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Entriamo di nuovo dentro e circa un quarto d'ora dopo è finalmente nato il piccolo Michael. Ha i capelli sul rossiccio come la mamma di Sarah. È davvero bellissimo.
«Oh mio dio è bellissimo» dico avvicinandomi al letto nel centro della stanza.
«Ragazzi complimenti. Davvero un ottimo lavoro» dice Dylan battendo il cinque a mio fratello e dando un bacio sulla guancia a Sarah.
«Ciao piccolino» dico toccandogli il mento.
«Vuoi prenderlo?» Mi chiede Sarah.
«Posso?» Chiedo spalancando gli occhi.
«Certo» mi sorride e facendo attenzione lo prendo in braccio. È così piccolo e dolce.
«Ciao Michi. Hai visto che rompiscatole che sono questi qui? Ti hanno dovuto tirare fuori da lì. Chissà come stavi bene tu» dico avvicinandomi alla finestra «quelli lì si chiamano alberi ed è davvero bello mettersi seduti lì sotto e leggere un libro o guardare la gente che passa. E comunque io sono la zia Mad. Per qualsiasi cosa puoi contare su di me» aggiungo dandogli un bacino sul naso.
«È davvero bello» dice Dylan abbracciandomi da dietro.
«Si» sorrido prendendogli la manina.
«Ciao ometto. Visto che bella zia che hai?
E un giorno avrai anche dei cuginetti con cui giocare e saranno belli proprio come lei.»
Guardo Dylan e vedo i suoi occhi brillare. Vuol dire che ciò che ha appena detto lo pensa sul serio e questo può solo rallegrarmi.
«Oggi è il suo compleanno e l'anno prossimo le toccherà dividere questo giorno con te. Non ne sarà molto felice sai?» Dice facendomi sorridere.
«E questo è tuo zio Dylan. Un simpaticone, ma anche un ragazzo fantastico. Che ho fatto per meritarlo?» Chiedo strusciando il mio naso sulla guancia morbida di Michael e Dylan mi dà un bacio.
«Ora noi dobbiamo andare, ma torneremo presto a trovarti» dico lasciandolo a Jace perché Sarah si era addormentata.
«Ti amo lo sai?» Dico a Dylan una volta fuori.
«Lo so. Sono molto fortunato» risponde continuando a camminare.
«Scusami? Non mi merito un bacio?» Chiedo inseguendolo e lui cammina più veloce.
«Perché sei così lenta Mad?» Chiede aumentando il passo.
«Va bene ci vediamo direttamente a casa» rallento e vedo che lui fa lo stesso. Sorrido dalla
soddisfazione e, facendo un corsetta, salto addosso a Dylan che, non vedendomi, per poco non cade per terra.
«Ecco il mio koala» dice prendendomi meglio e dirigendosi verso la macchina. Arriviamo a casa di Dylan e mentre lui va a farsi la doccia io sistemo la camera. Mentre mette nell'armadio, una sua giacca sento qualcosa nella tasca e, tirandola fuori, vedo che è una fotografia rovinata di una bellissima ragazza che sorride con un gelato in mano.
«Chi è?» Chiedo appena Dylan esce dalla doccia. Lui, non capendo, fa una faccia strana, quando però si avvicina e guarda la foto, me la strappa di mano chiedendomi dove l'avessi trovata.
«Stavo sistemando le tue cose e l'ho trovata dentro la giacca grigia. Chi è?» Chiedo di nuovo.
«Quante volte ti ho detto che non devi impicciarti della mia roba, lo sai che mi dà fastidio» dice agitandosi.
«Dylan, non te lo chiederò un'altra volta, chi è quella ragazza e perché hai una sua foto. Hai un'altra? Dimmelo se hai un'altra, dimmelo!» Sbotto agitandomi anch'io.
«Mio dio Madison no, non ho un'altra» dice facendomi segno di sedermi vicino a lui sul letto «è Kate» sospira «questa foto l'avevo scattata il giorno del nostro anniversario quando siamo andati al lago. Credevo di averla buttata insieme alle altre, ma a quanto pare non è così» aggiunge dispiaciuto.
Ne ho sentito parlare qualche volta di questa Kate però non mi ha mai spiegato cosa fosse successo realmente tra di loro. Il motivo per cui ogni volta che veniva nominata, lui si rattristava e forse è arrivato il momento di chiederglielo.
«Cosa è successo tra voi due?» Chiedo cercando il suo sguardo, ma non trovandolo. «Dylan...» lo chiamo sedendomi per terra di fronte a lui «per favore. Rendimi partecipe della tua vita, di tutta la tua vita» dico alzandogli la testa «per favore...» sussurro.
«Ci siamo conosciuti a scuola dopo l'estate in cui io e te ci siamo baciati. Lei era davvero bellissima ed era quella nuova, così feci una scommessa con i miei amici, che sarei riuscito a baciarla in meno di una settimana» risponde guardandomi «purtroppo la giudicai troppo in fretta perché non era una facile come sembrava, anzi, era la più complicata di tutte le ragazze che conoscevo. Persi la scommessa
però continuai ad uscire con lei, a passarci del tempo insieme. Finché non arrivo quel dannato bacio» continua prendendomi le mani «inizialmente non sentii nulla però le volte seguenti desideravo sempre di più baciarla. Così arrivarono a seguire le nostre prime esperienze insieme e...»
«Puoi evitare di entrare nei dettagli?» Lo interrompo scuotendo la testa.
«Vuoi sentirla o no questa storia?» Sbotta lui.
Certo che voglio sentirla, ma mi dà fastidio immaginarlo con un'altra ragazza, sentirlo parlare di lei in questo modo, vedere i suoi occhi che cambiano, mi dà fastidio.
«I giorni a seguire dopo la nostra prima volta, non ci parlammo, non so perché, ma nessuno dei due andò dall'altro anche solo per chiedergli come stesse. La cosa andò avanti per una settimana circa finché non cominciarono a girare voci che Kate si fosse baciata con un'altro ragazzo nei bagni della scuola. Tutti ne parlavano così decisi di andare da lei per chiederle spiegazioni. Non la trovai e una sua
amica mi disse che era in bagno. Quando entrai, non fu molto piacevole ciò che vidi» continua e posso solo immaginare cosa abbia potuto vedere «lei e mio fratello» sospira buttandosi all'indietro sul letto.
«Quindi era lui il ragazzo con cui si era baciata?» Chiedo stupidamente.
«Si era Nate. Fu un colpo basso per tutti e due, tanto è vero che io e Nate non ci parlammo per un mese intero finché i nostri genitori non decisero di chiuderci in una stanza per risolvere i nostri problemi. Quando uscimmo da lì, avevamo chiarito anche se lui aveva il naso rotto e io un occhio nero» dice sedendosi di nuovo.
«Vi siete picchiati? Ma siete fratelli Dy!» Esclamo alzandomi in piedi.
«Madison tu non sai cosa vuol dire trovare tuo fratello, il tuo migliore amico, la persona di cui più ti fidi, con la ragazza che ti piace. Credimi, non lo sai» risponde usando quel tono da uomo vissuto quando in realtà ha solo pochi anni in più di me. Odio quando lo fa.
«Invece credo di saperlo perché per me Scarlett è come una sorella e alle mie spalle è andata a letto con il ragazzo che mi piaceva, quindi scusa, ma non puoi dirmi che non ti capisco» sbotto puntandogli il dito contro. Ebbene sì, Scarlett era andata a letto con Luke poco prima che ci mettessimo insieme. Abbiamo litigato pesantemente, ma dopo circa un mese l'ho perdonata e mi sono messa ugualmente con Luke. Grosso sbaglio.
«Deve sempre tutto andare a finire su di te. Devi sempre essere tu il centro del mondo, di ogni argomento. Madison di qua, Madison di là. Per una volta che si parla di me, ovviamente il discorso deve capovolgersi con te protagonista» sbotta e non riesco a credere a ciò che ha appena detto.
«Come scusa?» Chiedo sperando di aver capito male «come puoi dirmi una cosa del genere quando sei Tu che hai deciso di mettermi al centro del Tuo mondo. Non ti ho costretto io a metterti con me, a venire a vivere qui» dico
urlando.
«Infatti è stato l'errore peggiore della mia vita!» risponde urlando a sua volta e spezzandomi il cuore in mille pezzi.
Lo guardo con le lacrime agli occhi e corro a chiudermi in bagno.
«Dai Madison, non volevo dire quel...lo sai che non lo penso» dice bussando alla porta «apri la porta, Madison» aggiunge «Madison apri la porta» ripete nuovamente «apri questa maledetta porta» continua sbattendoci i pugni sopra «Madison cazzo apri» sbraita continuando a battere per circa un'ora finché non apro la porta.
«Finalmente hai aperto» dice parlandomi, ma io lo ignoro, prendo la borsa e cammino velocemente verso la porta.
«Dove stai andando? Tu non te ne vai da qui. Non mi lasci okay? Non mi lasci» dice mettendosi davanti alla porta «Madison parlami» mi supplica mentre cerco di aprire la porta.
«Dylan, non voglio avere niente a che fare con te, spostati» dico prendendo respiri profondi.
«No Madison, tu non te ne vai, non mi lasci, non mi lasci. Ti...» dice e, vedendo che non continuo la sua frase con amo, come era nostro solito fare, insiste «completa la frase Mad, ti prego. Come facciamo sempre» mi prende il viso tra le mani e cerca di guardarmi negli occhi, ma io non voglio guardarlo in questo momento. Mi asciuga le lacrime con il pollice e quando prova a baciarmi lo scanso. Riesco ad aprire la porta e ad uscire.
«Dove vai Madison, non lasciarmi ti prego.»
Lo guardo e salgo in macchina.

Citofono nella speranza che qualcuno mi apra ed eccola lì sulla porta con il suo pancione. L'abbraccio senza dire nulla perché con lei non servono parole. Comincio a piangere e lei mi lascia entrare in casa.
«Che è successo? Perché avete litigato?» Mi chiede la mia migliore amica porgendomi una tazza di tè.
«Era troppo tempo che andava tutto bene, doveva pur succedere qualcosa prima o poi, speravo solo non succedesse durante il giorno del mio compleanno, ma invece» singhiozzo asciugandomi le lacrime.
Le racconto tutto e lei, comprensiva come sempre, mi disse che se preferivo restare da lei per quella notte avrei potuto. È così dispiaciuta per me che non riesce neanche a fingere di non esserlo dicendomi le solite frasi 'andrà tutto bene' 'si risolverà tutto' . Tra tutti, questo, è decisamente il compleanno peggiore.

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