«Ah, Tikki.... una figuraccia tremenda, ti dico... ma come ho potuto?»
Le lezioni del pomeriggio erano terminate e Marinette aveva passato tutto il tempo ad arrossire e ad agitarsi al solo pensiero di essere inciampata su Adrien.
Solo che lui non si era per nulla presentato alle lezioni pomeridiane, quindi la ragazza aveva immaginato le più tremende catastrofi come il fatto di avergli fatto male da qualche parte e quindi aveva trascorso il resto della giornata in infermeria, oppure che fosse talmente arrabbiato che aveva deciso di non venire.Naturalmente a Tikki non era sfuggito per nulla il comportamento dell'amica e con fare malizioso aveva provato più volte a chiederle cosa fosse successo, ma Marinette al solo ripensarci si imbarazzava e si agitava ancora di più.
Una volta tornata a casa, subito dopo cena aveva deciso di chiamare la compagna per sfogarsi.
«Ahahaha, solo tu potevi riuscire a inciampare su un sasso e cadere sopra al ragazzo che ti piace!» esclamò la rossa all'altro capo del telefono.
«Non ho mai detto che mi piace!» urlò Marinette rossa come un pomodoro «anzi devo dire che mi innervosisce parecchio! Però, ecco... ah! Che figuraccia!»
«Dai, sono sicura che tutto andrà bene, ti sei scusata. In fondo sono cose che possono succedere. Domani verrà di nuovo a scuola e tu continuerai a imbarazzarti seduta dietro a lui» sghignazzò Tikki.«Ah, ah. Divertente!» rispose sarcastica Marinette chiudendo la chiamata.
Ma si, in fondo, era stata solo una figuraccia che, però, poteva succedere a chiunque.
Il fatto che per lei fare figuracce era una cosa normalissima e all'ordine del giorno era tutta un'altra storia.Marinette si distese sul letto col braccio poggiato sulla fronte e chiuse un attimo gli occhi per carburare tutta la situazione e di come avrebbe dovuto affrontare l'indomani Adrien, quando un rumore alla sua finestra attirò la sua attenzione.
TUMP.La ragazza scostò il braccio per vedere cosa fosse, probabilmente un gatto o un uccellino, pensò... e invece era lui.
Adrien era lì, accovacciato sulla sua finestra che la osservava in silenzio.
«AAAAAHHHH!!! CHE CI FAI LÌ? MANIACO!» iniziò a gridare tirandogli addosso tutti i cuscini che aveva sul letto, ma quelli lo attraversavano.
«T-tu mi vedi?» balbettò Adrien, saltando nella stanza di Marinette e avanzando verso di lei.
«Certo che ti vedo! Non sei bravo a nascondino, eh?»esclamò Marinette terrorizzata.
«Com'è possibile?» cominciò a rimuginare il ragazzo, quando la porta della camera si aprì.«Marinette, tesoro, tutto bene?»
Era Sabine, la madre di Marinette.«Ti ho sentito urlare e mi chiedevo se fosse tutto ok.»
«M-mamma! P-posso spiegarti!» balbettò la ragazza indicando Adrien e chiedendosi in realtà quale scusa plausibile potesse dare a sua madre per spiegare la presenza di uno sconosciuto, un ragazzo per di più, in camera sua.
«Spiegarmi cosa? Tesoro, cerca di non urlare più che poi i vicini si lamentano» disse con tranquillità la donna, chiudendo la porta e andandosene come se nulla fosse.Marinette si voltò sbiancando verso Adrien.
«M-mia madre n-non ti ha visto... n-non è che per caso... s-sei ... un fantasma?»
Adrien prese un respiro profondo: "E adesso come le spiego tutta la situazione?" pensò.
«Marinette» disse con voce profonda e calma «siediti... ti spiegherò tutto.»
***
Marinette strinse più forte il cuscino mentre le lacrime le bagnavano il viso.
«C-così i-io sto p-per morire?» singhiozzò.Per quanto tutto quello che le avesse detto fosse assurdo, non sapeva perché, ma sentiva di credere alle parole di Adrien.
«È p-per q-questo che hai quegli occhi strani?»«Si» rispose lui con una nota un po' triste nella voce.
Da quando era arrivato in quella scuola, in missione speciale, non aveva fatto particolare attenzione alla compagna seduta al posto dietro di lui, ma adesso che, a causa degli eventi, era andato a trovarla e a darle quella triste notizia si sentiva come una stretta al cuore.
Di solito non gli piaceva fare quello che faceva e ogni volta che decretava la morte di qualcuno col suo tocco gli dispiaceva, ma sapeva che quello era il lavoro e che qualcuno doveva pur farlo; ma stavolta era stato diverso: non sapeva come, ma si sentiva particolarmente in colpa per quella ragazza. Dopotutto era stato lui a non essere riuscito a schivarla, il che era già strano; ma ancora più strano il fatto che lei riuscisse a vederlo nonostante "gli occhi".«Grazie agli "occhi" noi Morti ci rendiamo invisibili e intangibili, nessuno ci può vedere né toccare..» le spiegò Adrien.
«In effetti ti ho scagliato contro una raffica di cuscini e ti sono passati tutti attraverso» cercò di sorridere tra le lacrime Marinette «Ma come mai io posso vederti?»
«È questo che è davvero strano... dovrei chiedere a Plagg... ma a proposito... Plagg? Dov'è andato?» si chiese Adrien realizzando solo ora che lo spirito era scomparso da un pezzo.«Adrien» lo chiamò Marinette afferrandolo per il lembo della camicia «farà male?»
Era esausta: aveva pianto per quasi tutta la notte, travolta da quella miriade di emozioni e informazioni e ormai, stanca, si era infilata sotto le coperte con le lacrime che le rigavano ancora il volto.«No» le rispose dolcemente il ragazzo sedendosi accanto a lei «non sentirai nulla. Ma se vuoi posso farti compagnia fino a che non succede» aggiunse, imbarazzandosi immediatamente per quello che le aveva detto: «Ehm... no, cioè, ecco io... intendevo....»
«Mi farebbe molto piacere» sorrise lei.
E si addormentò.
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We're simply meant to be
RomanceAdrien è la Morte: il suo tocco è letale e quando mette "gli occhi" si rende invisibile e intangibile; eppure lei riesce a vederlo e a essere immune al suo tocco. Come mai? I personaggi sono gli stessi di Miraculous, ma decisamente in altre vesti...