Dopo scuola, decisi di non tornare subito a casa. Volevo conoscere ancora meglio la mia nuova città.
E così camminando tra quelle strade affollate, arrivai davanti l'entrata di un parco: Hyde Park.
Alla sua vista quasi sussultai. Era simile al parco della mia vecchia cittadina e le immagini di quella sera iniziarono ad invadermi la mente.
Eppure decisi di farmi coraggio e vi entrai lo stesso.
Non avevo mai visto qualcosa di così bello che rimasi imbambolata, era tutto così... magico.
Fui risvegliata dal mio stato di trance da un pallone a pois che arrivò ai miei piedi. Alzai lo sguardo e notai una bimba sorridente correre nella mia direzione, seguita a ruota da un signore. Erano uguali: gli occhi vispi e azzurri e i capelli ricci e biondo cenere.
Mi scappò una risatina e le andai incontro con il pallone sotto il braccio sinistro.
<<Posso riavere il mio pallone?>> mi chiese in modo buffo, indicandomi l'oggetto.
<<Gwen, come si dice?>> la riprese dolcemente l'uomo dietro di lei.
<<Perfavore...>> disse la piccola mordicchiandosi il pollice.
<<Anche io mi chiamo Gwen, sai?>> le dissi porgendole il pallone.
Alle mie parole, le brillarono gli occhi improvvisamente.
<<Il mio papi non sa giocare, giochi tu con me Gwen?>> chiese intrecciando le mani e con gli occhi dolci.
Guardai il suo papà in cerca di approvazione.
<<Certo che gioca con te tesoro! Il tuo papà è troppo grande.>> ridacchiò.
La piccola Gwen non se lo fece ripetere due volte che mi prese per mano, correndo.
Quando si fermò, mi guardò.
<<Sei proprio bella.>> espresse sorridendo.
<<Ma grazie, anche tu sai?>>
<<Le Gwenne sono tutte belle!>> gridò ridendo, coinvolgendo anche me in una fragorosa risata.
<<Prima di giocare però, avviso la mia amica. Altrimenti quando torno a casa mi rimprovera!>>
<<Fai presto però.>> disse portando le braccia sui fianchi.
Presi il cellulare dalla tasca del mio jeans e scrissi un messaggio a Bonnie.
-Gwen:
Sono al parco, torno più tardi.
Non aspettai la sua risposta, riposi il telefono al suo posto e inizia a giocare con la mia piccola amica.
Avevamo giocato più di un'ora, quando vidi Mark, il padre di Gwen, avvicinarsi a noi.
Eravamo sedute sul prato a raccontarci piccole storie e a farci capigliature strambe, inserendoci a vicenda nei capelli delle piccole margherite bianche.
<<Ei Gwen, arriva il tuo papà.>> le feci notare.
Lei si alzò velocemente e corse tra le sue braccia. Quella scena mi fece rabbrividire.
Poi mi alzai anche io, pulendomi.
<<Gwen è ora di andare. E' stato un vero piacere giocare con te Gwen grande, vero piccola?>> risi al buffo nomignolo che mi aveva affidato per distinguerci.
<<Si papi però voglio Gwen sempre a giocare con me.>> disse timidamente lei facendomi sorridere.
<<E' stato piacere mio, signor Mark.>> dissi stringendogli la mano libera.
<<Se vuoi possiamo darci appuntamento, dopo scuola, qui al parco. Cosa ne dici?>> continuai rivolgendomi alla mia amica che esultò felice alle mie parole.
<<Gwen.>> mi richiamò Mark.
<<Sono un paio di settimane che io e mia moglie cerchiamo qualcuno che guardi Gwen, quando non ci siamo. Ma ogni volta che troviamo qualcuno, la peste la fa fuggire. Cosa ne pensi, tu potresti?>> mi chiese speranzoso, poi continuò.
<<Anche perchè vedo che le sei molto simpatica. Ti pagheremo ogni volta che verrai!>>
Non ci pensai due volte che subito accettai.
Quella piccolina mi era entrata nel cuore subito: era così dolce. E poi, avevo bisogno di un piccolo lavoretto, anche per aiutare e ripagare Bonnie.
Presi un foglietto ed una penna nera dal mio zaino e trascrissi il mio numero di cellulare.
<<Questo è il mio numero, qualsiasi cosa, può chiamarmi qui.>>
<<Grazie. Allora a presto!>>
<<Ciao Gwen.>> mi diede un piccolo bacio la bimba.
<<Ciao tesoro.>>
Tornai a casa che erano le cinque passate, notando con mia sorpresa però che era vuota.
Pensai di chiamare Bonnie, ma mi ricordai di averle inviato un messaggio in precedenza e così controllai una probabile risposta.
-Bonnie:
Dammi tue notizie. Io sono in centrale e Jhon in ufficio.
Decisi allora di risponderle, avvertendo di essere a casa.
-Gwen:
Io sono a casa.
La risposta arrivò subito dopo.
-Bonnie:
Mi fermo al supermercato in centro e arrivo.
Bloccai il telefono e lo lasciai sotto carica e mi fiondai in bagno, pronta per una doccia calda.
#Spazioautrice.
Ciaao a tutti. Ecco qui un nuovo capitolo, spero vi piaccia. Nel caso lasciate un piccolo commentino, un bacino.❤️
-robs.

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NEVER MIND
RomansGwen Watson vorrebbe solo essere una ragazza come tante, vivere con spensieratezza la sua vita, esplorare e conoscere con le sue inconfondibili converse bianche. Eppure un passato da dimenticare la tormenta, lasciandola ogni volta senza respiro. Co...