Capitolo 11

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Il detective si chiuse la porta alle spalle lasciando Beca alquanto perplessa. Si chiedeva cosa la stesse spingendo a fidarsi così tanto di una persona che conosceva da appena qualche giorno. E si chiedeva se fosse stato un errore darle una possibilità. Le ultime parole pronunciate dal partner le si ripetevano in testa come un disco rotto facendole ammettere che forse stava correndo un po' troppo.
Beca si avvicinò alla scrivania e prese il fascicolo che i poliziotti avevano lasciato poco prima. Lo aprì ed iniziò a sfogliarlo leggendo le informazioni riguardanti la vittima, il luogo dove era stato trovato il corpo, le ventiquattro ore prima dell'omicidio e così via. Tutte informazioni apparentemente inutili, non dicevano niente di particolare, niente che non fosse ovvio. Eppure la campagna dove era stata ritrovata la ragazza la faceva pensare, era convinta che non potesse essere solo una pura coincidenza, doveva esserci qualcosa sotto. Improvvisamente udì una voce familiare provenire dal piano inferiore. Scese in fretta e furia le scale ma si fermò al penultimo gradino; davanti al banco informazioni si trovava Chloe, parecchio agitata e confusa.
《Voi non capite. Dovete aiutarmi.》disse la rossa al signor Peters, che però sembrò non darle retta.
《Ho ricevuto una telefonata ieri sera, questo tizio mi sta pedinando, sa dove sono, dove abito e chi frequento.》
《Mi dispiace signorina Beale ma noi non possiamo fare nulla. Non abbiamo neanche le prove che questo qui la stia pedinando sul serio.》
《Di che prove avete bisogno?! Vuole farmi del male, conosceva mio fratello e adesso vuole vendicarsi su di me.》
Il signor Peters sbuffò ripetendo che non poteva fare nulla a riguardo.
《Chloe!》urlò Beca avvicinandosi ai due; la rossa però la guardò come se avesse di fronte un fantasma.
《Stà alla larga da me.》sussurrò indietreggiando fino a toccare la porta d'ingresso con la schiena.
《Chloe sono io, sono Beca.》
《Allontanati da me!》disse più forte uscendo nel parcheggio.
《Ehy va tutto bene. Torna qui.》provò a tranquillizzarla ma ad ogni passo che faceva verso di lei Chloe ne faceva uno all'indietro.
Beca riuscì ad afferarle il polso per fermarla ma ciò sembrò farla entrare nel panico.
《No! Non toccarmi! Ti prego!》la implorò.
《Chloe guardami, sono io.》
La ragazza si portò le mani alle tempie e chiuse gli occhi, quel gesto fece capire subito alla mora cosa stesse succedendo.
《Chloe. Va tutto bene.》le prese le mani ma quando Chloe si liberò le sfilò i guanti scoprendo tutti quei graffi assenti la sera prima.
《Ma cos'è successo?》disse coprendosi la bocca con una mano.
《Beca lasciami andare. Non posso farmi vedere in giro con te.》la supplicò nuovamente.
《È tutto apposto. Non ho paura di farmi vedere in giro con te. Se la gente dovesse dire qualcosa lasciala parlare, a me non interessa.》
《No Beca tu non capisci.》
《Non importa ciò che gli altri pensano di te. Io voglio aiutarti.》
《Non puoi aiutarmi! Non puoi fare niente per me! Stare con me ti metterà solo in pericolo!》urlò mentre le lacrime le rigavano il viso. Chloe avrebbe tanto voluto farle sapere cosa le stesse succedendo, avrebbe voluto dirle di quella telefonata ma le parole le morivano in gola.
《In pericolo?》domandò Beca.
《Qualcuno sa...》
《Beca!》
Entrambe si votarono di scatto verso l'ingresso del dipartimento dove il detective Phelps la stava chiamando a gran voce.
《Devo parlarti di una cosa.》disse sbrigativo.
《Cosa?》
《Ti spiegherò tutto in ufficio, non qui davanti a...》non finì la frase ma indicò Chloe con lo sguardo.
《D'accordo. Arrivo subito.》
Beca salutò la ragazza con un cenno del capo e seguì l'uomo fino alla porta.
《Mi spieghi per quale assurdo motivo ti ostini a parlarle?》disse con voce ferma. La mora lo guardò negli occhi, di un verde smeraldo, e poi con un sospiro si decise a risponderle.
《Mi stupisce come tu, da bravo poliziotto quale sei, ti fermi alle apparenze.》disse con tono di sfida.
《Come prego?》
《Conosci quel detto: "Mai giudicare un libro dalla copertina"?》
《Certo che lo conosco.》
《È esattamente quello che tu, come tutti quelli che lavorano con noi, stai facendo.》
Phelps decise di non rispondere a quella provocazione piuttosto cambiò argomento.
《Ad ogni modo...hanno riesaminato il corpo di Hailee Mackenzie e sono riusciti a trovare delle impronte digitali.》si chiuse la porta dell'ufficio alle spalle, si sedette su una sedia e prese un fascicolo dal cassetto.
《A chi appartengono le impronte?》
《A un certo Mark Lopez.》
《E chi è?》
Il poliziotto sfogliò tutti quegli appunti fino a trovare una foto di un uomo dalla carnagione mulatta e dai capelli e gli occhi scuri.
《Lo hai mai visto?》domandò Phelps.
《No mai.》
《Dobbiamo trovarlo. Dobbiamo interrogare i testimoni e scoprire se lo conoscevano o meno.》
Beca annuì distrattamente non facendo molto caso a ciò che aveva sentito. Stava pensando ad altro, a qualcosa che, ne era certa, al partner non sarebbe piaciuta.
《Beca? Stai bene?》chiese alzando un sopracciglio.
《Sì...sono solo pensierosa.》
《Questo lo avevo notato. Diamine Rebeca, quella ragazza ti sta facendo impazzire più di quanto pensassi.》disse poggiando il mento sulle mani e guardandola con una strana espressione dipinta in viso.
《Cosa ti fa dire che stessi pensando a lei?》
《È evidente. Sai...ti conosco da poco ma sto imparando a capire le tue emozioni.》
《In che senso?》
《Bhe...ad esempio quando sei preoccupata aggrotti la fronte, quando sei nervosa ti passi freneticamente le mani fra i capelli e quando sei pensierosa è quasi come se ti esternassi da tutto.》
Beca si stupì di come quell'uomo che conosceva solo da qualche giorno era già stato in grado di capire cosa le passasse per la testa e si sentì come un libro aperto davanti ai suoi occhi.
《E per quanto riguarda Chloe Beale mi sembra di notare che tu ti stia lentamente affezionando a lei.》
La mora sussultò, chissà per quale motivo sentire anche solo quel nome le aveva provocato un brivido.
《Perché credi che mi stia affezionando a lei? Io faccio solo il mio lavoro.》
《Il tuo lavoro prevede gli interrogatori ma tu...tu la cerchi anche fuori dal dipartimento di polizia. Ti preoccupi per lei, un po' come hai fatto poco fa, e sembra che stare con una persona che ha qualche problema mentale non ti spaventa.》
《È la verità. Io non ho più paura di Chloe. Ho deciso di fidarmi di lei, volevo darle una possibilità, qualcosa mi diceva che avrei dovuto aiutarla. Ho imparato a conoscerla e, come ti ho già detto, non è come tutti credono che sia.》
Beca, che fino a quel momento era rimasta in piedi davanti alla scrivania, si sedette di fronte al collega e lo guardò negli occhi.
《Forse hai ragione tu. Mi sto affezionando a Chloe Beale più di quanto avrei voluto.》

Angel with a shotgun || BechloeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora