Capitolo 25

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C’ero quasi riuscita, sul serio, ma improvvisamente sentii Lou appoggiare la sua testa sulle mie gambe, mettendosi comodo e facendomi sussultare all’istante…
<Dio che ansia di te!> Esclamai arrossendo bruscamente e irrigidendomi subito.
Lou si voltò e con disinvoltura, come se fosse normale appoggiarsi a una persona in quel modo, mi guardò con aria confusa.
<Perché? Che ho fatto?>
Rimasi zitta, immobile con gli occhi sbarrati, poi indicai il sottoscritto gesticolando come un’ossessa.
<M-mi metti ansia se stai lì…> Mugugnai poi, evitando i suoi occhi imbarazzata e mordendomi leggermente le labbra con timidezza.
Lo sentii sghignazzare, poi disse:
<Beh, abituati a vedermi qui… Sei comoda e hai un buon profumo> Si strofinò su di me, poi con un sorrisetto malizioso si rivoltò in direzione della televisione.
Dio quanto mi sentivo a disagio. Pure quello che aveva detto mi stava causando un forte imbarazzo. Chiusi gli occhi e feci un respiro profondo, cacciando dalla mia testa tutti i brutti pensieri che mi stavo facendo senza motivo.
<Eddai non irrigidirti in questo modo! Sennò diventi scomoda…> Borbottò stoppando il film e alzandosi dalle mie gambe, tenendosi su con le braccia e fissandomi negli occhi con uno sguardo infastidito.
<Oh ma sentilo! Yah! Guarda che non sono il tuo divano personale!> Dissi con tono di lamentela e tentando di afferrare il telecomando per far ripartire il film. Lou lo scostò dal tavolino, impedendomi di prenderlo e lo nascose dietro alla sua schiena, mantenendo l’eye contact come se mi stesse sfidando.
<Dammi il telecomando o te ne pentirai.> Mugugnai nel tentativo di strappaglielo di mano.
Nella improvvisa e insensata lotta per riuscire a ottenere il controllo della tv, ci ritrovammo sul pavimento circondati da cuscini volati in giro per il salotto in non so quale modo. Tentai per l’ultima volta di rubarglielo dalle mani, così mi lanciai come una furia addosso a lui, mi sedetti sul suo ventre a cavalcioni e gli fermai le braccia sopra alla testa.
<Beh? E ora cosa credi di fare?> Domandò fissandomi incuriosito, stringendo nella mano destra il telecomando.
Cercai di fermargli le braccia con una mano e tentai di afferrare l’oggetto con l’altra libera, ma fu un completo fallimento. Cedetti e gli caddi addosso come un’ameba, stanca e senza forze. Dopo pochi secondo alzai la testa e ritrovai le nostre labbra a due millimetri di distanza, potevo benissimo sentire i suo caldo respiro sulle mie…
Di scatto Lou si tirò su, si mise seduto afferrandomi per la parte più bassa della schiena, tenendomi ferma e impedendo che scappassi via dalle sue grinfie.
Lo fissai presa alla sprovvista, guardandolo negli occhi e tenendo le mani fisse sulle sue spalle.
<Ehm… Che ti prende?> Dissi confusa, guardandomi attorno e iniziando a sentirmi “scomoda” in quella posizione. Cercai di mettermi in altri modi, ma ogni mio movimento era bloccato dalla soggezione che il suo sguardo mi trasmetteva.
Percepii la sua mano salire lungo la mia schiena, fini a quando non arrivò alla mia nuca. Mi prese delicatamente con entrambe le mani, poi iniziò ad avvicinarsi sempre di più, fino a sfiorare di nuovo le mie tremanti labbra.
Volevo evitare di baciarlo. Non volevo abituarmi alla sensazione strana che i suoi baci mi procuravano, così cercai in tutti i modi di sfuggirgli, ma feci un passo falso e finii con il toccare accidentalmente le sue parti intime…
Fu proprio in quel momento che la porta di casa si aprì. Mia sorella si trovava proprio sull'uscio di essa, intenta a sfilarsi le scarpe prima di entrare… e quando udì Lou ansimare sotto al mio tocco, lasciò cadere la borsa a terra fissandoci con uno sguardo sconvolto.
<Oh mio Dio. N-non volevo interrompervi…> Mugugnò poi tappandosi le orecchie e serrando gli occhi.
Iniziò a tastare il terreno coi piedi, mentre continuava a tenere gli occhi chiusi con un'espressione disgustata. Aprì a malapena un occhio, poi corse su per le scale come una furia.
Non ebbi neanche il tempo di spiegarle il malinteso.
Voltai di scatto la testa e con aria truce mi rivolsi a Lou.
<BRUTTO MANIACO DEPRAVATO!> Protestai alzandomi subito e fissando con aria scioccata la mano con la quale l’avevo toccato.
<Non darmi del maniaco! Io non ho fatto nulla! S-se tu non mi avessi toccato in quel modo io non avrei reagito così!> Disse fissando il pavimento con aria timida.
Riuscivo benissimo a vedere le sue guance rosse per l’imbarazzo… Così evitai di gettare la colpa su di lui e rimasi zitta zitta, limitandomi a salire le scale per dirigermi in bagno.
<Dove diavolo vai ora?> Domandò seguendomi con lo sguardo e mettendosi in piedi in un batter d’occhio.
<Vado a lavarmi la mano, ecco dove vado!> Mormorai salendo l’ultimo scalino e scomparendo nel corridoio.
Riuscii a sentire i passi veloci di Lou sulle scale, poi me lo ritrovai sull’uscio porta del bagno, intento a guardarmi male mentre mi sciacquavo con cura la mano.
<Non mi guardare così Lou, mi metti in soggezione…> Dissi chiudendo il rubinetto e voltandomi nella sua direzione, fissandolo negli occhi e asciugandomi le mani. Lou non si mosse, rimase fermo immobile a fissarmi con quel suo sguardo di disapprovazione, occupando l’intera porta e impedendomi di uscire.
<Ti guardo quanto voglio. E come voglio.> Borbottò poi… lì iniziai a intuire che tra poco mi sarebbe saltato addosso… era proprio una sensazione certa.
Alzai gli occhi al cielo, mi avvicinai a lui e lo colpii sulla nuca.
<Idiota! Torna di sotto e non iniziare a fare lo stupido>
<Ahia! Non sto facendo lo stupido!>
<Ne sei sicuro?> Domandai con un finto sorriso, lui alzò un sopracciglio e appoggiò le braccia sui fianchi.
<Mi consideri stupido?>
<No, non intendo dire che sei stupido.. Intendo dire che quando fai così lo sei…>
<Quando faccio così come?> Chiese poi inclinando la testa verso destra e fissandomi con un mezzo sorrisetto.
<Quando fai l’arrapato.> Dissi decisa, senza peli sulla lingua.
Lou rimase immobile. Forse un po' preso alla sprovvista. Mi fissava negli occhi, ma per un intero minuto non disse una parola. Solo dopo qualche attimo, a poco a poco, notai il suo sguardo cambiare e…

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