Capitolo 6

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«Non osare toccarla» scandì con tono minaccioso Adrien mentre, frapposto tra Marinette e l'ombra, faceva apparire dal nulla un'enorme falce.

Era stato tutto così improvviso: Marinette era sicura di essere spacciata perché quell'orribile ombra nera con gli occhi viola ce l'aveva proprio con lei e in un attimo le aveva reso impossibile la fuga. E quando aveva chiuso gli occhi aspettando l'inesorabile fine, aveva rivolto il suo ultimo pensiero proprio ad Adrien.

E lui era semplicemente apparso dal nulla.

Con un balzo, il ragazzo si portò al di sopra dell'ombra e gli bastò un colpo traverso della falce per farla sparire.

«Tutto bene, Marinette?» le domandò preoccupato mentre la falce si dissolveva in un attimo così come era apparsa.

Marinette era sconvolta.

Forse era la paura per quell'ombra che aveva cercato di ucciderla o forse era perchè senza alcun motivo, nel momento in cui aveva pensato ad Adrien lui era apparso all'improvviso; l'unica cosa che sentiva Marinette in quel momento erano le lacrime che le pizzicavano gli occhi per via di tutte quelle emozioni.

Si rimise in piedi, mentre il biondo si avvicinava per aiutarla.

«S-sto bene, grazie» disse lei accennando un sorriso.

Per un attimo Adrien si sentì sollevato nel vedere che non si era fatta nulla, ma subito dopo la sua espressione si oscurò:
«Marinette... dobbiamo parlare...»

Lei lo guardò con aria leggermente preoccupata.

«Andiamo a casa tua...» suggerì Adrien.
Lei annuì.

Mentre i due si avviavano verso casa di lei, il gatto randagio che era fuggito facendo cadere il bidone della spazzatura li osservò allontanarsi e nel momento in cui i due sparirono dietro l'angolo, fu avvolto da una luce ritornando ad avere il suo solito aspetto.

«Ormai non ci sono più dubbi...» disse Plagg tra sé e sé «è proprio lei...» concluse allontanandosi nella direzione opposta.

***

Inferno.

I nervosi passi risuonarono nella sala.
All'apparenza sembrava un comune umano, vestito di tutto punto con un completo bianco e con un bastone da passeggio che gli conferiva una certa autorità; portava persino gli occhiali, ma la verità era che Gabriel era uno dei demoni più potenti di tutto l'Inferno.

«Lo sapevo! Sapevo che era proprio lei!» tuonò «Ho fatto bene a inviare una delle mie ombre per tenerla sotto controllo... e adesso che quel moccioso ci si è messo in mezzo, non ci sono più dubbi: questa volta lei sarà mia!» sogghignò stringendo il pugno.

***

Dopo essersi ricomposta un attimo, Marinette cambiò l'uniforme indossando una più comoda minigonna a pieghe e una maglietta che le lasciava le spalle scoperte: si chiedeva cosa mai avesse da dirle Adrien per essere così serio e sicuramente lei doveva fargli mille domande, pensò mentre tornava da lui in salotto. 

«Ehi, ti sei cambiata! Stai molto bene così!» esclamò Adrien vedendola arrivare.

«G-grazie...» balbettò Marinette, arrossendo come un pomodoro.

«Sarà meglio che mi cambi anche io... non ne posso più di questa uniforme...» disse lui.

«No, aspetta!!! C-come???» aveva cominciato a imbarazzarsi Marinette, ma per fortuna con un semplice PUFF l'uniforme di Adrien si trasformò in una normale maglietta nera e un paio di jeans.

«Così va meglio!» si compiacque lui,  mentre Marinette stava sprofondando per l'imbarazzo.

Quel pomeriggio, per fortuna, i suoi non erano in casa, quindi non c'era il rischio che la vedessero parlare da sola come una matta, quando in realtà stava parlando con una Morte invisibile.



«Adrien...»
«Marinette...»
«Ecco, ci sono alcune cose che ti devo dire...» dissero insieme contemporaneamente, imbarazzandosi poco dopo.

«Ehm... vai tu...» propose Adrien.

«Ho mille domande: che cos'era quella cosa che mi ha attaccato? Perché se tu sei la Morte, io non solo sono immune al tuo tocco ma riesco anche a vederti e a toccarti? Che sta succedendo?» chiese la ragazza senza prendere fiato.

«Ecco è proprio di questo che ti vorrei parlare...» iniziò incerto Adrien «Dunque, quella che ti ha attaccato è un'ombra. Le ombre sono i sicari dei demoni e a giudicare dal colore degli occhi di quell'ombra direi che apparteneva a Gabriel, uno dei demoni più potenti dell'Inferno.»

«U-un'ombra? P-perchè ce l'aveva con me?» cominciò ad allarmarsi Marinette.

«Vedi Marinette... i-io non te l'ho mai detto, non c'è stata occasione... »

Perchè tutt'a un tratto era diventato così difficile?
Ormai ce l'aveva fatta, ci era riuscito: aveva trovato l'angelo, non poteva essere altri che lei, la missione era compiuta. Certo lei non ricordava assolutamente nulla di chi fosse in realtà, ma il suo compito era quello di trovare l'angelo e ricondurlo in Paradiso, al suo posto. 
Perchè improvvisamente gli stava sembrando così difficile dirle la verità?

Si sentì sfiorare il braccio con delicatezza.
Forse era quello.
Nessuna Morte poteva toccare qualcuno senza risultare fatale: riuscire a percepire il calore di qualcuno senza ucciderlo era una sensazione che non aveva provato mai prima di allora.
Certo, di solito le Morti non incontravano né gli Angeli che operavano in Paradiso, né i Demoni che operavano all'Inferno: il loro lavoro si svolgeva invece sulla Terra, e per lo più erano neutrali. Il loro compito, d'altronde, era semplicemente quello di porre fine alla vita degli esseri umani; dove sarebbero andati dopo non era certo una loro preoccupazione.

Adrien non aveva mai incontrato né Angeli né Demoni: di solito erano gli spiriti che interagivano con loro, e infatti la missione gli era stata riferita direttamente da Plagg...   

Si accorse che lei lo stava guardando con decisione ma anche con dolcezza: «Ti prego Adrien, dimmi la verità. P-posso farcela.»

La fissò di rimando negli occhi con un velo di tristezza, dopo di che prese un respiro:
«Se io sono qui sulla Terra, che mi mescolo tra i comuni mortali c'è un motivo. Mi è stata affidata una missione.»

«U-una missione? Che missione?»

«Circa una quindicina di anni fa, un angelo è caduto letteralmente dal Paradiso... ha sbattuto la testa e si è dimenticato chi fosse, ma per fortuna, in qualche modo, l'angelo ha attivato inconsapevolmente un meccanismo di difesa che gli ha permesso di celare i suoi poteri a chiunque...»

Marinette lo guardava incredula, come se quello che stesse dicendo non avesse alcun senso.

«Marinette... quell'angelo sei tu.»

We're simply meant to beDove le storie prendono vita. Scoprilo ora