Capitolo 2

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Sin dal momento in cui era salita sull'autobus fino a quando non era arrivata a lavoro, non fece altro che pensare a quello strano incontro; si guardò il polso che poco prima quella sconosciuta aveva stretto e si stupì nel notare i segni delle sue unghie impressi sulla pelle.
Quando riportò gli occhi sulle porte del grande edificio, dovette fare un profondo respiro prima di entrare. Era un palazzo abbastanza antico e per questo motivo, risaltava rispetto a qualsiasi altra costruzione nelle vicinanze; era composto da tre piani: gli uffici, le stanze per gli interrogatori e la mensa. Vi era anche anche un seminterrato ma lei non aveva idea di cosa contenesse, supponeva ci fossero degli archivi.
Subito dopo l'entrata, a sinistra, si trovava, come veniva chiamato dai suoi colleghi, il "banco informazioni", una piccola stanza dentro la quale lavorava John Peters, colui che riceveva la gente che aveva intenzione di sporgere denuncia per qualcosa, che doveva denunciare una scomparsa e che si occupava di fare da tramite tra il capo e i colleghi. 
《Buongiorno Mitchell.》la salutò lui, affacciandosi dalla piccola finestra.
《Buongiorno signor Peters.》
《Il capo la aspetta nel suo ufficio, aveva qualcosa da comunicarle.》
Sentendo quelle parole, avvertì un nodo alla gola; lavorava lì solo da poche settimane ed era già arrivata in ritardo per tre volte, e quella mattina qualcosa le diceva che aveva finito di lavorare per il dipartimento di polizia di New York.
Tremante dalla paura si avviò verso le scale e mai prima d'ora aveva desiderato poter usare un ascensore, salire tutti quei gradini era snervante.
L'ufficio del signor Smith si trovava all'ultimo piano, a qualche metro di distanza dalla mensa; quando lei arrivò, la porta era chiusa e poté sentire un accesa discussione:《Continuano ad arrivarci segnalazioni da parte dei coniugi Simmons, questa cosa va avanti da tre mesi.》
《Segnalazioni a proposito di cosa?》
《La loro vicina di casa è una persona un po' particolare e a tratti violenta. Tutto il vicinato non è contento di averla intorno.》
《Hanno registrato atti di violenza?》
《No signore.》
《E allora qual'è il problema?》
《La signorina Beale sta attraversando un brutto periodo. Ha perso i genitori anni fa e da pochi mesi ha perso anche il fratello. È rimasta da sola e questo la sta facendo impazzire. A detta dei vicini si comporta in modo strano, come se avesse delle allucinazioni; ci hanno chiesto di allontanarla da lì, di trasferirla da un'altra parte.》
《Lei la conosce signor Phelps?》
《Non direttamente, conoscevo il fratello, Tyler Beale. Lavorava nel ristorante "Johnny's" in fondo alla strada, faceva il cameriere.》
《Sa com'è venuto a mancare questo ragazzo?》
《Bhe...lui è...》il cigolio della porta lo fece tacere.
《Signorina Mitchell, la aspettavo da un po'.》disse il capo poggiando i gomiti sulla scrivania.
《Mi scusi, sono arrivata con qualche minuto di ritardo.》
《Siamo già a quattro ritardi, non può continuare così. Qui al dipartimento è fondamentale la puntualità.》
Lei annuì spostando poi lo sguardo sull'uomo in piedi accanto al tavolo.
《Lui è Scott Phelps. Signor Phelps lei è...》
《Rebeca Mitchell.》rispose timidamente.
《Signorina Mitchell, il signor Phelps sarà il suo partner.》
《D'accordo.》
《Per cominciare che ne direste di occuparvi di queste cose?》disse consegnando al poliziotto un fascicolo.
《Di che si tratta?》
《Della scomparsa della figlia dei Mackenzie, andate ad interrogarli, abbiamo bisogno di risposte.》
《Certo signor Smith.》
Entrambi fecero per uscire dalla stanza ma il capo li bloccò.
《Phelps?》
《Sì signore?》
《La signorina Mitchell lavora qui da poco, insegnale i trucchi del mestiere. D'accordo?》
《Certo.》rispose chiudendosi poi la porta alle spalle.
《Da quanto tempo lavori qui esattamente?》domandò Phelps scendendo le scale.
