Capitolo 36

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Ethan
Quando leggo il messaggio di Cami mi preparo mentalmente alla sua furia che mi travolgerà non appena ci sentiremo. Anche se è presto provo a chiamarla e, contro ogni mia aspettativa, mi risponde al primo squillo.

«Che c'è?» chiede scontrosa.

Immaginavo che sarebbe stata arrabbiata, ma sono calmo perché so che la sua gelosia è infondata.

«Mi dispiace per non essermi fatto sentire ieri sera. Ho incontrato Jules in aeroporto e...».

«Lo so già» mi interrompe. «Non so nemmeno perché ho risposto alla tua chiamata. Sono le sei del mattino e non voglio stare a sentire le tue patetiche scuse».

«Non sono scuse. Fammi spiegare e così potrai capire meglio».

Ma parlo ad un telefono muto perché Cami ha messo giù. Così, non perdo tempo e la chiamo di nuovo. Lei risponde nuovamente in maniera scontrosa e inizio serio: «Cami, per favore, non rendere le cose difficili. Siamo lontani e l'ultima cosa che possiamo permetterci è litigare. Se lo facciamo renderemo la situazione più complicata ed è già abbastanza da sopportare adesso, con la lontananza e il fatto che dopo non potremmo fare pace per come si deve».

Cami non ribatte, si limita a stare zitta e poi chiede: «Perchè questa Jules vuole mettersi tra noi?».

«Non vuole farlo, Cami. Siamo amici e il post poteva essere frainteso, ma non sono io il suo amico tra virgolette. La cosa è alquanto assurda perché stava aspettando Dean in aeroporto».

«Dean chi?» chiede.

«Dean Navarro. È assurdo, lo so». Inizio a raccontarle la storia e poi, per farla tranquillizzare ancora di più, le invio il selfie che ci siamo fatti tutti e tre in macchina.

Per fortuna, l'umore di Cami cambia in un secondo ed è lei stessa a propormi una videochiamata. Quando la guardo attraverso lo schermo, noto le sue guance arrossate e gli occhi lucidi, sintomo del fatto che ha pianto.

«Non devi piangere, Cami. Devi fidarti».

«Lo so. Questa situazione è pesante e la lontananza sembra rendere le cose peggiori di quello che sembrano».

«Non ti farei mai del male. Quando ti ho proposto questa cosa, l'ho fatto perché ero e sono sicuro dei sentimenti che provo per te. Ci sei solo tu, Cami e non voglio che dubiti di questo. Mai» dico cercando di farle capire quanto la amo. «Non te lo sto dicendo perché voglio convincerti e soprattutto, non voglio forzare le cose».

Sono sicuro che riuscirò a mantenere la mia promessa. Non ho fatto altro che pensare a lei da quando sono qui e non faccio altro tutto il tempo.

«Se per te è troppo, dimmelo» concludo.

«Per me è troppo» ammette. «Ma sono  più che sicura di voler stare con te. Passerà ancora un po' prima che le cose si sistemino del tutto, no?».

«Ti prometto che non lo sentiremo questo tempo. Tra un po' sarai qui e non vedo l'ora di farti entrare nella mia quotidianità».

«E io non vedo l'ora di essere lì con te».

Cami
Non immaginavo che non avrei sopportato questa situazione. O meglio, quando mi ritrovo a parlare con Ethan andava tutto alla grande. Lui mi faceva sembrare le cose brutte migliori e allora lì mi rincuoravo perché sapevo che nulla poteva mettersi tra noi. Niente, tranne l'università e il suo lavoro.
A causa della mia distrazione, ho trascurato nuovamente la mia ultima materia e, venerdì, quando mi sono presentata all'esame, sono stata rimandata. La prossima sessione sarà ad aprile e, a malincuore, salterò la visita al mio ragazzo. Le cose non potevano andare peggio di così perché, a causa del sovraccarico di impegni a lavoro, Ethan e io ci siamo sentiti sempre meno. Al contrario, la cosa che si è fatta sentire di più tra noi è stata la tensione. A causa di ciò, entrambi siamo stati nervosi e questo non ha fatto altro che alimentare le nostre liti, liti che ci eravamo promessi di non avere.

Anche Ethan era sottopressione. Le nostre videochiamate erano diventate sempre più rare e i nostri messaggi quasi inesistenti. Ci sentivamo due volte al giorno e molto spesso le chiamate duravano solo pochi minuti a causa dei nostri impegni reciproci.

La situazione si era evoluta in peggio nel giro di pochi mesi. Elia si era accorto di tutto, ma non si intromise mai. Sentiva Ethan più regolarmente di me e da lì ho capito che la nostra storia stava finendo. Eravamo quasi due estranei. Più passava il tempo e più la mia gelosia metteva in dubbio la fiducia che riponevo in Ethan e più lui non riusciva a capire la mia... «paura infondata» a detta sua. Questo continuava a creare un altro tipo di attrito tra noi perché Ethan era stanco di sentirsi dire che non mi fidavo di lui. Insomma, la situazione era diventata insostenibile. Finché un giorno, non ho più ricevuto né chiamate né messaggi da parte sua. Ho fatto lo stesso anche io e ho sofferto un sacco quando, più passava il tempo, più non avevo sue notizie.
Ethan era diventato "l'innominabile" e, sia Elia che Haley quando parlavano di lui, cambiavamo discorso tutte le volte che ero nei paraggi. Mi sono però buttata a capofitto sui libri e a giugno ero pronta per la tanto attesa laurea.
Quel giorno erano tutti al mio fianco, tranne la persona che più avrei voluto. Non ricevetti nessuna chiamata né messaggi da parte di Ethan e quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Da quel giorno ho passato un periodo davvero brutto, ho perso un po' di peso, passavo le miei giornate a commiserarmi, finché un giorno decisi che la mia non era più vita. Ho organizzato così la vacanza perfetta con Emily e il suo ragazzo e ho trascorso il mese più rilassante dell'estate a New Orleans, all'insegna di feste e momenti di stordimento da sbronza. In tutta questa storia, Ethan non tornò per l'estate e in poco tempo passò anche quella. E tutto era pronto per il mio tirocinio, prima di prendere le redini dell'azienda di famiglia insieme ad Elia.

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𝗙𝗼𝗿𝗴𝗶𝘃𝗲 𝗮𝗻𝗱 𝗙𝗼𝗿𝗴𝗲𝘁Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora