Capitolo 8

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«Anf... anf... »
«Non avresti dovuto usare quel poco di poteri che ti rimanevano!» la rimproverò Plagg.
«Eh, ma se non fossi intervenuta quei due sarebbero stai in guai seri...» disse Tikki accennando un sorriso, ma subito dopo si accasciò per terra.

«Tikki!» gridò allarmato lo spirito.

Una luce avvolse l'angelo e in men che non si dica sparirono sia le ali che la spada, lasciando il posto alla semplice uniforme da studentessa: «sarà meglio che resti in forma umana ancora per un po'... » disse lei cercando di sorridere.
«Non dovevi sforzarti ugualmente» sbuffò Plagg incrociando le braccia e tranquillizzandosi leggermente.

«Ti stai preoccupando per me?» domandò col suo solito sorrisetto sarcastico l'angelo.
«Assolutamente no!» arrossì Plagg.
«Grazie Plagg» sorrise Tikki riprendendo un po' di colore sulle gote «però dovresti vegliare su quei due, io posso cavarmela.»
«E lasciarti qui da sola? Non se parla minimamente!» si seccò lo spirito.

«Sei un tesoro.»

«Oh, ma che scena commovente!» li interruppe improvvisamente una voce maschile fredda e profonda.
«GABRIEL!» digrignò i denti Plagg mettendosi sull'attenti.

«E così è qui che ti nascondevi...» ghignò il demone avvicinandosi a Tikki ancora debilitata per il combattimento di prima.
«NON OSARE AVVICINARTI A LEI!» lo minacciò lo spirito e improvvisamente il suo corpo si avvolse di fiamme, lasciando spazio non più alla forma di un gattino nero, ma a quella di una grossa pantera con le fiamme che gli avvolgevano le zampe.

Plagg era pronto a colpire e stava caricando il fuoco dalle fauci, ma a Gabriel bastò un semplice gesto con la mano per evocare una moltitudine di ombre che sommersero Plagg in pochi secondi.

«PLAAAAGG!!!» urlò Tikki, ma purtroppo era totalmente impotente e debole per aver ricorso ai suoi ultimi residui di potere che non riusciva a tornare alla forma di angelo.

E naturalmente Gabriel ne approfittò: avanzando con passo lento, il demone si portò vicino a lei afferrandole il mento con due dita, mentre delle ombre le bloccavano le braccia.

«E così è per questo che nessuno ti trovava» le sibilò a pochi centimetri dalla faccia, mentre lei lo guardava con disprezzo.

«Se hai fatto del male a Plagg, giuro che...»
«Che cosa? In questa forma non puoi proprio farmi niente! AHAHAH!» ghignò divertito «Ho un altro piano in mente per lui... e adesso tu verrai con me: un angelo... che preda succulenta...»

E con un gesto sparì insieme a tutte le sue ombre e Tikki, lasciando Plagg, tornato alla sua forma solita,  per terra.

«A-Adrien... d-devo avvertire... Adrien...» riuscì a balbettare prima di svenire.


***

Aveva disteso Marinette ancora svenuta sul letto e non faceva altro che osservarla pensando a tutto quello che era appena successo.

Tikki era l'angelo caduto, l'aveva vista con i suoi occhi, con tanto di ali e spada di luce.

Plagg lo sapeva e non gli aveva detto nulla, anzi, ancora una volta era sparito, magari con lei.

E la cosa più importante di tutte: se Tikki era l'angelo caduto, chi era allora Marinette? Perchè riusciva a vederlo e toccarlo nonostante fosse una Morte? Perchè Gabriel ce l'aveva con lei e l'aveva attaccata ben due volte?

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