Ci sono delle rose per te.

5.4K 195 1
                                    

Roman.

Fisso la figura longilinea di mia madre, ha esattamente cinquant'anni ma ne dimostra sulla quarantina da quando sono nato. Ovviamente so anche il perché della sua giovinezza quasi eterna e, no, non ha fatto nessun patto con il diavolo né tanto meno nascosto un suo ritratto in una camera sigillata segreta.

Cerca disperatamente di farmi dei pancakes pur sapendo meglio di me che non ne è per niente in grado, ma apprezzo comunque il suo sforzo. La vita domestica come ripete sempre, non le si addice affatto. E' una donna per bene, vestita sempre di rosso. Il suo armadio contiene solo abiti rigorosamente firmati ed eleganti. Mia madre Ginevra è sempre impeccabile ed ha insegnato le cosiddette "buone maniere" anche a me. Gli uomini s'innamorano di lei in un batter d'occhio e non è solo per i soldi che le escono metaforicamente dal culo ma anche per la sua bellezza disarmante. Lei e mia zia, la madre di Madelaine, sono gemelle, entrambe mozzafiato, intelligenti, carismatiche, sorprendentemente furbe, tentatrici. E tutte queste caratteristiche sono state inevitabilmente ereditate da mia cugina.

«Hanno un aspetto delizioso.» Esclama euforica mia madre piazzandomi davanti un piatto pieno zeppo di quelli che per l'appunto dovrebbero essere pancakes.

«Non è l'aspetto che m'interessa. Devono essere buoni mamma e sai meglio di me che non sei poi così brava.» Mi azzardo a mangiarne un pezzetto mentre le parlo. Esito qualche secondo con i suoi occhi vispi ed attenti sulla mia espressione, faccio un mezzo sorriso ed approvo.

«Beh devo ricredermi. Sei diventata brava. O hai semplicemente avuto fortuna, ma, complimenti.» Ghigno impercettibilmente notando la sua faccia soddisfatta, sembra una bambina mentre saltella ed applaude.

Si siede davanti a me ed inizia a fare colazione, passiamo poco tempo insieme, ma i pasti sono un momento importante per noi Hannover, pieni di discorsi e condivisione.

«Come è andata ieri sera?» Il suo tono si fa più serio, forse pentendosi nell'avermi dato il via libera nel distruggerle la casa.

«E'stato bello.» Mi limito a dire abbassando lo sguardo sul cibo e mordendomi il labbro inferiore, gesto che fa ovviamente insospettire mia madre.

«Roman.» Mi riprende.

«E' solo che – mi metto una mano fra i capelli, mio chiaro segno di sfiorata disperazione- perché non lo capisce?» Quasi urlo per la buona dose d'ira che sembrano avermi appena iniettato nelle vene. Perché Madelaine non capisce?

«Ha solo bisogno di tempo. Ho parlato con Rose, è troppo tardi e ne siamo tutti coscienti, ma non possiamo essere noi a dirglielo. Deve capire da sola quel che è.» Dice in un sospiro accarezzandomi dolcemente il dorso della mano, imprigionandola poi nella sua.

La guardo negli occhi sperando che possa capire cosa mi passa per la testa e sussulta non appena il pensiero che sto facendo sfiora la sua mente. La sua mandibola cade quasi a terra e mi divertirei per l'espressione deforme che il suo viso sta assumendo se non fosse per il fatto che è causato da qualcosa di serio ed ignobile.

«Vi abbiamo separati apposta, Roman. E' sempre stato nostro sospetto, ma non ti devi azzardare.» Scandisce ogni parola facendomi rabbrividire. E' seria, incazzata ma non schifata e questo è un particolare che non mi sfugge. Come se per lei, in un certo qual senso fosse normale.

Mi alzo di scatto facendo strisciare la sedia per terra ed appoggiando entrambe le mani sul bordo del tavolo.

«Non posso controllarlo.» Il mio tono è lento e freddo, vorrei non rivolgermi così alla donna che mi ha messo al mondo ma è più forte di me. Lei si tira una ciocca di capelli dietro l'orecchio e tira un respiro profondo non degnandomi più di uno sguardo mentre prende le stoviglie e le getta nel lavandino rompendone la metà.

HANNOVER; H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora