E tu, sei il mio capolavoro.

4.3K 108 0
                                    

Baltimora, 9 Aprile 2015.

Roman.

Sono a perfetta conoscenza del fatto che il mattino sia passato ormai da un bel pezzo, ma dopotutto io il mio letto e l'ammasso di lenzuola che mi circondano mica lo riesco a lasciare. Tiro un respir ,o profondo, coprendomi la faccia con il cuscino non appena noto la presenza di mia madre fissarmi imperterrita. Da quanto è qui? Ma soprattutto, si diverte così tanto nel vedermi dormire?

«Il tuo record personale tesoro, quattordici ore di sonno.» Ironizza ma so di per certo che sotto sotto è colma d'ira.

Faccio qualche calcolo e considerando che sono rientrato alle sei del mattino dopo essermi scopato una puttana asiatica in uno squallido motel, dovrebbero essere all'incirca le otto di sera. La matematica non inganna, giusto? Ecco, forse è l'unica.

«Devo ammettere che ho superato me stesso. L'applauso dove è?» Cerco di appoggiare la schiena alla testata in pelle del letto per osservarla meglio e non appena mi scontro con il suo sguardo le rivolgo un sorrisetto sghembo.

«Partiamo domattina. Alle nove. Torniamo in Europa io e te.» Alzo gli occhi al cielo per le innumerevoli volte che mi sono sentito dire questa frase nelle ultime due settimane e mi limito a sbuffare.

«Me l'hai già detto, Spagna giusto?» Trovo il coraggio di alzarmi e noto con piacevole sorpresa quattro enormi valige davanti a me e una serie di scatoloni appoggiati alla parete. Di fianco all'enorme armadio poi, uno smoking.

«Due domande madre.» Mormoro avvicinandomi maggiormente all'abito. E' molto elegante, ma spero con tutte le forze che la donna che mi sta davanti non sia così stupidamente illusa: non andrò al ballo scolastico, non quest'anno. Non voglio più rivedere certe facce, creano brutti ricordi e voglia di far del male.

«L'abito per cosa è?» Mi sforzo a chiederle, udendo subito dopo la sua risposta scontata. «Per il tuo gran finale nella scuola che fra poche ore non frequenterai più.»

Visto che con lei, non c'è molto da ribattere, lo indosserò e mi ridurrò a passare la serata da tutt'altra parte. Passiamo ora alla seconda domanda, quella più importante. Ho detto che Ginevra non fa altro che ripetermi quanto ci troveremo bene in Spagna, ma ora, ha marcato due paroline che proprio non mi vanno giù e sicuramente non mi sono sfuggite. Io e te. Io e lei. Sì, insomma, va bene. Ma Rose e Madelaine?

«Torniamo in Europa io e te..» Inizio con una calma disarmante, forse perché stavolta la risposta che mi sta per dare proprio non la voglio sentire.

Mia madre non ci gira molto intorno, non mi permette di continuare, non vuole perdere tempo lei e, per questo motivo, arriva dritta al punto, senza pietà.

«Io e te. Solo io e te. Hai capito bene.» La voce le esce più autoritaria di quanto vorrebbe, ma noto la preoccupazione nei suoi occhi non appena percepisce l'oscurità che hanno preso i miei.

«Mi stai dicendo che lei non verrà con noi?» Quasi grugnisco, mi chiedo come ci sia arrivato a ciò. A rivolgermi così a mia madre, al non volerle portare rispetto. Io voglio contraddirla e questa volta no, non starò alle sue leggi. Madelaine verrà con noi o io con lei, poco importa.

«Quindi, fammi ben capire.» Continuo, avvicinandomi a lei e torreggiando sulla sua figura. Rose Hannover di certo non si scompone nel suo tubino firmato, mantiene la sua postura elegante, nessuna schiena incurvata a caratterizzarla, ma spalle dritte e testa alta. Ma dentro trema. Perché lo sa, sa che sono cambiato.

«A Baltimora ci siamo presi due case diverse e lontane, ed ora, il prossimo passo è vivere in continenti diversi? Perché è così vero? Rose dove la porterà? A Sidney?» Le sto urlando in faccia, incapace di trattenere il briciolo di calma che mi ero imposto di tenere, ma no, tutto cambia quando si tratta di mia cugina. Per lei divento un mostro, paradossalmente solo per proteggerla e per rilevare la mia vera natura che raschia dentro, che vuole uscire ed è furiosa.

HANNOVER; H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora