Capitolo 20

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《Beca credimi questa è una follia. Una completa follia.》
Scott aveva acconsentito a portare Beca con sé, aveva informato il signor Smith su quanto accaduto e malgrado quest'ultimo non fosse d'accordo, ora si trovavano in auto diretti verso il magazzino. Gli occhi verdi del detective erano carichi di tensione e non osavano guardare neanche per un attimo la ragazza sul sedile accanto.
《Hai scelto di aiutarmi no? Allora smettila di lamentarti. Sei un poliziotto ed è questo il tuo lavoro.》era palese quanto Beca fosse agitata, non riusciva a pensare a nient'altro che non fosse Chloe.
《Il mio lavoro è indagare sugli omicidi, non mi occupo di sottrarre gente a dei rapitori.》le mani del poliziotto, ancorate al volante, tremavano appena.
Dopo alcuni minuti gli alti palazzi di New York lasciarono il posto a dei vasti campi, alcuni curati altri pieni di erbacce. I raggi del sole sembravano far luccicare quei sottili fili d'erba e gli alberi in lontananza creavano un'atmosfera quasi fiabesca. Per quanto il paesaggio fosse rilassante però negli animi dei due detective non sortiva alcun effetto.
《Eccolo lì!》esclamò Beca indicando un edificio poco lontano dal luogo in cui avevano trovato Tyler Beale.
Con loro grande sorpresa però quel presunto magazzino si rivelò essere più grande del previsto. La costruzione si ergeva per due piani e nel giardino che aveva intorno erano parcheggiate quattro automobili. Scott si fermò a qualche metro di distanza dalla recinzione che circondava il magazzino, sia lui che Beca scesero dall'auto e impugnarono le pistole.
《Sei proprio sicura di voler entrare?》domandò ancora, come se sperasse che Beca avesse cambiato idea all'improvviso.
《Sicurissima.》
Il suo tono deciso lo fece sospirare, avanzò di qualche passo prima che la ragazza lo fermasse.
《Cosa?》
《Vado io.》Beca lo guardò fisso negli occhi.
《Stai scherzando?! Abbiamo deciso che questa cosa la faremo insieme. Non esiste che tu vada lì dentro da sola.》
《Scott tu rimarrai qui, farai da sentinella. Io andrò lì, prenderò Chloe e la porteremo a casa sana e salva. Chiaro?》
《Beca ho detto no. Non vedi le macchine? In quell'edificio ci sono più persone di quanto tu possa immaginare.》
《Scott fà come ti ho detto.》
Beca distolse lo sguardo e cominciò ad incamminarsi verso l'entrata.
《Beca? Rebeca torna subito qui! Non potrai mai riuscirci da sola lo sai vero?!》
《Non sottovalutarmi Phelps. Ah a proposito...quando tornerò qui voglio trovarti dove ti ho lasciato.》detto ciò si allontanò definitivamente dal collega.
Superò la recinzione e man mano che procedeva verso l'ingresso aumentava la stretta sull'arma, le sue dita sfioravano appena il grilletto. Spinse leggermente la porta, che per sua fortuna non emise alcun cigolio, ed entrò. Non si aspettava minimamente ciò che vide, dall'esterno la costruzione sembrava vecchia e le pareti erano rovinate ma al suo interno sembrava quasi una casa di lusso. Un grande tappeto si trovava al centro della stanza che era piena di quadri e piccole statue sparse qua e là, sul soffitto si trovava un lampadario in vetro.
Un urlo improvviso la fece sobbalzare e le ricordò il motivo per cui era lì, era chiaramente la voce di una donna alla quale seguirono due voci maschili che però Beca non riuscì ad identificare. Raggiunse le scale che portavano al piano superiore ma qualcosa la fece fermare di botto, provocandole un brivido lungo schiena; sentì dei passi alle sue spalle e sperò con tutta se stessa che si trattasse di Scott ma un suono metallico la fece trasalire.
《Ma tu guarda chi è arrivata. L'eroina della situazione. Come sei prevedibile.》
Un uomo dalla voce cupa parlò, strisciando i piedi nella sua direzione. Beca guardò nello specchio appeso al muro, sulla parte sinistra della stanza, e notò che lo sconosciuto stringeva a sua volta una pistola ma che, a differenza sua, aveva le dita ben salde sul grilletto. Cercò di pensare in fretta ad una soluzione per allontanarsi da lui ma la sola cosa su cui riusciva a concentrarsi era il suo cuore che le batteva forte nel petto. L'uomo si avvicinò ancora e le premette la pistola al centro della schiena.
《Non è stata una buona idea venire qui non trovi? Per poi fare cosa? Per salvare una ragazza che ti ha mentito su una cosa come questa? La stessa ragazza che ti ha condannata a morte?》
Prima ancora che riuscisse a riflettere su ciò che stava per fare, il suo gomito entrò in collisione con il volto dell'uomo dietro di lei, che barcollò prima di cadere con un tonfo sordo sul pavimento. Non lo aveva ucciso, lo aveva semplicemente messo ko e in questo modo aveva guadagnato un po' di tempo. Si chinò accanto al corpo esanime, prese l'arma e poi proseguì su per le scale.
Arrivata al piano superiore udì un'accesa discussione provenire da una porta semi aperta. Si nascose in una rientranza del muro e provò ad ascoltare.
《Cosa vuole farle signore?》
《Soltando darle quello che si merita. È stata sciocca come i suoi familiari e adesso...bhe ne pagherà le conseguenze.》
《Vuole ucciderla?》
《Non subito. No, prima voglio vederla soffrire, la morte è un modo troppo facile per scappare.》
《E cosa pensa di fare a tal proposito?》
《La risposta è davanti i vostri occhi. E porta il nome di Rebeca Mitchell. Quella ragazza è così ingenua da venire qui e salvare la sua cara amica in pericolo che probabilmente non starà neanche pensando alla sua stessa vita. Quanto a lei Peters...ha fatto un ottimo lavoro fornendoci le informazioni riguardo alla ragazza.》
《La ringrazio signore.》una voce ormai troppo familiare fece mancare un battito a Beca.
《John?》sussurrò portandosi una mano alla bocca. Nel farlo però colpì una sedia che produsse un fastidioso rumore sulle mattonelle.
《Cosa è stato?》disse un uomo e in quel preciso momento due persone uscirono dalla stanza dirette in direzioni opposte.
A Beca non restò altro da fare se non correre e sperare di non essere vista, percorse il lungo corridoio ma non appena girò l'angolo qualcosa la colpì allo stomaco facendola cadere per terra.
《E così saresti tu la famosa Rebeca Mitchell? Il capo aveva proprio ragione, sei così dannatamente ingenua.》disse raccogliendo una delle due pistole che era finita sul pavimento.
《Ehy John guarda chi c'è.》alzò lo sguardo verso il lato opposto del corridoio dove una figura si stava avvicinando.
In una frazione di secondo Beca estrasse la pistola che nascondeva e lo stesso fecero gli altri due. John l'aveva puntata verso di lei, lei l'aveva puntata verso l'uomo che aveva di fronte e quest'ultimo l'aveva puntata al petto di Beca.
《Che dici la ammazzo adesso o devo proprio aspettare?》continuò lo sconosciuto a denti stretti rivolgendosi a John.
《Ci è stato detto di aspettare.》
《Hai ragione.》colpì Beca con un piede facendola stendere per terra, la girò a pancia in giù e le colpì entrambi i gomiti portandoli dietro la schiena, la ragazza cacciò un urlo di dolore ma lui le si avvicinò e le sussurrò all'orecchio: 《La vendetta spetta a chi sa attendere.》
Prese l'arma dalle sue mani e si alzò nuovamente tendendo le braccia verso il suo busto per trascinarla ma due colpi di pistola interruppero ciò che stava facendo. L'uomo si ritrovò a terra senza vita, Beca alzò lo sguardo cercando la fonte del rumore e vide Scott avvicinarsi con la pistola puntata verso di loro.
《John, Cristo santo mi fidavo di te. Sei un vero bastardo.》
《Fossi in te non lo farei.》John spostò l'arma da Beca al poliziotto.
《Come hai fatto a cadere così in  basso Peters?》
《Phelps ti avverto, non credo ti piacerebbe ritrovarti a terra in punto di morte.》
Scott fece un passo verso di lui e un rumore molto forte si propagò nella stanza. Successe tutto in una frazione di secondo, entrambi spararono, l'uno all'altro, entrambi crollarono a terra.
《Scott!》Beca si alzò dolorante e raggiunse il collega che teneva una mano sulla gamba che sanguinava copiosamente.
《Vai. Io sto bene tu vai.》disse con una smorfia di dolore.
《S-Scott io...》
《Beca guardami.》le mise una mano dietro il collo e la tirò verso di sé.
《Va tutto bene. Io me la caverò, Chloe ha bisogno di te per cui adesso vai.》
Beca annuì e lo trascinò nella rientranza per stare più riparato. 《Ti aspetterò qui. Buona fortuna.》disse con un sorriso che la incoraggiò a continuare.
Diede un'ultima occhiata al corpo di John Peters e poi entrò nella stanza in cui aveva sentito quegli uomini parlare.
Si avvicinò al tavolo e tra le varie scartoffie che lo ricoprivano trovò dei fogli tenuti insieme da una graffetta. Li sfogliò uno ad uno e lesse i vari nomi: David Beale; Rose Fabray-Beale; Tyler Beale; Chloe Beale.
Erano delle vere e proprie schede con varie informazioni riguardanti ognuno di loro, vi era la loro data di nascita, il luogo in cui vivevano, il lavoro che facevano, alla fine di ogni foglio vi era scritta una gran somma di denaro mentre sulla parte più alta si trovava una foto. Tutte le fotografie, ad eccezione di quella di Chloe, erano coperte da una grande x rossa.
《Chlo...》sussurrò sfiorando quel volto sorridente.
Uscì da quell'ufficio con un sospiro ripetendosi mentalmente la stessa domanda. Dove sei Chloe?
Un altro urlo le arrivò chiaro alle orecchie ma stavolta proveniva dal piano inferiore.
"È uno scherzo?" Pensò.
Scese in fretta e furia le scale e provò a capire da dove provenisse la voce. Si guardò intorno per svariati minuti prima di notare una porta che non aveva visto al suo arrivo. Si avvicinò titubante e la aprì appena trovandosi davanti a delle scale buie.
Deglutì rumorosamente e si avviò nella penombra, camminando di fianco al muro. Non appena arrivò all'ultimo gradino, davanti a lei si mostrò un corridoio con più porte. Beca credette davvero di trovarsi all'interno di un film. Si sporse per guardare da entrambi i lati ma qualcuno le tappò la bocca.
《Credi davvero di riuscire ad arrivare fino in fondo? Bhe lascia che ti dica una cosa... benvenuta all'inferno Mitchell.》
Sentì una voce roca e di nuovo la sensazione del metallo freddo a contatto con la pelle.
《La tua amica sarà felice di vederti per l'ultima volta. Dio mio quanto le mancherai. Per fortuna ti raggiungerà presto.》continuò con tono minaccioso seguito da una strana risata.
Beca si guardò intorno, alla ricerca di qualcosa con cui poterlo colpire ma non trovò nulla. Decise allora di farsi forza e prima ancora che l'uomo se ne potesse rendere conto, la ragazza si voltò rapidamente facendogli sbattere la testa contro la parete.
Gli tolse la pistola dalle mani e sparò tre colpi che lo presero in pieno petto. Dopodiché riprese a camminare, guardandosi continuamente intorno e caricando l'arma. Arrivò alla porta infondo al corridoio dalla quale provenivano due voci ben distinte.
《Pensa un po'...se solo avessi fatto ciò che ti avevamo chiesto, ora non saresti in questa situazione e lei non rischierebbe la vita.》
《Dovrai passare sul mio cadavere.》
《No sarebbe un peccato se tu ti perdessi la scena.》
《Non ti permetterò di torcerle un solo capello.》
《Non sei nella posizione per potermi fare qualcosa. Deve essere difficile muoversi con le mani e i piedi legati ad una sedia.》disse con una mezza risata.
Nonostante avesse il cuore che batteva a mille, Beca non ci pensò due volte, diede un calcio alla porta, cogliendo entrambi di sorpresa, e sparò un solo colpo, che bastò per fare crollare a terra quell'uomo.
《Beca!》esclamò Chloe.
《Chlo! Stai bene?》domandò mentre la liberava dal nastro adesivo. La guardò da capo a piedi notando il volto arrossato a causa degli schiaffi ricevuti.
Appena la liberò del tutto, Chloe non esitò a fiondarsi tra le sue braccia; Beca rimase sorpresa da quel gesto improvviso ma ricambiò subito. Quando si staccarono la osservò ancora e, prendendole il volto fra le mani, le diede un bacio sulle labbra.
《Dobbiamo andare. Subito.》disse poi.
《C-certo.》
Aiutò Chloe a rimettersi in piedi e risalirono le scale. Giunte al piano di sopra udirono dei rumori.
《Cos'è stato?》Chloe ebbe giusto il tempo di finire la frase che si ritrovò bloccata fra le braccia di qualcuno.
《Chloe!》urlò Beca.
《Dove pensavi di andare Beale?》un ragazzo, poco più grande di loro, la teneva ferma con un braccio mentre con l'altra mano le puntava una pistola alla tempia.
《Lasciala andare!》
Beca estrasse a sua volta l'arma guardandolo con odio.
《Prova anche solo a sparare e le faccio saltare la testa.》
In quell'esatto momento un uomo entrò nella stanza tenendo una pistola nella mano destra.
《Bene bene...pensavate di fuggire così facilmente? Getta la pistola.》disse guardando nella direzione di Beca.
《Gettala a terra!》
Beca cominciò a pensare, avrebbe potuto fare come gli era stato detto ma quel ragazzo avrebbe potuto uccidere Chloe davanti ai suoi occhi e lei sarebbe stata disarmata, oppure avrebbe potuto tentare la sorte sparando all'uomo che le stava urlando contro. Benché fosse terrorizzata le sue dita si strinsero sul grilletto e spararono vari colpi uno dopo l'altro.
Il ragazzo urlò e puntò l'arma verso di lei, sparando un colpo; Beca sentì l'aria spostarsi accanto a lei e il metallo sfiorarle la tempia. Tutto sembrò procedere a rallentatore, sentiva i suoi battiti rimbombarle nei timpani, mischiati alle urla di Chloe che la guardava spaventata, e sentì un altro rimbombo nel momento in cui un proiettile lasciò la pistola per andare a finire nella testa di quel ragazzo.
Chloe si precipitò verso di lei, posandole una mano sulla guancia.
《Beca!》
《Sto bene Chloe, non preoccuparti.》rispose cercando di rassicurarla. Si passò una mano sulla tempia e quando la guardò era coperta di sangue.
《Oh mio Dio.》
《Chloe è tutto ok. Mi ha presa di striscio, sto bene. Tieni.》le porse il cellulare.
《Chiama il 911 digli di mandare una squadra qui subito. Io devo andare a prendere Scott.》
《Scott?》Chloe la guardò di traverso.
《Il detective Phelps è venuto con me. Lo hanno colpito alla gamba, si trova al piano superiore.》
《Ma Beca...》
《Chlo guardami.》disse prendendole le spalle.
《È finita. Non ci sono più. È tutto finito.》
Chloe annuì e si sporse verso Beca dandole un bacio sulle labbra che la colse di sorpresa.
《Vai.》disse poi indicando le scale.
Beca corse per il lungo corridoio trovando il collega ancora seduto sul pavimento.
《Scott! È tutto ok. Una squadra sta per arrivare, ci porteranno via da qui.》
《Sei stata grande Beca. Hai avuto un grande coraggio.》si riaddrizzò guardandola meglio e solo allora si accorse della scia rossa che colava sulla sua guancia.
《Beca...cos'è successo?》
《Un tizio mi ha quasi sparato in testa. Niente di che.》disse facendo ridere entrambi.
《Come va la gamba?》
《Fa un po' male ma sto bene. Non morirò. E Chloe?》
《È di sotto. Sta chiamando la polizia.》
《Ti sei dichiarata?》domandò sorridendo.
《Come scusa?!》
《Andiamo...la salvi e non dichiari il suo amore per lei?》
《Scott piantala. Non sei divertente.》rispose seria ma quel momento durò solo qualche secondo prima che entrambi scoppiassero in una fragorosa risata.
Dopo una ventina di minuti arrivarono gli agenti, seguiti da una ambulanza. Tra i vari poliziotti c'era anche il capo.
《Signorina Mitchell.》cominciò guardandola negli occhi.
《Devo ammettere che ciò che ha fatto è davvero notevole. Ha fatto fuori parecchi criminali in un colpo solo senza ricevere il minimo aiuto.》
《Oh no si sbaglia signore. Se non fosse stato per il detective Phelps sarei già morta.》indicò il poliziotto che si trovava su una barella.
Dopo un paio di minuti un agente di polizia uscì dall'edificio scortando Chloe.
《Perché è in manette?》chiese Beca alzando un sopracciglio.
《È un'assassina. Adesso che non ci serve più verrà mandata al processo e decideremo cosa fare.》rispose secco l'agente.
《Sta scherzando? È stata legittima difesa. Quante volte ancora dobbiamo ripeterlo? Lei lo sa, faccia qualcosa.》si rivolse al signor Smith.
《Io non posso fare nulla contro la legge. Si procuri un buon avvocato e poi vedremo.》
L'agente fece avanzare Chloe fino alla volante ma Beca lo fermò.
《Può lasciarmi un minuto con lei prima di chiuderla dietro le sbarre?》
Il signor Smith annuì e il poliziotto fu costretto a sganciare le manette. Beca non perse un attimo di tempo e strinse Chloe fra le braccia.
《Mi dispiace Chlo, ti chiuderanno in cella ed io non posso fare nulla per aiutarti. 》sussurrò contro il suo collo.
《Scherzi?! Beca mi hai salvato la vita e questo già mi basta.》la scostò asciugandole col pollice le lacrime che le rigavano il viso.
《Andrà tutto bene d'accordo?》
Beca annuì lievemente e Chloe ne approfittò per lasciarle un dolce bacio a fior di labbra. La mora si passò una mano sulle guance e con determinazione disse:《Riuscirò a tirarti fuori dai guai. Non andrai in galera. Te lo prometto.》

Angel with a shotgun || BechloeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora