Capitolo 12

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Quando scese la sera, alla fermata dell'autobus, Beca ebbe l'occasione per riflettere su ciò che aveva detto poche ore prima. Aveva ammesso a voce alta di provare qualcosa nei confronti della ragazza dai capelli rossi, che era entrata in modo brusco nella sua vita ma che lentamente si stava facendo strada nel suo cuore.
Guardava l'insegna del Joe's pub, di un rosso acceso, illuminata dai neon, osservava le automobili che le passavano davanti, anche l'uomo che portava a spasso il proprio cane e nel frattempo si abbandonava ai propri pensieri. Qualcosa però la riportò alla realtà, un cappotto nero catturò la sua attenzione; Beca cercò di identificare quella figura guardandola dalla testa ai piedi e, quando questa fu più vicina, si accorse di quei capelli rosso fuoco che si muovevano come delle piccole onde a causa del leggero vento.
La ragazza si fermò poco distante da lei, e ciò fece credere alla mora che non si fosse accorta della sua presenza, tirò fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette e ne accese una per poi portarsela alle labbra con un sospiro.
《Chloe?》mormorò Beca, quasi per fare in modo che la sentisse solo lei.
《Ehy, scusami non ti avevo vista.》un lieve sorriso fece capolino, anche se solo per qualche secondo, sul suo viso.
Beca la guardò e non poté fare a meno di notare quanto quel sorriso così sincero, che aveva visto per la prima volta, fosse incredibilmente dolce.
《Posso chiederti una cosa?》disse la mora tentando di porre fine a quel lungo silenzio che stava diventando imbarazzante.
《Suppongo di sì.》
《Perché ogni giorno stai qui anche se non devi prendere nessun autobus?》
Chloe si tolse la sigaretta dalle labbra, espirò e poi abbassò lo sguardo fino a guardare l'asfalto sotto i suoi piedi.
《Odio stare a casa.》rispose poggiandosi contro metallo freddo.
《Se sto lì inizio a pensare e mi sento peggio. Cerco di stare fuori il più possibile.》
Un'altra risposta a cui seguirono altri minuti di silenzio, troppo fastidioso e al tempo stesso troppo difficile da interrompere. Il suono di un clacson le fece sussultare entrambe e in breve tempo, un autobus bianco si parò davanti ai loro occhi. Le ragazze si guardarono per qualche secondo, fino a quando Beca non iniziò a salire sul mezzo. Salì solo il primo gradino prima di voltarsi di nuovo, incrociando quelle meravigliose iridi azzurre.
《Vieni con me.》ripeté la stessa frase della volta precedente, alla quale però seguì la stessa risposta:《Non posso.》
La mora fu costretta a sedersi e ad osservare la fermata allontanarsi sempre di più fin quando non sentì qualcosa sbattere sul finestrino.
《Chlo?》si voltò, trovando la rossa che correva di fianco al mezzo che proseguiva piano lungo la strada.
《Fermi l'autobus!》gridò alzandosi in piedi. L'autista rallentò fino a fermarsi del tutto per aprire le porte.
La ragazza salì titubante, guardando ogni singola persona prima di raggiungere Beca.
《Chloe, che fai?》
《Non posso...non posso stare da sola a casa. Ho bisogno di qualcuno...ho bisogno di te.》disse col fiatone a causa della corsa e con un insolito luccichio negli occhi.
Beca si fece da parte, facendola accomodare accanto a lei, e tirò fuori qualcosa dalla borsa.
《Questo è tuo.》disse porgendole il cappello nero.
Chloe sorrise leggermente prendendole il cappello dalle mani.
Man mano che l'autobus procedeva lungo le strade di New York, Beca teneva lo sguardo fisso sul paesaggio che le scorreva davanti e Chloe non smetteva di guardarsi intorno. Era evidente quanto la rossa fosse nervosa, odiava stare in mezzo a tante persone, cercava una distrazione in ogni minima cosa e più passava il tempo più stava iniziando a pentirsi della sua scelta, salire su quel mezzo era stato un grave errore.
Improvvisamente si ritrovò qualcosa tra le dita, un sottile filo bianco.
《Che devo farci?》disse osservando quegli auricolari.
Beca prese il telefono e li attaccò ad esso per poi fare partire una playlist.
《Quando sono nervosa ascolto sempre della musica, mi aiuta a calmarmi.》rispose sottovoce facendole indossare una cuffietta.
La canzone che partì era un lento, sembrava quasi una ninna nanna, ben presto però oltre alla voce dei cantanti, Chloe ne sentì un'altra, estremamente dolce provenire dalla sua destra. Si voltò e notò che la mora aveva cominciato a cantare piano, con la voce ridotta a un sussurro.
《You with the sad eyes
Don't be discouraged
Oh i realize
It's hard to take courage
In a world full of people
You can lose sight of it all
The darkness inside you
Can make you fell so small.
Show me a smile then
Don't be unhappy
Can't remember when
I last saw you laughing
This world makes you crazy
And you've taken all you can bear
Just call me up
'Cause I will always be there.
And I see your true colors
Shining through
I see your true colors
And that's why I love you
So don't be afraid to let them show
Your true colors
True colors are beautiful.》
Beca fece una pausa mentre la musica scorreva lenta nelle loro orecchie fin quando, con sua grande sorpresa, Chloe proseguì.
《I see your true colors
Shining through
I see your true colors
And that's why I love you
So don't be afraid to let them show
Your true colors
True colors are beautiful
Like a rainbow
Ooh ooh ooh like a rainbow.》
Quando il brano finì rimasero a guardarsi per un lungo periodo di tempo prima che la mora si decidesse a rompere il silenzio.
《Non sapevo sapessi cantare.》
《Da piccola adoravo farlo, passavo intere giornate a cantare qualsiasi canzone. Cantavo con mio fratello, lui aveva una chitarra classica e questo era il nostro passatempo preferito.》
Concluse la frase con un malinconico sorriso e si tolse l'auricolare per poi dire:《Credo che tu sia arrivata.》
《Già. Devo andare, mi ha fatto piacere passare del tempo con te.》
Beca si alzò, scese dal mezzo e raggiunse il marciapiedi ma proprio mentre percorreva quel piccolo tratto che la separava da casa sua, pensando ancora a quella voce, sentì qualcuno chiamarla.
《Beca!》
Si voltò trovandosi davanti alla ragazza dai capelli rossi.
《Senti io...》cominciò abbassando lo sguardo.
Beca sorrise leggermente di fronte a quell'insicurezza e, lasciando che ogni dubbio la abbandonasse, si avvicinò a lei prendendole la mano.
《Andiamo.》disse con un cenno del capo, incamminandosi sotto la chiara luce della luna, senza lasciare quelle dita, ancora tremanti per l'agitazione.


Angel with a shotgun || BechloeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora