Nessuno osava degnarmi di uno sguardo e gli unici che incrociarono i miei occhi parvero come schifati dalla mia presenza...
Non capivo... Cosa stava succedendo? Cosa mi ero persa?Camminai in mezzo alle bancate per raggiungere il mio posto in fondo alla classe, osservando gli atteggiamenti dei miei compagni e cercando di pensare a cosa potesse essere successo.
Mi sedetti nel banco affianco a quello di Johnny e appena appoggiai la cartella a terra mi girai di scatto nella sua direzione per chiedergli se sapesse qualcosa, ma il professore entrò in classe proprio in quell'istante...
Non potei fare altro che rassegnarmi e concentrarmi per il momento sulla lezione.Colsi la palla al balzo non appena suonò la campanella della pausa e mi fiondai su Johnny riempiendolo di domande.
<Yah, si può sapere cos'è successo? Sembra che tutti ce l'abbiano con me...>
Johnny rimase un attimo in silenzio, poi sorrise e disse:
< Secondo me ti sbagli>Cercai di credergli, tuttavia c'era qualcosa di strano nel suo atteggiamento, si vedeva palesemente che stava mentendo, anche perché appena iniziai a ispezionare la classe con lo sguardo notai i visi truci dei miei compagni...
Questa situazione mi stava angosciando tantissimo... Sentivo come se all'improvviso fossi diventata l'indesiderata di turno.Tirai un lungo sospiro, abbassando leggermente lo sguardo. Mi alzai in piedi e con un sorriso forzato dissi a Johnny che sarei andata un attimo in bagno, giusto per rinfrescarmi un po'.
In me sapevo che questa situazione improvvisa non avrebbe dovuto ferirmi, che avrei dovuto superare questo con forza e trovarne la cause, che non mi sarei dovuta rammollire, deprimere e piangere addosso come quelle deboli protagoniste dei drama... ma iniziavo a capire che non era così facile come pensavo...
Raggiunsi il bagno, ma non mi sentivo affatto sicura... Esitavo a dare le spalle a chiunque perché sapevo, sapevo che prima o poi i semplici sguardi si sarebbero trasformati in azioni.
<Ciao Chohee> Esclamò d'un tratto una ragazza, avvicinandosi e appoggiando una mano sulla mia spalla.
Le lanciai un'occhiataccia e scossi via la sua mano dal mio corpo, disgustata da quel contatto non autorizzato.
La sudetta ragazza era, per mia sfortuna, una delle amiche di Minjae... Era tozza e alta... una di quelle solite bullette senza cervello.Sorrise al mio gesto di ripudio, ma insistette, agguantadomi per la nuca e costringendomi a guardarla negli occhi con prepotenza.
<Lasciami> Dissi con fermezza, ma evitando di guardarla negli occhi...
Ero troppo impaurita.<Non dovresti fare tanto la schizzinosa... in fondo sei solo una puttanella> Rispose lei, sorridendo ampiamente, quasi sul punto di scoppiare in una fragorosa risata.
Corrucciai la fronte e trovai il coraggio di darle testa, fissandola negli occhi con rabbia.<Scusa, come?> Chiesi poi, percependo il mio sangue ribollire nelle vene. Lei alzò lo sguardo al cielo, seccata dalla mia improvvisa reazione, sospirò e continuò a stuzzicarmi.
<Non usare quel tono con me. Sei tu nel torto, sei tu quella che passa le notti con 3 ragazzi diversi.>
A quelle parole mi paralizzai, come se avessi perso tutte le emozioni in una volta. Mi sentii più fragile di un vaso di ceramica... ogni cosa avrebbe potuto distruggermi in quel istante.
<Puttanella da quattro soldi.> Aggiunse poi, prima di spingermi a terra e lasciarmi in quel bagno da sola.
Ero sconvolta... Quindi era questo equivoco la causa di tutto?
Tutti mi stavano odiando per una semplice voce di corridoio?
Era assurdo, quasi impossibile che delle parole prive di significato potessero infliggere un dolore così grande.
Volevo piangere, volevo rannicchiarmi nell'angolino, piangere e non uscire più da quel bagno, ma non potevo dargliela vinta.
Mi alzai in piedi, strinsi i pugni e uscii, camminando a testa alta e ignorando gli sguardi e i bisbigli.Al termine delle lezioni fui l'ultima ad uscire dalla classe e insistetti con Johnny affinché mi aspettasse. Volevo parlare con lui.
<Johnny, tu non credi a quelle voci, vero?>
Domandai sistemando le ultime cose nelle zaino. Alzai lo sguardo per un attimo e osservai i suoi movimenti, ma non aprì bocca e non mosse un muscolo...
<Johnny?>
<Non lo so Chohee... A dire la verità ti ho vista...> Mormorò lui, voltandosi nella mia direzione e guardandomi con occhi privi di emozioni.
Corrucciai la fronte abbassai gli occhi, confusa.
Non riuscivo a credere di sentire quelle parole uscire dalla bocca del mio amico.<Come sarebbe a dire che mi hai vista?>
<Chohee, ho visto almeno mille volte ragazzi entrare di notte a casa tua e vederli che ti accompagnavano a scuola il giorno dopo... A cosa dovrei credere?>
<Penso dovresti credere a me, non a delle persone che per cinque anni di liceo mi hanno preso di mira! E secondariamente, tu stesso dovresti sapere che non sono una ragazza del genere! Se credi alle loro parole vuol dire che non mi conosci...>
Lo fulminai con lo sguardo poco prima di correre via e scoppiare a piangere.
Non mi interessava poi tanto di ciò che pensavano gli altri, l'unica persona di cui mi interessava era lui.Tornai a casa passando per una delle stradine dietro alla scuola. Solitamente non la prendevo perché troppo desolata e mi sentivo insicura, ma oggi non avevo proprio voglia di incontrare persone...
Camminai per una decina di metri fino a raggiungere il ponte che collegava le due strade. Procedetti senza alzare lo sguardo, intenta a fissare i miei piedi immersa nei miei pensieri, ma quando alzai la testa per controllare i miei dintorni, mi accorsi di una persona al di là del ponte.
Aguzzai la vista continuando a procedere, ma quando capii di chi si trattava era troppo tardi. Non avevo vie di scampo...Lou iniziò a corrermi in contro. Rimasi immobile, aspettando che i miei muscoli reagissero agli stimoli, ma per qualche strano motivo il mio intero corpo si rifiutava di muoversi, così in meno di tre secondi mi ritrovai a faccia a faccia con lui.
<Stavo venendo a prenderti, come mai hai preso questa strada?> Domandò incuriosito, mettendosi a posto i capelli leggermente scompigliati.
Non dissi nulla, cercai di pensare a cosa dire, ma nella mia mente non passò neanche una parola.
Mi fissò per un paio di istanti, poi mi afferrò per le spalle e mi guardò con gli occhi sgranati.<Hai pianto?>
Scossi la testa e lo guardai stranita.
<No, perché dovrei piangere?>
<Non mi mentire, hai gli occhi gonfi e il naso rosso.> Ammise con sguardo serio, osservando freneticamente i miei occhi.
Lo fissai a mia volta.
Rimanemmo in quella posizione per qualche istante, finché non incominciai di nuovo a piangere.
Continuava chiedermi cosa stesse succedendo, ma non risposi, non volevo che sapesse cosa mi fosse successo. Non è che volessi tenerlo all'oscuro... desideravo parlargliene, ma mi sentivo come in colpa a rivelargli tutto... così preferii tacere...
Piansi come una forsennata, mi gettai fra le sue braccia e mi lasciai andare, sentendomi a poco a poco sempre meglio...
Il calore che il suo corpo emanava e il suo profumo erano tutto ciò di cui avevo bisogno in quell'istante, mi fecero sentire come a casa... Mi strinsi ancora di più al suo torso e appoggiai l'orecchio sul suo petto, ascoltando in quel silenzio il battito del suo cuore.
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Maybe It's You...
FanfictionUna ragazza (Ha ChoHee) all'ultimo anno di liceo incontra il suo primo amore,un ragazzo apparentemente indifferente,ma che nasconde un animo dolce.