Capitolo 4

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«Plagg.»
«Si eccomi, sono qui» rispose lo spirito facendo un ossequioso inchino alla voce che lo aveva chiamato.

«Che notizie mi porti?»
«Sembra essere proprio lei. È immune al tocco di Adrien.»
«Molto bene. Tienili d'occhio e riferiscimi tutto.»
«Sarà fatto.»

***

BIP BIP.
La sveglia stava suonando già da dieci minuti quando partì un colpo di cuscino che la mise k.o.
«Yaaaawhn... stupida sveglia...» mugolò Marinette facendo capolino da sotto le coperte e stropicciandosi gli occhi.
«Che ore so...» ma non finì in tempo la frase che si guardò le mani mentre, come una scarica, le passarono in mente tutti gli avvenimenti della sera precedente: Adrien era la Morte, lei per sbaglio lo aveva toccato, lui era andato a trovarla per spiegarle la situazione, il suo destino era segnato, eppure...
«Sono viva...» mormorò la ragazza guardandosi attorno nella stanza per trovarsi accanto un Adrien incredulo con gli occhi sgranati.
«Adrien io sono viva!» gridò lei dalla gioia tuffandosi ad abbracciarlo.

Nonostante "gli occhi", Marinette era riuscita addirittura ad abbracciarlo.
Lei era viva.

Non solo riusciva a vederlo con tutto che era invisibile e intangibile, ma riusciva persino a toccarlo rimanendo immune al suo tocco mortale...

Nell'esatto momento in cui lei si gettò al suo collo, Adrien ebbe pochi istanti per pensare a tutto quello che stava accadendo, perchè in un attimo la vista gli si offuscò e davanti agli occhi gli passarono alcune immagini confuse: erano più che altro dei colori e quella che sembrava essere una luce bianca.

"U-una visione?" pensò Adrien.

«AAAAAHHH!!!» urlò Marinette riportandolo alla realtà. 
Era rossa come un pomodoro e ben presto anche Adrien arrossì leggermente in volto realizzando che lei lo aveva appena abbracciato.
«M-mi d-dispiace... i-io n-non v-volevo... ehm... vado a prepararmi...» balbettò la ragazza staccandosi da lui e ostinandosi a guardare un punto fisso verso il basso, dopo di che sparì in bagno.

«Ah! Ma perchè faccio una figuraccia dietro l'altra?» si lamentò con se stessa mentre iniziava a sciacquarsi il viso.
«L'ho abbracciato... come ho potuto? L'ho abbracciato... oddio... non avrò più il coraggio di guardarlo in faccia» aggiunse arrossendo violentemente.
D'un tratto si guardò di nuovo la mano e si ritrovò a pensare.
Adrien era la Morte.
Era una cosa totalmente surreale.
Non ci avrebbe creduto né ora né mai se non fosse stato che sua madre, entrando nella sua stanza, non lo aveva visto completamente nonostante fosse lì; e se non fosse stato che tutti i cuscini che gli aveva tirato addosso lo avevano attraversato.
Eppure lei riusciva a toccarlo...
Alzò lo sguardo e si rese conto, guardando l'orario della radio sveglia di suo padre, che erano già le 7.45.
«AHAHHH!!! SONO IN RITARDO!!!!» urlò «DEVO SBRIGARMI! Adrien, io devo prepararmi quindi ti conviene uscire da camera...» ma non finì la frase che quando tornò in stanza il ragazzo era già scomparso.
«Questa storia non finisce qui... gliene parlerò dopo la scuola» mormorò tra sè e sè.

***

Che cosa era stata quella visione?
Una Morte poteva avere delle visioni?
Era una cosa che non aveva mai sentito dire in giro, eppure a causa dell'abbraccio di Marinette gli erano passati davanti agli occhi tutte quelle immagini confuse e quella luce bianca.
No, Marinette non poteva essere un essere umano normale.
Riusciva persino a vederlo e a toccarlo nonostante "gli occhi", non solo: a quanto pare era persino immune al suo tocco. 
E se non era un essere umano, allora non poteva essere altri che....
«Plagg? Plagg?» iniziò a chiamare insistentemente.

Quella mattina Adrien non era andato a scuola: doveva avere la certezza che tutto quello che era successo con quella strana ragazza fossero le prove che lei fosse in realtà l'angelo caduto.
Dopo che lei si era fiondata in bagno per prepararsi, Adrien era uscito a cercare il suo spirito che per tutta la notte non si era fatto vedere.
Non era strano che Plagg di tanto in tanto gironzolasse per i fatti suoi: fintanto che Adrien teneva "gli occhi" anche lui era invisibile, e il ragazzo li aveva tenuti per tutta la notte.

Anche adesso aveva "gli occhi", e per ritrovare il suo spirito, con un balzo si era portato su uno dei grattacieli più alti della città.
Aveva cominciato a fare avanti e indietro sul cornicione, divorato com'era da tutti quei pensieri.

«Plagg? Uff... ma dove diavolo è quello spiritaccio quando serve?» si lamentò il biondo.
«Ehi, non è molto carino chiamarmi spiritaccio...» rispose Plagg apparendo dal nulla.

«Ma dove sei stato tutta la notte?» lo rimproverò Adrien «Oh, senti, non ha importanza: credo di aver trovato l'angelo caduto!» 
«C-come?» sussultò lo spirito leggermente a disagio.

«Ma si! Hai presente quella ragazza che mi è piombata addosso ieri, a scuola?»

«S-si..»

«Ecco, sono stato a casa sua per dirle la verità, perchè... ecco... mi sembrava la cosa più giusta da fare...» si imbarazzò leggermente «ma lei non solo è riuscita a vedermi e toccarmi nonostante "gli occhi"... Plagg, lei è immune al mio tocco! Non è morta, capisci?» aggiunse con foga.

«P-potrebbe essere lei... ma dobbiamo accertarcene» rispose titubante lo spirito.

«Sarà sicuramente lei! Nessun essere umano è immune al tocco di una Morte, e poi mi ha provocato una visione!»

«Una visione?» chiese Plagg sgranando gli occhi.

«Si, e questo non può farlo certamente un umano. Tuttavia credo che ancora non si sia risvegliata, e non sappia chi sia in rea...»

Adrien non finì la frase che una sensazione di pericolo si impadronì di lui.

«Adrien!» si sentì chiamare come se fosse un grido di aiuto.

«Plagg! È in pericolo!» gridò allarmato allo spirito «Devo andare da lei!»

«A-aspetta!» cercò di fermarlo Plagg, ma lui era già andato.


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