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Appena mi vede, cambia espressione.
«Che cazzo hai fatto?» Chiede avvicinandosi.
«Oh, io beh, stavo pulendo...mhh, stavo sistemando la mensola con i libri e si è smontata. Per poco non mi colpiva nell'occhio. Però sto bene, non mi fa male» dico sperando mi creda.
«Sei andata a farti vedere? Magari devi metterci i punti» dice guardandomi negli occhi.
«No, non è un taglio profondo» lo rassicuro.
«Perché non me lo hai detto, sarei venuto prima» dice preoccupato.
«Non sarebbe cambiato nulla» forzo un sorriso, anche se in realtà mi viene solo da piangere.
«E tu Scarlett che hai fatto?» Chiede vedendo il ghiaccio.
«La stavo aiutando con la mensola e dopo aver colpito lei ha colpito anche me. Brutta storia» risponde facendo una smorfia.
«Tu non c'eri quando è caduta la mensola?» Chiede riferendosi a Layla che era arrivata da poco. Ha capito che gli ho detto una bugia.
«In realtà no» risponde lei.
«Va bene, noi andiamo. Ciao ragazze» dice prendendomi per mano e uscendo fuori.
«Allora, dove mi porta signor Ross?» Chiedo cercando di essere normale.
«Mi dispiace signorina, ma non posso dirle nulla. È una sorpresa» sorride.
Per un attimo provo una sensazione di pace, che svanisce subito quando mi cade l'occhio sullo specchietto e vedo il cerotto sullo zigomo che mi fa tornare a quella mattina.
«Tutto bene?» Chiede Dylan.
«Si si. Ho solo un po' di mal di testa. Deve essere legato alla botta» dico prendendogli la mano e portandomela sulla coscia.
«Tu mi nascondi qualcosa, e lo sai che ho ragione» dice ed io rimango in silenzio. Mi conosce troppo bene per non riconoscere quando mento.
Arriviamo al ristorante e non posso credere a ciò che vedo. È il ristorante dove eravamo andati a cena la prima volta quando lui è venuto qui a NY.
«Per dimostrarti che faccio caso a tutto, anche alle minime cose, ho deciso di portarti qui perché, in caso non te lo ricordassi, qui, ti ho detto che mi sarei trasferito a New York» dice fermandosi davanti al ristorante e guardandomi.
«Certo che lo ricordo. È bellissimo, grazie» lo bacio ed entriamo. Ci sediamo e, tra una chiacchiera e l'altra, non ci accorgiamo che sono ormai le quattro.
«Forse dovremmo andare» dice riferendosi la fatto che siamo rimasti solo noi nel ristorante.
«Credo proprio di sì» sorrido e andiamo a pagare. Come al solito paga Dylan. Ormai non provo neanche più a offrirmi, tanto decide lui.
«Andiamo a fare una passeggiata» dice prendendomi per il polso.
Per un istante vidi tutto girare. Mi ha fatto malissimo, ma non è colpa sua, lui nemmeno lo sa.
«Mad, Mad tutto bene? Sei pallida, che hai?» Chiede preoccupato.
«T-tutto bene, ho avuto solo un giramento, credo sia dovuto al fatto che mi sono alzata troppo velocemente» rispondo mordendomi la guancia per non piangere.
«Dai andiamo.»
Mi mette un braccio intorno alle spalle e io lo abbraccio. Camminiamo così aggrovigliati. Se solo ci fossero state quelle braccia a proteggermi questa mattina, ora non starei così.
«Madison mi stai ascoltando?» Chiede fermandosi.
«Si certo» mento.
«E cosa stavo dicendo?» Chiede sapendo benissimo che non ho sentito una sola parola di quello che ha detto.
«Stavi parlando di...» mi fermo a pensare «di una cosa» aggiungo e lui si gira verso di me con la sua solita espressione.
«Ora ti siedi qui e mi dici che hai» dice indicandomi una panchina.
«Non ho niente, sono solo un po' frastornata dalla botta. Tutto qui» mento. Di nuovo.
«Ti sei presa qualcosa?» Domanda sedendosi.
«No, quando andrò a casa chiederò a Scarlett se ha una medicina da darmi» rispondo avendo la testa completamente da tutt'altra parte.
«Sei strana. È come se non fossi tu» sussurra quasi con la paura che quelle parole possano farmi male.
«Te l'ho detto. La botta» dico indicando lo zigomo.
«So che non è così e non capisco perché tu mi stia dicendo una cazzata» si alza arrabbiato.
«Dylan, non è vero! È così che è andata. Non ti sto mentendo.» Madison stai zitta peggiori solo le cose!
«Lo sai anche tu che ho ragione» dice guardandomi con quello sguardo a cui non puoi mentire. Quello sguardo dolce che solo lui ha.
«È la verità» gli dico accarezzandogli il viso.
«Ti accompagno a casa» taglia corto lui girandosi. Come posso fargli questo. Come posso mentirgli così spudoratamente.
«Mi mancava passare del tempo con te» gli dico una volta arrivati a casa di Scarlett.
«A me manca passare del tempo con la mia Madison. Fammi uno squillo se la trovi e dille che se avesse qualcosa da dirmi, io ci sono per lei.»
Se ne va lasciandomi all'entrata di casa con mille pensieri e mille parole nessuna delle quali però sembrava volesse uscire. Come posso fargli una cosa del genere? Non se lo merita.
«Ehi, come è andata?» Chiede appena mi vede.
«È andata malissimo» ammetto scoppiando a piangere e andando ad abbracciare lei e Layla.
«Continuava a dirmi che non capiva il motivo per cui gli stessi dicendo una bugia e io gli ripetevo che non era una bugia, che non era successo nulla. Mi sento così in colpa, avrei dovuto dirglielo, avrei dovuto dirglielo» ripeto singhiozzando.
«Tesoro stai tranquilla» mi dice Scarlett asciugandomi le lacrime.
«Scarlett ha ragione. Nessuna di noi avrebbe avuto il coraggio di farlo. Devi solo trovare il momento giusto» sorride Layla.
«E se non arrivasse? Io non voglio che lui soffra, perché lo conosco e so che succederebbe» piagnucolo mentre Scarlett mi accarezza i capelli.
«Ora non preoccuparti. Troveremo il modo di risolvere questa situazione» mi dice la mia migliore amica dandomi un bacio sulla guancia.
«Ragazze volete qualcosa?» Chiede Layla dalla cucina. La raggiungiamo e parliamo del più e del meno. Layla cerca di non farci pensare all'accaduto di questa mattina, ma io penso solo a quello. Non riesco a levarmi dalla testa ogni singola cosa che Luke ha detto o fatto, come se provassi ancora dolore per gli schiaffi che mi ha tirato, come se sentissi ancora la sua mano avvolta intorno al mio polso.

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