Prologo.

181 2 1
                                    


2 ANNI PRIMA.

<<Prendi.>> mi disse il giovane riccioluto.

<<Cosa devo fare?>>

<<Appena arriva quel signore...>> disse indicandomi un uomo barbuto in lontananza <<Gli dai tutto.>>

Io annuii.

<<Hai ciò che mi serve?> una voce roca e dura mi fece rabbrividire e voltare.

<<Si.>> e gli porsi il sacchetto, senza fare domande. Prima mi pagava, prima sarei andata via. Ma proprio in quel momento, udimmo il suono delle sirene della polizia. Il signore barcollando mi lanciò i soldi e scappò, io mi bloccai sul posto. Non ero preparata a tutto ciò. Anthony mi aveva detto che non ci sarebbero stati poliziotti. Appena li vidi, però, scendere dalle loro vetture, mi sbloccai. Dovevo scappare. Iniziai quindi a correre, ma due forti braccia mi tirarono e scagliarono sul retro dell'auto. Cercai di divincolarmi ma senza riuscirci. Vidi Anthony scappare e la rabbia iniziò a ribollire dento di me. Mio cugino scappava, lasciando me in questa situazione. Io che non facevo parte di tutto ciò, io che gli avevo solo dato una mano dopo che mi aveva pregata in ginocchio.

A quel punto, non ci pensai due volte e urlai, indicandolo.

<<Lui, lui era con me! Mi ha detto tutto lui!>>

Un poliziotto lo rincorse e nella confusione, riuscii a liberarmi.

Correvo.

Correvo senza fermarmi, senza guardarmi alla spalle. Le gambe bruciavano, il respiro sembrava abbandonarmi, ma io non potevo fermarmi.

Non era la prima volta che aiutavo mio cugino a spacciare droga. Tutto iniziò, quando mesi prima, ero arrivata in casa sua poichè ero stata affidata a mia zia Jennifer. Pochi giorno dopo mi supplicò di aiutarlo.

Ma io non ero il tipo da queste cose. L'ultima volta gli avevo detto di tenermi fuori, che non potevo più aiutarlo e soprattutto coprirlo in questo guaio. Ma proprio pochi giorni fa, è arrivato da me piangendo, pregandomi ancora una volta, supplicandomi perchè questa volta se non fosse andato tutto bene, sarebbe finita male.

Anche Bonnie, la mia unica amica, mi aveva detto di starne alla larga. Bonnie è però una poliziotta. La conobbi alla questura, poichè avevo perso il cellulare e dovevo presentare denuncia. Quando mi ritrovai a raccontarle il guaio in cui mi ero cacciata, pur di aiutare quel pazzo di mio cugino, mi sgridò come una vera madre, nonostante i suoi otto anni più grande. Più volte aveva voluto intervenire per mettere una fine a tutto, ma io non avevo voluto. Era l'unico familiare che mi rimaneva, assieme mia zia. Ma la fine era arrivata proprio questa sera.

Continuavo a correre, pur di scappare al mio destino. Scavalcai il cancello di un parco e vi entrai, ma subito delle luci mi abbagliarono. Erano qui e una voce autoritaria, ma tremolante, mi obbligò a stare ferma.

Bonnie.

Lei era qui e alla sua vista, scoppiai in un pianto disperato.

2 ANNI DOPO.

Libertà. Dopo due anni in riformatorio, ero uscita. Respirai a pieni polmoni e feci un sorrisino. Bonnie non mi aveva abbandonata, anzi, mi aveva evitato un bel pò di cose. Ed ora eccola, qui fuori, ad aspettarmi. Era riuscita ad ottenere la mia tutela e soprattutto dopo tante pratiche, mi aveva fatta uscire. Ero felice, ma un pensiero mi assalì.

<<Anthony?>> sputai all'improvviso, dopo un pò, facendola voltare.

<<E' dentro.>>

Rimasi in silenzio. Non mi dispiaceva.

Mia zia era scomparsa e secondo alcune voci aveva messo in vendita casa ed era fuggita per la vergogna. Ma non si era minimamente interessata alla sua unica nipote. E poco importava, in questo momento.

Ora dovevo ricominciare da zero. Dovevo iniziare una nuova vita.




#Spazioautrice.

Salve a tuttii! Parto subito dal presupposto che questa è la mia prima storia, infatti mi scuso immediatamente per eventuali errori. Se siete arrivati a questo punto, molto probabilmente è scattato in voi qualcosa e ringrazio tutti in anticipo.
Se vi va magari, fatemi sapere cosa ne pensate.💞

Un bacio, robs.🌹

NEVER MINDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora