Capitolo 8

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Chloe fu la prima ad abbassare gli occhi e ad accorgersi di quella situazione. Quella per lei era la prima volta, da quando Tyler non c'era più, in cui aveva un contatto con qualcuno, un contatto sincero, senza paura. Era un gesto banalissimo che però le stava facendo esplodere il cuore. La mano di Beca, che stava sotto la sua, tremava, così come le braccia e le labbra, che avevano assunto un colore violaceo.
Il suolo iniziò pian piano a tingersi di bianco, candidi fiocchi di neve cadevano sulle loro teste, sui palazzi, sui lampioni, ogni cosa si stava imbiancando.
《Tieni, stai congelando.》
Chloe si sfilò il cappello nero e lo porse a Beca, la quale però sembrava non avere intenzione di indossarlo.
《Non esiste, è tuo quel cappello, sta nevicando ed è meglio che lo indossi tu.》
《Io sto bene, sei tu quella che sta battendo i denti. Mettilo e basta.》
La sua insistenza riuscì a convincerla. Indossò quel cappello di lana e guardò la ragazza che aveva davanti mormorando un "Grazie".
《Odio il freddo.》ammise poco dopo.
《È gennaio, è normale che ci sia freddo.》
《Io...dovrei tornare a casa.》disse dando un'occhiata all'orologio ma, senza che se ne accorgesse, quelle parole avevano provocato un'insolita fitta nel petto di Chloe.
《C-certo. Sono le nove e mezza dopotutto, meglio andare.》
Beca annuì e fece per sfilarsi il cappello ma Chloe la fermò.
《Oh no, tienilo tu. Me lo restituirai un'altra volta.》
《Ma...》
《Con la situazione in cui mi sono cacciata, mi vedrai spesso in centrale.》concluse la frase con un triste sorriso, uno di quelli che fa salire un certo senso di colpa, uno di quei sorrisi che la gente odia vedere sul volto di qualcuno, è un sorriso forzato, usato per tranquillizzare chi ha paura, anche se spesso si ignora il fatto che è proprio chi fa quel gesto ad essere spaventato.
Beca aveva visto poche volte quell'espressione ma ogni volta che vi si trovava davanti, si sentiva come se fosse stretta in una morsa e una parte di lei le diceva di fare qualcosa.
《Ci vediamo.》
Chloe la salutò facendo un cenno con una mano ma nel giro di pochi istanti si ritrovò bloccata, ma non nella solita prigione in cui si sentiva, al contrario si ritrovò stretta fra le braccia di quella ragazza che conosceva da pochissimo tempo. Per un attimo si sentì spaesata mentre i suoi battiti aumentavano sempre di più ma quella volta non per la paura bensì per l'emozione, l'emozione di avere qualcuno accanto dopo tutto quello che aveva passato, l'emozione di rendersi conto che quel gesto era anche una piccola dimostrazione di fiducia.
《Adesso devo proprio andare.》disse Beca sciogliendo l'abbraccio.
《D'accordo. Grazie.》
《Per cosa?》
《Per esserti fidata di me.》
La mora la salutò e si avviò verso la fermata dell'autobus, a pochi metri da dove si trovavano. Mentre camminava a passi lenti sul manto bianco ripensò a quella ragazza, così particolare ma al tempo stesso unica. Non sapeva il motivo preciso per il quale l'aveva abbracciata, lo aveva fatto d'istinto, senza pensarci. L'idea che Chloe avrebbe potuto reagire nel modo sbagliato non le aveva neanche sfiorato la mente, per quei pochi minuti si era totalmente dimenticata chi fosse in realtà quella sconosciuta. E proprio pensando a tutto questo, sistemandosi il cappello, percepì il bisogno di tornare indietro, da lei. Decise che non le importava il fatto che stesse congelando, che si stesse bagnando i piedi nella neve fresca, la sola cosa che voleva fare era correre, correre e raggiungerla.
《Chloe! Chloe aspetta!》la chiamò a gran voce non appena la vide in lontananza.
《Che ci fai di nuovo qui? Credevo dovessi prendere l'autobus.》
《Vieni con me.》disse col fiatone.
《Con te? Dove?》
《Vieni e basta. Andiamo a casa.》
《Io abito laggiù.》indicò col capo una strada in fondo.
Beca si avvicinò e, prendendole la mano, le ripeté sussurrando:《Vieni con me.》
Chloe indugiò un po', incerta sul da farsi, il suo cuore le diceva di seguirla ma la sua testa glielo impediva, sapeva che sarebbe potuta diventare pericolosa da un momento all'altro e l'ultima cosa che voleva era farle di nuovo del male.
《Non...non posso.》
《Perché?》
《Io non sto bene. Potrei diventare violenta in qualsiasi momento, non voglio che ti accada qualcosa per causa mia. E poi a pensarci bene, non mi conosci nemmeno.》
《Io voglio aiutarti. Voglio farlo e basta, non ha importanza se non ci conosciamo.》Beca pronunciò quelle parole senza staccare, neanche per un attimo, gli occhi da quelli di lei.
Chloe, ancora un po' confusa da quell'interesse nei suoi confronti, decise di fare un tentativo. La mora le strinse la mano ed iniziarono a camminare lungo il marciapiedi.
Passarono davanti a dei pub, davanti a dei fast food, davanti a degli uffici; nonostante stesse ancora nevicando, la gente si riversava nelle strade costantemente. Chloe sembrava parecchio agitata in mezzo a tutta quella confusione, spostava lo sguardo da una parte ad un'altra mentre il cuore le batteva così forte che pensava sarebbe schizzato fuori dal petto da un momento all'altro.
《Va tutto bene?》chiese Beca notando la sua preoccupazione.
《Non mi piace tutto questo caos. Mi agito in mezzo alla gente.》disse con voce tremante iniziando a respirare sempre più faticosamente.
《Andiamo, la fermata e lì.》
《No, non saliamo sull'autobus.》
《E perché?》
《Non posso stare in mezzo a tante persone senza avere un posto in cui rifugiarmi. Andiamo a piedi.》
《Ma ci vorrà mezz'ora. Vuoi camminare per mezz'ora sotto la neve?》
《Non importa.》
Beca scelse di darle retta e superò la fermata con un sospiro. Proseguivano mano nella mano e di tanto in tanto Chloe aumentava la stretta in preda al nervosismo.
《Stavo pensando...》iniziò la rossa tentando di distrarsi.
《Tu conosci il mio nome ma io non so qual'è il tuo.》
《Mi chiamo Rebeca ma preferisco essere chiamata Beca.》
《Rebeca è un bel nome.》
《A me non piace.》
Girarono l'angolo e raggiunsero una strada piena di ristoranti, fra cui il ristorante "Johnny's".
Beca riconobbe al volo l'insegna di un rosso acceso e istintivamente si girò verso Chloe che a sua volta guardava quel locale con gli occhi spenti.
"Chloe." La ragazza sentì una voce strana invaderle i timpani.
《Dimmi.》disse a Beca.
《Io non ho parlato.》
Quelle poche parole le fecero mancare un battito mentre quella voce la richiamò: "Chloe."
Si portò le mani alle tempie e chiuse gli occhi.
《Chloe stai bene?》
Beca ebbe giusto il tempo di finire la frase che Chloe si lasciò cadere a terra urlando.
《Chloe!》
La rossa percepì la vista annebbiarsi e la voce stava diventando via via più simile ad un eco.
《Ehy guardami, va tutto bene.》
Beca si inginocchiò davanti a lei prendendole le spalle per costringerla a guardarla. Dopo qualche secondo la ragazza smise di agitarsi e quelle urla si trasformarono in un pianto.
《Va tutto bene, è passato.》sussurrò Beca stringendola al petto e dando una rapida occhiata ad alcuni passanti che avevano assistito alla scena e che se ne stavano fermi con gli occhi sbarrati. Alcune lacrime le stavano bagnando il giubbotto e i loro pantaloni erano completamente zuppi dal momento che erano sedute sulla neve. I singhiozzi di Chloe la facevano sussultare mentre la ragazza le affondava le unghie nel piumino. Non credeva che le allucinazioni potessero essere così terribili, in quei minuti aveva visto il terrore invadere quegli occhi azzurri e le sue urla le riecheggiavano ancora in testa. Si mosse appena, dando la possibilità a Chloe di poggiare il capo nell'incavo del suo collo, e le lasciò un lieve bacio fra i capelli facendola tranquillizzare piano piano.

Angel with a shotgun || BechloeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora