Fifth

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Presente

Yoongi osservò Jimin, seduto su una delle sedie della sala riunioni della BigHit Entertainment e pensò, giusto per tutta la durata dell'incontro, che il biondo fosse bellissimo. Le sue guance erano leggermente arrossate –Yoongi era sicuro che fosse per l'imbarazzo- ed anche i suoi occhi lo erano, come se non avesse fatto altro che grattarseli o non avesse fatto altro che piangere.

"Allora siamo d'accordo, giusto?" chiese ancora una volta Min-Ho, manager di Jimin. Il biondo annuì, promettendosi che i suoi occhi non si sarebbero incastrati di nuovo in quelli del rapper.

"Bene, Yoongi-ssi dovresti mostrare al nostro ballerino la sala prove. Va bene?" chiese il direttore di Yoongi, contento più dei due ragazzi di quell'accordo. Jimin mantenne la sua testa leggermente abbassata, nonostante dovesse seguire il bruno.

"Vieni" disse Yoongi alzandosi dalla sedia ed inchinando il capo leggermente per salutare il direttore e l'agente. Jimin lo seguì in silenzio, guardandosi intorno per osservare la sua nuova casa. Non che avesse qualcosa di diverso la BigHit dalla CUBE; anzi su alcuni punti sembravano identiche.

"Ciao sono Namjoon, sono quasi certamente più grande di te e il tuo Yoongi ha fatto di tutto per averti. Lo sai?" disse una voce affiancando il biondo e sorridendogli. Jimin girò velocemente lo sguardo e si ritrovò quello di un ragazzo dai capelli castano chiaro, che aveva un sorriso a trentadue denti.

"U-uhm io no-" cominciò Jimin leggermente imbarazzato, continuando a camminare, se non fosse stato per Yoongi che si bloccò nel bel mezzo del corridoio e fermò entrambi i due ragazzi dietro di lui.

"Smettila Joonie, altrimenti distruggo i tuoi giocattoli" disse velocemente Yoongi, guardandolo con uno sguardo minaccioso. Namjoon sembrò sbiancare per qualche secondo, prima di notare la sguardo di Jimin imbarazzato.

"Dovrei lasciarvi andare. A dopo piccioncini" disse velocemente Namjoon, sussurrando l'ultima cosa per farsi che Yoongi non sentisse. Fu in quel momento, da quando c'era stato l'incontro nella stanza, che Jimin osservò Yoongi negli occhi lasciando che il grande posasse lo sguardo annoiato nel suo. Rimasero ad osservarsi per qualche secondo, finché Jimin non guardò da un'altra parte sentendo le guance andare a fuoco sotto lo sguardo del rapper.

"Di qua c'è il mio studio" disse Yoongi, sorridendo sotto i baffi e ricominciando a camminare. Jimin alzò velocemente lo sguardo ed osservò la schiena di Yoongi muoversi velocemente, così lo raggiunse mantenendo sempre una certa distanza dal rapper. Non mi ha neanche aspettato, aish! pensò infastidito, mantenendo il passo veloce di Yoongi.

"C'è un campanello fuori, suona ed io ti aprirò" disse Yoongi indicando il campanello color argento; Jimin l'osservò ed annuì, finendo col asociale del cazzo pensare infastidito.

"Se proseguiamo dritto c'è lo studio di Namjoon, il ragazzo di prima, e poi dovremmo scendere giù per i dormitori e le stanze dove si balla" disse ancora Yoongi, andando a passo spedito verso l'ascensore. Jimin lo seguì in silenzio, osservando la porta di quello che doveva essere lo studio di Namjoon, su cui c'era scritto "Puoi entrare, ma faresti meglio ad essere Yoongi. Altrimenti non ne vali la pena (vale anche per te Hoseok)" e Jimin cercò di ricordarsi come mai il nome Hoseok gli fosse tanto familiare.

Jimin si fermò leggermente dietro a Yoongi, aspettando con lui l'ascensore. Se Jimin cominciava a pensare a cosa stava succedendo di sicuro se ne sarebbe andato; era così surreale il fatto che lui si trovasse lì ad aspettare l'ascensore che lo avrebbe portato nella sua nuova casa ed insieme al rapper che più odiava nel mondo della musica.

"Perché i soldi?" chiese d'improvviso Yoongi, voltandosi velocemente e facendo alzare la testa a Jimin verso di lui. Il biondo rimase qualche secondo con la bocca leggermente aperta e gli occhi fissi in quelli del rapper, per poi distogliere velocemente lo sguardo promettendosi di non lasciarsi trasportare da due pupille.

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