Il mio riposino pomeridiano fu disturbato da varie voci provenienti dal piano di sotto. Provai più volte a riaddormentarmi, cercando riparo sotto le coperte e sotto il cuscino, ma non ci fu niente da fare.
Sbuffai rumorosamente aprendo gli occhi e scostando violentemente le coperte dal mio corpo. Nera più che mai poi aprii la porta di scatto e scesi frettolosamente a vedere chi fosse.
Odiavo essere svegliata in questo modo, senza nessun motivo per giunta.
In salotto trovai i colpevoli e quasi mi venne voglia di lanciargli dietro la testa qualcosa. Sentivo quasi il fumo uscirmi dalle orecchie.
Bonnie e Sara, sedute in disparte sul divano, mi adocchiarono e per poco non scoppiarono a ridere.
<<Ragazzi, forse dovreste abbassare i toni.>> annunciò Sara, ridendosela sotto i baffi mentre io portavo le braccia incrociate al petto.
Alex, Brad e Jhon si girarono nello stesso momento, poggiando i loro joystick per terra e mettendo pausa al gioco di calcio a cui tanto si stavano applicando.
Alex mi fissava come se aspettasse che me ne andassi per ricominciare ad urlare come un coglione dietro al suo giocatore.
<<Gwen!>> mi salutò allegramente Brad. Tra i tre era assolutamente l'unico normale.
Ricambiai il suo saluto piacevolmente, salutando anche Sara che mi abbracciò.
<<Stasera lavoro, potete risparmiarvi tutto questo baccano?>> sputai poi isterica.
<<Non credi sia tardi per dormire?>> mi sfidò il biondo, squadrandomi da capo a piedi. Guardai l'orologio e notai fossero quasi le sette. Quel gigante aveva fottutamente ragione ed io dovevo assolutamente prepararmi nel minor tempo possibile altrimenti addio pullman.
<<Non credi tu sia troppo grande per questi giochi, Alex?>> lo fulminai con lo sguardo.
Cavolo, non potevo nascere lampo? A quest'ora già lo avrei bruciacchiato.
<<Gwen, credo tu dovresti farti gli affari tuoi.>> mi rimproverò Jhon ricevendo occhiatacce da tutti i presenti, mentre Bonnie assunse l'espressione di chi gli avrebbe fatto scoppiare la testa di lì a poco.
L'aria in quella stanza iniziava ad essere pesante e senza controbattere, andai tranquillamente a prepararmi. Pensai fosse meglio non dargli peso altrimenti la testa gli sarebbe scoppiata per merito mio.
Dopo una decina di minuti ero pronta: leggins nero e mega felpa grigia. Presi una piccola borsa a tracolla nera e ci buttai all'interno le chiavi, il portafoglio e il cellulare.
<<Bonnie io vado. Ciao ragazzi.>> dissi a raffica quando scesi al piano di sotto, avviandomi alla porta ma la voce squillante di Bonnie mi fece tornare indietro.
Sperai fosse una cosa seria perchè già ero in ritardo e lei sapeva quanto io tenessi a questo lavoro.
<<Gwen, Alex si è offerto di farti compagnia.>> per poco non mi affogai con la mia stessa saliva suscitando le risate di quelle due pazze. Sperai vivamente che fosse uno scherzo, insomma... La giornata non era iniziata nei migliori dei modi con Alex.
<<Andiamo?>> mi chiese poi il biondino, sembrava quasi impaziente.
Sbuffai, salutai nuovamente e mi avviai con il mio accompagnatore alla macchina.
Il viaggio durò poco, forse una ventina di minuti e per tutto il tempo regnò il silenzio.

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NEVER MIND
RomantikGwen Watson vorrebbe solo essere una ragazza come tante, vivere con spensieratezza la sua vita, esplorare e conoscere con le sue inconfondibili converse bianche. Eppure un passato da dimenticare la tormenta, lasciandola ogni volta senza respiro. Co...