Prologo

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DRIIIIN DRIIIIN.

«Uff... cosa vuole adesso?» si domandò infastidito il biondo, accettando la chiamata che gli era appena giunta sul cellulare.
Faceva caldo per essere settembre e la maggior parte degli studenti ne aveva approfittato per godersi la pausa pranzo all'aperto.

«Si, cosa c'è?» rispose seccato.
«Hai un obiettivo» rispose una voce maschile all'altro capo del cellulare.
«Ma come?» si arrabbiò «Sono già in missione speciale e voi me ne affidate un'altra?»
«Ehi, non prendertela con me... lei è nella lista» si giustificò la voce «Ti mando una sua foto sul cellulare.»
«Uff... e va bene» tagliò corto il ragazzo chiudendo la chiamata e facendo ballonzolare lo strano pendente a forma di gatto nero che aveva attaccato al cellulare.

Adrien, che si era accomodato tranquillamente tra i rami di un albero della scuola, chiuse gli occhi. Quando li riaprì divennero totalmente verdi, con la pupilla verticale quasi ridotta a una fessura, e si mise a scrutare verso il basso.

Poco dopo, tra la marea di studenti che stava rientrando per le lezioni del pomeriggio, la vide passare: era una ragazza con i capelli castano chiaro a caschetto e gli occhi verde spento, l'uniforme, come tutti gli altri, e lo sguardo perso nel vuoto.
"Bè, addio" pensò il ragazzo, e con un agile movimento roteò sul ramo, rimanendo appeso con le sole gambe, si portò esattamente davanti la faccia di quella ragazza, e la sfiorò con un dito sulla fronte. 

Durò tutto un attimo e nessuno si accorse di nulla.

La giovane vittima continuò ignara il suo cammino, mentre gli occhi di Adrien tornavano a essere normali e lui, sceso dal ramo con un balzo, tornava visibile.

«Missione compiuta» disse riprendendo il telefono in mano.
«Si, lo vedo» rispose sarcastica la voce maschile, mentre lo strano pendente a forma di gatto ballonzolava avanti e indietro.

«Si può sapere come mai?» chiese il biondo.

«A quanto pare quella signorina lì fa uso di droghe... e anche pesanti... l'ultima che ha preso proprio poco fa le sarà fatale» spiegò riluttante la voce «Queste cose non dovrebbero interessarti... tu dovresti fare il tuo lavoro e basta: dopotutto sei la Morte.»
«Si, lo so... ma non so perché mi dispiace sempre fare quel che faccio» rispose Adrien.

«Mah... come sei strano... certo che le altre Morti non fanno così...» ma la voce non finì il discorso che Adrien fece per chiudere la chiamata e mettere via il telefono per tornare a mescolarsi con gli altri studenti stando bene attento a non lasciarsi toccare o sfiorare da nessuno di loro.


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