《Da tre settimane. Mi sono trasferita da poco.》
《E dove lavoravi prima?》
《All'LAPD.》
Il poliziotto si fermò di colpo, poco prima di aprire la porta che dava sul parcheggio.
《Lavoravi al dipartimento di polizia di Los Angeles?!》disse sgranando gli occhi.
《Oh non fraintendermi, facevo solo la segretaria, niente di più. Portavo i fascicoli da un ufficio ad un altro.》
《E adesso hai deciso di spostarti alle indagini?》
《Già.》
Entrambi entrarono in auto, diretti verso la casa dei Mackenzie.
《Le indagini sono la parte migliore di questo lavoro, anche se a volte sono più complicate del previsto. Devi essere pronta a tutto Rebeca.》
《Chiamami Beca, non è necessario usare il nome completo.》
《Non ti piace?》chiese uscendo un braccio fuori dal finestrino.
《Non molto.》
Per qualche minuto nessuno dei due disse una parola eppure Beca sembrava incerta se chiedere ad alta voce ciò che stava pensando oppure tacere.
《Posso chiederti una cosa?》cominciò passandosi una mano fra i capelli a causa del nervosismo.
《Certo.》
《Chi era Tyler Beale?》
L'uomo si voltò verso di lei per alcuni secondi per poi riportare gli occhi sulla strada.
《Era un ragazzo che lavorava lì.》rispose indicando un ristorante.
《Hai sentito la nostra conversazione?》
《Sì. Non volevo farlo è solo che...parlavate a voce alta.》
《Stiamo ancora indagando su di lui. Lo hanno trovato due uomini in una campagna poco lontana da qui, accanto a lui c'era una pistola.》
《Si tratta di suicidio?》
《Non sappiamo dirlo. Alcune ipotesi sono a favore del suicidio, insomma l'arma è stata trovata accanto a lui e le ferite che ha riportato sono alla testa. Potrebbe però trattarsi anche di omicidio, anche se mi sembra un'ipotesi assurda.》
《E perché?》
《Le impronte rilevate sulla pistola appartengono alla sorella, Chloe Beale, ma non riusciamo a spiegarci il perché. Quei due andavano sempre d'accordo a detta di chi li conosceva. Quindi perché mai avrebbe dovuto sparargli?》
《Una lite?》azzardò lei.
《Mi sembra improbabile. Basterebbe una semplice lite per uccidere una persona così importante per te?》
《Effettivamente...hai ragione, non può essere. L'avete già interrogata?》
《Sì. Lei dice che è stato un uomo a sparargli ma non ha lasciato impronte, né qualcosa da poter utilizzare per incastrarlo. Abbiamo analizzato più volte la scena ma non è stato trovato niente di rilevante.》
《E lei non vi ha fornito indizi sull'aspetto fisico di questo qui?》
《Purtroppo no. Ha detto di non averlo mai visto prima d'allora. Ci ha solo detto che è di corporatura robusta e molto alto, tutto qui. Praticamente non ha detto niente.》sospirò.
《Come mai non vi ha detto altro? Non è strano? Se qualcuno ha ucciso tuo fratello fai il possibile affinché venga arrestato.》
《Ci ha detto che quando è accaduto tutto, erano le dieci di sera, era tutto buio, per questo non ha potuto vederlo bene.》
《Non mi sembra molto convincente.》
《È meglio di niente. Sapendo qual'è il carattere della signorina Beale, è già tanto se abbia deciso di parlare.》
《Perché quale sarebbe il suo carattere?》
《Bhe...i suoi vicini di casa dicono che non sia del tutto sana di mente.》
《Come fanno a dirlo? Che fa di così strano?》
《Si comporta come se avesse delle allucinazioni. Non parla quasi mai con qualcuno ma la gente dice di averla sentita mormorare più volte il nome di suo fratello, quasi come se lui fosse davanti a lei.》
Beca si portò una mano alla bocca pensando al fatto che le ultime parole pronunciate dal collega, sembravano descrivere alla perfezione la sconosciuta che aveva incontrato quella mattina.
《Ehy va tutto bene?》chiese guardandola.
《S-sì certo. Stavo solo pensando.》
《Siamo arrivati.》disse Phelps poco dopo, accostando davanti al vialetto della casa dei Mackenzie.

Angel with a shotgun || BechloeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora