La strega bianca.

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Harry. Giugno 2017.

E' ormai mattina. I raggi di sole bruciano sulla mia pelle attraverso la grande finestra che probabilmente abbiamo lasciato aperto la scorsa notte. Adoro questa sensazione, quella sorta di veglia prima del risveglio, in cui non siamo completamente vigili, ma assopiti, privi di pensieri, semi consci. A volte mi diverto a creare situazioni immaginarie e finire nuovamente in un sogno, per lo più delle volte controllato da me. Ad esempio, potrei pensare alla mia modella preferita, immaginarla priva di vestiti e finire per cadere in un sogno in cui me la porto a letto e ci faccio qualche strano giochetto.

Stamattina evito di farlo perché so di per certo che accanto a me una ragazza nuda ci sia già e a volte, cari miei, la realtà è molto più soddisfacente dell'astrattezza onirica.

Sento gli occhi della fanciulla sul mio corpo. So che mi sta studiando, probabilmente starà pensando al nostro prossimo appuntamento e a cosa dovrebbe indossare. Vestito bianco o rosso? Direi che dopo la scopata di stanotte il bianco non le si addica più. Lo starà pensando anche lei, allora cambia idea e crede che potrebbe pur sempre mettere il vestito avorio che le ha regalato la madre lo scorso compleanno; ma deve sembrare una ragazza per bene! E quello è accidentalmente troppo corto. Si starà poi dando della stupida perché è inutile che nasconda qualcosa che di per sé ho guardato per tutta notte.

Che dire poi del comportamento da tenere? Far sbocciare una purezza ed un'ingenuità che mi ha dimostrato non appartenerle? Oppure, sarebbe meglio essere coerenti e continuare con l'atteggiamento sfrenato e disinibito della scorsa notte? I dubbi e l'insicurezza le riempiono l'animo. Ha fatto bene? Sarà considerata come una delle tante? Si ripete che lei è diversa, degna di essere chiamata Donna.Lei si distingue dalle altre.

Ma non è così. E i suoi pensieri sono solo un'inutile perdita di tempo.

Tiro un respiro profondo per avvisarla che mi sto per svegliare e sorrido tenendo ancora gli occhi saldamente chiusi. Le sue dita iniziano a scorrere fra i miei capelli passando poi lungo la schiena e costringendomi ad inarcarla di poco.

«Buongiorno.» Mormoro. La voce ancora impastata, le palpebre pesanti che sembrano non volere aprirsi del tutto e la voglia di usarla ancora un po'.

«Harry.» Risponde lei con una risata, forse divertita nel vedermi in questo stato.

«Lily?» Inclino la testa e le sorrido sperando di aver azzeccato il nome.
«Sono Giulia.» Precisa lei senza utilizzare nessuna tipologia di tono stizzito. Un punto a suo favore.

«Oh, certo. La mia ragazza italiana preferita.» I ricordi iniziano ad arrivare ed anche le poche parole che mi sono concesso di ascoltare ieri sera. Era terribilmente noiosa, finta persona intelligente, poco carismatica e ancora noiosa.

«Non ricordavi davvero il mio nome?»

Mi metto a sedere sul bordo del letto dandole le spalle. Sorrido divertito, ora per la sua stupidità e scuoto la testa.

«No, è semplicemente un giochetto che faccio spesso sai?» Mi alzo per afferrare il pacchetto di sigarette, accorgendomi solo ora di non essere a casa mia, bensì nella stanza di un hotel. Mi guardo attentamente attorno spostando subito dopo lo sguardo sul corpo ancora nudo della ragazza, coperto solo da una canotta bianca striminzita.

«Buono a sapersi.» Scrolla le spalle mordendosi il labbro. Noto che stringe le lenzuola fra le dita, completamente a disagio nell'avermi davanti con una mezza erezione ed accendo la prima sigaretta della giornata.

«E' incredibile come l'oscurità della notte ci renda più sicuri di noi stessi. Il buio ci fa paura, ma allo stesso tempo ci cambia, ci dona coraggio, meno amor proprio oserei anche dire.» Mi sdraio nuovamente sul letto, questa volta fra le sue gambe. Appoggio il mento sul suo ventre ed osservo le sue guance tingersi di rosso.

HANNOVER; H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora