Capitolo 72

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Cami
Vorrei scappare. Sono a lavoro da dieci minuti e il mio pensiero va a quel messaggio di ieri sera.
Questa mattina - dopo una notte insonne - quando ho sentito alzarsi Ethan, ho finto di dormire. Ero troppo ferita per affrontarlo e, quando mi ha baciato dolcemente sulle labbra per non svegliarmi, per poco non scoppiavo di nuovo a piangere. Perché quello che abbiamo di bello è sempre destinato a finire?
Per questo non riesco a rimanere su questa sedia un minuto di più. Sono sicura che Ethan si presenterà all'appuntamento. C'era scritto a chiare lettere "dammi un'altra possibilità" e se lo conosco un minimo - e lo conosco molto bene - so che le darà un'alta possibilità, di qualunque cosa si tratti. Lui è così, ha la vocazione per aiutare le persone e sono certa che farà qualsiasi cosa per questa persona.
In più, lo sguardo di mio padre continuamente addosso mi sta urtando parecchio i nervi. Sono grata del fatto che Elia non sia in ufficio, altrimenti avrei avuto a che fare anche con lui.

Stanca di stare qui senza far nulla e smaniosa di sapere, prendo il cellulare e imposto il navigatore. Salgo in macchina e inizio a pensare a tutti gli scenari che potrò trovare una volta arrivata lì. Guido esattamente per quaranta minuti prima di raggiungere l'hotel. Sono le dieci meno un quarto e non c'è l'ombra di Ethan o della sua macchina nei paraggi. Per evitare di farmi vedere, parcheggio un po' più lontano, ma con una buona vista all'ingresso. Aspetto l'arrivo di Ethan, ma dopo mezz'ora non si è ancora visto nessuno. Sto per ritornarmene a lavoro quando qualcuno cattura la mia attenzione
Una ragazza incinta, con una valigia al seguito, appena fuori dall'hotel, si appoggia al portone d'ingresso e si tiene la pancia come se stesse male. Continuo a guardarla e mi sembra di conoscerla, ma nel momento esatto in cui sto per andarla ad aiutare, qualcuno arriva in suo soccorso e quel qualcuno è proprio Ethan. Inizio a sentire male al cuore, di nuovo, quando vedo lui passare in braccio intorno alla vita di lei per sorreggerla. Riesco a leggere il labiale di lei mentre gli sorride debolmente e dice: «Sei venuto».
Quindi era questo quello che mi nascondeva, aspetta un bambino da un'altra donna? Ora non sa come dirmelo, per questo era così misterioso e distratto. Certo, cose di questo tipo non accadono tutti i giorni e sono certa che una notizia del genere lo abbia sconvolto tanto quanto lo sono io adesso.
Il petto sembra scoppiarmi e un conato di vomito inizia a salirmi su. Scendo in fretta dalla macchina e inizio a vomitare l'anima.

Vorrei sapere cosa ha intenzione di fare Ethan, se vuole lasciarmi, se ha intenzione di riconoscere il bambino e iniziare una vita con lei...

Dopo essermi ripresa e pulita la bocca, mi accorgo di avere gli occhi pieni di lacrime. Lancio di nuovo un'occhiata a Ethan e a quella ragazza e noto che tutto sembra tornato alla normalità. Lei sembra stare bene e lui - dapprima preoccupato - adesso la sta guardando con rabbia. Li vedo parlare per un po' e poi lei tira fuori qualcosa dalla borsa - qualcosa che assomiglia ad una busta - e la porge a Ethan che la prende forzatamente. Poi lei lo abbraccia stretto e gli dà un bacio sulla guancia, come se gli stesse dicendo addio. Lui non la tocca, ma si limita a guardarla andare via. Osservo quella scena ed Ethan ormai rimasto solo sul marciapiede. Vorrei affrontarlo subito, ma sono troppo sconvolta per ragionare lucidamente. So che, una volta affrontato il problema, non sarò più in grado di guardarlo in faccia. Non doveva farmi una cosa del genere, non riesco a concepire il fatto che lui possa avere un bambino con un'altra, né sarò in grado di accettarlo. Immaginavo che fosse tutto troppo bello per essere vero e adesso sono consapevole che la nostra favola è giunta al capolinea.

Senza pensarci ancora più di tanto, salgo in macchina e mi incammino verso casa. Non ho intenzione di stare con lui un minuto di più. Durante il tragitto ricevo un messaggio di Ethan che recita: HO BISOGNO SI PARLARTI.
Ma io non ne voglio più sapere niente.

Qualche minuto dopo, a casa, ho già recuperato i miei vestiti e sono pronta per andarmene quando sento la porta aprirsi e mi trovo faccia a faccia con Ethan. Lui si acciglia non appena vede la mia enorme valigia. Sembra ferito e chiede, con un filo di voce: «Dove stai andando? Ho provato a chiamarti minimo dieci volte e mi sono preoccupato quando non ti ho trovato nemmeno a lavoro».

Con tutta la buona volontà che ho in corpo cerco di non piangere, ma invano. Le lacrime iniziamo a scorrere sul mio volto e Ethan fa per avvicinarsi, ma lo blocco.

«Fermo!» esclamo.

«Cosa c'è, Cami?» chiede in preda alla frustrazione.

Scuoto la testa e guardo per terra perché guardare il suo volto adesso mi fa troppo male. Sono ferita e mi sento tradita anche se forse tutto questo è successo mesi prima, quando noi non stavamo insieme e il mio ragazzo era Caden.

«Parlami, ti prego» mi implora, facendosi sempre più vicino.

Indietreggio automaticamente e posso riuscire a scorgere il suo sguardo ferito quando si accorge che lo sto tenendo a distanza.

«Te ne stai andando» afferma con lo sguardo perso nel vuoto. «Mi stai lasciando. Di nuovo. Cosa ci succede tutte le volte? Perché? Perché?» continua alzando la voce, strattonandosi i capelli.

«Ti ho visto all'Holiday Inn. Ero là anche io» ammetto.

Ethan sembra sorpreso, preso con le mani nel sacco e deglutisce visibilmente. Poi dice: «Volevo parlartene, senza aspettare un minuto di più».

«Non c'è nulla di cui parlare. È tutto più che evidente. Stai per diventare padre e non sarò io la madre dei tuoi figli. E mi dispiace, perché pensavo che nulla avrebbe potuto separarci, che avremmo avuto un bel futuro e avremmo passato il resto della nostra vita insieme. Invece hai rovinato tutto mettendo incinta un'altra».

«Cosa? No, no no! Non è esattamente andata così!» ribatte.

«Non negare l'evidenza! Ho visto tutto!» le urlo contro piangendo. «Addio, Ethan. Per sempre. E questa volta non mi guarderò indietro».

«Tu non andrai da nessuna parte e mi ascolterai finché non avrai sentito tutta la storia».

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𝗙𝗼𝗿𝗴𝗶𝘃𝗲 𝗮𝗻𝗱 𝗙𝗼𝗿𝗴𝗲𝘁Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora