«Mi organizzerò di conseguenza» ribatte lui, cupo in volto. Che è più o meno l'espressione che ho sulla mia faccia.

Fin ora ero stato talmente impegnato a pensare al mio di viaggio che non avevo pensato a Cami. Quest'anno sarà in spiaggia da sola. Gli altri anni sono sempre stato con lei e ho sempre potuto evitare che qualcuno le si avvicinasse. Ma adesso? Sarà completamente sola e non passerà molto tempo prima che qualcuno la noti o ci provi con lei. Per non parlare del fatto che più il tempo passa e più diventa bella e il suo fisico continua a cambiare e... crescere. In bikini starà benissimo e al solo pensiero mi pento di aver scelto di partire. Sbuffo e Haley se ne accorge.

«C'è qualcosa che non va?» mi chiede.

«No, nulla» rispondo, facendo finta di niente.

«È per via di Cami, vero?».

«Cosa? No!» mi affretto a dire del tutto preso alla sprovvista. «Lei non c'entra».

«Ci conosciamo da sempre Ethan. Sei uno dei miei migliori amici e posso giurare di aver letto sulla tua faccia la parola “panico” nell'esatto momento in cui è comparsa su quella di Elia» ribatte.

Sono stupito. Haley si è sempre fatta gli affari suoi, per questo siamo andati sempre d'accordo. Non è una persona invadente e mi ci sono sempre trovato bene a parlare perché a lei posso dire qualunque cosa. L'unico argomento che non abbiamo mai toccato è stato questo, ma a quanto pare non avevo bisogno di dirle niente dal momento che ha capito tutto da sola.

«Non lo dire a Elia. Io... sto cercando di capire le cose come stanno realmente».

«Sta' tranquillo. Io tifo per voi».

Le sorrido come un bambino contento e la attiro nel mio abbraccio. «Mi mancherai, lo sai?».

«Lo so, lo so. Però adesso lasciami andare che mi stai soffocando» mi dice dimenandosi. Libero così Haley dalla mia presa e - per quanto mi è possibile - mi rilasso.

***

L'indomani, stanco della nottata scorsa, quando mi alzo dal letto sono già le undici del mattino. Dopo aver fatto colazione e aver deciso che è la mattinata ideale per andare in palestra, decido di passare prima a pagare le bollette e fare la spesa perché il frigo è completamente vuoto. Quando raggiungo l'ingresso prendo le buste e le controllo una alla volta. Luce, gas, acqua e... Osservo uno busta insolita colore miele, intestata a me e a Dean. Quando la apro trovo l'amara sorpresa. L'interno recita: procedura di sfratto immediato.

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𝗙𝗼𝗿𝗴𝗶𝘃𝗲 𝗮𝗻𝗱 𝗙𝗼𝗿𝗴𝗲𝘁Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora