«Così è perfetta!» si compiacque Adrien dando l'ultima passata di vernice.
Ci aveva lavorato tutta l'estate, ma finalmente la moto che si era costruito da solo era praticamente pronta.«Chissà che faccia farà Marinette quando la vedrà...»
«Ehm... che faccia dovrei fare di preciso?»
«AHH!!» sobbalzò il biondo colto dalla ragazza alle spalle «E tu che ci fai qui? Doveva essere una sorpresa!» sbuffò.
«Ah ahahaha! Non ho saputo resistere» esclamò lei cercando di nascondere un sorriso dietro la mano, e Adrien non riusciva a essere arrabbiato a lungo di fronte a quel sorriso.
«Vieni qua!» la rincorse, giocando per acchiapparla.
«Non ci penso proprio! Sei tutto sporco di vernice!» rispose lei cercando di fuggire, ma Adrien riuscì ad afferrarla e caddero insieme per terra ridendo a crepapelle.«Ti amo Marinette!» affermò con decisione il ragazzo sporcandole il naso di vernice.
«E io amo te Adrien» si addolcì lei, baciandolo appassionatamente.Il biondo si rimise in piedi aiutando la ragazza a fare altrettanto.
«Sei sicuro che sia tutto ok? Mi sembra un po'... traballante...» notò Marinette.
«Certo che sono sicuro!» rispose Adrien puntandosi il pollice al petto «hai davanti a te il migliore in tutto quello che fa!»
«Si, certo come no...» disse lei sarcasticamente.
«Ehi!» fece finta di rimanerci male lui «A proposito, passo a prenderti stasera. Devo portarti in un posto.»«Uh, dove?» si incuriosì Marinette.
«Eh, che curiosona! Lo vedrai!»
Marinette gli schioccò un bacio sulla guancia e andò a prepararsi.
***Quella sera sarebbe stato tutto perfetto, aveva organizzato tutto nei minimi dettagli: avrebbe preso Marinette e le avrebbe fatto passare la serata più romantica della sua vita.
Qualche giorno prima aveva scovato una piccola collinetta nascosta, da dove si poteva ammirare un panorama stupendo: lui l'avrebbe portata lì per godere della vista del tramonto sul mare e poi l'avrebbe sorpresa con un pic-nic interamente preparato da lui.
Quale miglior modo per inaugurare la sua nuova moto se non portando la sua ragazza per un giro di prova?Adrien bussò alla porta e pochi minuti dopo Marinette scese: era bellissima, col suo abitino bianco con piccoli pois rosa.
«Ciao Adrien» gli sorrise lei.«C-ciao...» balbettò lui, leggermente imbarazzato per quanto stesse bene con quell'abito «Stai molto bene.»
«Grazie» disse lei dandogli un leggero bacio sulla guancia per sciogliere la tensione «Andiamo?»
«Ma certo!» rispose lui ritrovando la sua solita spavalderia e porgendole il braccio.***
«Dove mi stai portando?» urlò Marinette da sotto il casco, mentre il vento le sferzava il viso.
«Lo vedrai! È un posto bellissimo! L'ho trovato qualche giorno fa!» le gridò di rimando Adrien.
«Non dovresti rallentare un poco?» chiese Marinette stringendosi più forte alla sua vita.«Sta tranquilla! Va tutto be....»
Adrien non riuscì a finire la frase perchè un lampo bianco venuto dal cielo lo accecò momentaneamente.
Perse il controllo della moto, che sbandò scontrandosi con un albero.
Fuoco.
Fumo.
Adrien era più o meno tutto intero. Certo, aveva lividi e una grossa ferita sanguinante al braccio, ma il primo pensiero che gli attraversò la mente fu: "Dov'è Marinette?"
Vide una figura distesa nell'erba poco più avanti, ma il fumo gli faceva lacrimare gli occhi e gli impediva di respirare.
Non seppe da dove trasse le forze, forse una scarica di adrenalina, ma riuscì a prendere quella piccola figura e a trascinarla più lontano, mentre il fumo continuava a salire verso l'alto e i pezzi della moto distrutta bruciavano intorno a lui.
Vide la pozza di sangue che si allargava sotto quella figura, mentre, girandola, si accorgeva che era proprio Marinette.
«NO! NO! NO! NO! NO! MARINETTE!» iniziò a gridare lui disperato.
«Ti prego, ti prego svegliati! Svegliati! Non può essere successo sul serio» urlava tenendola tra le braccia e scuotendola, ma la ragazza non sembrava dare alcun segno di vita.Provò immediatamente a fare la respirazione bocca a bocca.
«È tutta colpa mia! È tutta colpa mia!» piangeva disperato mentre alternava il massaggio cardiaco alla respirazione.
Dopo quelli che sembrarono essere i minuti più lunghi della sua vita, Adrien vide che ormai non c'era più niente da fare.
Marinette era morta.
Disperato, la strinse forte a sé: «Ti prego, ti prego! Prendi me!» urlava tra le lacrime di dolore «È stata tutta colpa mia! Farei di tutto per farti tornare indietro!»
«Davvero faresti di tutto?» gli chiese improvvisamente una gelida voce maschile apparsa dal nulla.
Adrien alzò lo sguardo e tra le lacrime riuscì a distinguere un uomo distinto, in completo, con tanto di occhiali e bastone da passeggio.
«Si!» affermò con decisione.
Non gli importava chi fosse e da dove fosse venuto, lui avrebbe fatto qualsiasi cosa per riavere la sua Marinette.«Il mio nome è Gabriel e si da il caso che io sia un demone. So che normalmente non mi crederesti, ma voi disperati credete a tutto» sghignazzò quello «Ti propongo un patto: la tua anima in cambio di quella della ragazza» disse indicando il corpo senza vita di Marinette.
Non aveva assolutamente senso quello che gli stava dicendo quell'inquietante uomo, ma se c'era un'unica, sola possibilità per riportarla in vita, allora avrebbe fatto di tutto, persino dare la sua anima in cambio.
«Affare fatto!» disse il ragazzo tendendo la mano al suo interlocutore.
Gabriel già pregustava non una, ma ben due anime: naturalmente il suo patto aveva una scappatoia e dopo aver ottenuto l'anima del ragazzo, avrebbe sguinzagliato le sue ombre per riprendersi quella della ragazza.
Oh, com'era facile ingannare gli stupidi esseri umani, soprattutto quelli disperati per amore!Stava per allungare una mano e siglare il patto con Adrien quando una voce femminile urlò:
«NO! FERMATI!»Adrien non fece in tempo a voltarsi che distinse una figura femminile con i capelli rossi e un grande paio di ali, prima di sentire Gabriel che sfiorava la sua mano e di perdere i sensi poco dopo.
***
«È stata tutta colpa mia...» pensò Adrien dopo essersi ricordato del suo passato.
Il suo passato e quello di Marinette.
Il patto fatto con Gabriel aveva sortito il suo effetto: Marinette era viva e stava bene, e lui, in cambio della sua vita era diventato una Morte.
Ma forse era meglio così: per fortuna lei non ricordava nulla della loro vita precedente, di quando erano due normalissimi esseri umani e si amavano. Ora che aveva ricordato tutto non aveva più il coraggio di guardarla in faccia: era stato lui la causa della sua morte, forse per questo lei riusciva a vederlo e toccarlo nonostante la sua nuova natura; ma i sensi di colpa lo divoravano come non mai.Ormai aveva deciso: avrebbe liberato quell'angelo, dopo di che avrebbe portato a termine la sua missione, sparendo per sempre dalla sua vita.
Non voleva metterla più in pericolo; tuttavia avrebbe continuato a vegliare su di lei da lontano e avrebbe fatto in modo che lei avesse la vita felice che si meritava e che lui, purtroppo, non aveva saputo darle.Colmo di questi pensieri, Adrien giunse finalmente all'ingresso della villa del demone.
«A noi due, Gabriel!»
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We're simply meant to be
RomanceAdrien è la Morte: il suo tocco è letale e quando mette "gli occhi" si rende invisibile e intangibile; eppure lei riesce a vederlo e a essere immune al suo tocco. Come mai? I personaggi sono gli stessi di Miraculous, ma decisamente in altre vesti...