Capitolo 11

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Alzai lo sguardo e...
...notai Baron fissarci con le mani sui fianchi e due enormi sacchi della spazzatura accanto ai suoi piedi. Mi staccai di colpo e mi inchinai leggermente per salutarlo.
<N-non stavamo facendo nulla!> Esclamai poi, grattandomi la nuca in imbarazzo e sorridendo nervosamente. Non so che mi fosse preso prima, lasciarmi abbracciare in quel modo da un ragazzo non era da me... Lou si schiarì la voce e mi prese sottobraccio, tirandomi a sé e guardandomi con arroganza.
<Lei è la sorella di Chohea>
<L'avevo capito, ma che stavate facendo...così abbracciati?> Domandò avvicinandosi a noi con un ché di malizioso.
Sul viso di Baron era apparso un sorriso maligno. Non sembrava più essere infuriato o scioccato, sembrava piuttosto "gioioso" e la cosa mi fece preoccupare. Mi staccai con decisione da Lou e fulminai con lo sguardo Baron.
<Non sorridere in quel modo. Tra noi due non c'è e non ci sarà mai niente.> Borbottai mettendomi a braccia conserte e voltando di scatto la testa dall'altra parte. Baron sospirò, raccolse i sacchi da terra e disse:
<Chi disprezza compra>
Non volevo credere alle mie orecchie, era già la seconda volta in due giorni che mi veniva detta quella frase. Chiusi gli occhi e sbuffai portandomi due dita sul setto nasale.
<Farò finta di non aver sentito...piuttosto tu, invece di fare il terzo grado a noi, perché sei qui? Mi state tutti stalkerando?>
<Mh...no. L'ho portato a casa tua ed è rimasto lì evidentemente anche dopo alla tua telefonata> Disse Lou intervenendo e facendo un mezzo sorriso. Baron annuì, sollevò i due sacchi da terra e li gettò nei cassonetti dall'altro lato della strada, raggiungendoci poi pochi secondi dopo. Tirai un lungo sospiro, ormai dovevo rassegnarmi al fatto che quel gruppo di idol era diventato come un parassita...me li portavo ovunque e non c'era modo di debellarli da casa mia, soprattutto a causa di mia sorella...
Rientrammo praticamente subito. Venni accolta da Chohea che con preoccupazione iniziò a riempirmi di domande, ma le ignorai quasi tutte e, un po' incuriosita dalla situazione, la trascinai in cucina per chiederle se avesse parlato con Baron. Non mi interessava parlare di ciò che era successo al parco, volevo sapere cosa fosse successo a casa durante la mia assenza.
<Beh che fai? Perché mi hai portata qui? È successo qualcosa con Lou?> Domandò iniziando a viaggiare con la sua mente e a fissarmi con sognanti.
<No. Smettetela. Volevo sapere se avevi parlato con Baron, tutto qui> Dissi lanciandole un'occhiataccia e prendendo dal frigo qualcosa da bere. Lei fece spallucce, guardò a terra con un enorme sorriso stampato in volto e iniziò a raccontarmi cosa si fossero detti. Sinceramente non mi aspettavo avessero fatto chissà quale conversazione, dato che Chohea sclerava anche per un semplice ciao, ma dovetti ricredermi.
<Abbiamo mangiato assieme e parlato del più e del meno. È davvero un ragazzo meraviglioso, si è pure offerto di gettare la spazzatura.> Esclamò guardandomi con occhi che brillavano, mettendosi una mano sul petto e scuotendo leggermente la testa, soddisfatta dalla serata. Annuii stupita e appoggiai il bicchiere vuoto sulla tavola, dando delle pacchette sulla spalla a Chohea.
<Sorella, sono orgogliosa di te> Dissi poi con fierezza, sorridendole con gioia. Lei ricambiò al sorriso, guardandomi con un ché di malizioso e scostandosi i capelli vanitosamente.
Uscii assieme a lei dalla cucina, ritrovandomi di fronte a tre dementi in panciolle sul divano, intenti a guardarsi le repliche di One Piece. Sbuffai e mi posizionai davanti al televisore, oscurandogli la visuale.
<Beh? Cos'è? Avete messo le radici qui?!> Esclamai guardandoli tutti e tre con dissenso, soprattutto St.Van, non mi aspettavo potesse essere pure lui un parassita.
Inizialmente sembrarono un po' scocciati, ma Baron fu il primo ad alzarsi dal divano, anche se chi veramente volevo smammasse era quel disgraziato di Lou.
Non volevo più averci a che fare, anche se mi aveva aiutata... La sua presenza mi rendeva strana... E ciò non mi piaceva...
<Va bene, ce ne andiamo...- Mormorò Lou alzandosi assieme a St.Van dal divano. Una volta in piedi mi guardò per un istante poi, con dolcezza, sorrise e mi appoggiò una mano sul braccio - ...Tu sei sicura di stare bene?>
La sua domanda mi lasciò un po' stranita. Diceva tanto che di me non gli importava se non in senso amichevole, ma allora perché continuava ad assicurarsi in quel modo che io stessi bene?
Nonostante le varie domande che mi frullavano per la mente e la voglia matta di prenderlo a sberle ogni qualvolta che mi appariva davanti, annuii e sorrisi, anche se forse un po' forzatamente.
<Ne sei sicura?... Chohea! Ti va se restiamo->
<NO SMAMMATE.> Urlai prendendo l'iniziativa e appoggiando due mani sulla sua schiena, spingendolo fuori di casa forzatamente.
Non se ne parlava proprio di passare un'altra nottata con Lou. Nossignore.
Aprii la porta e con un'ultima spinta lo feci uscire di casa, sorrisi soddisfatta e appoggiai le mami sui fianchi, tirando un sospiro di soddisfazione. Baron e St.Van uscirono comodamente accompagnato da mia sorella, la quale sembrava trattarli come amici d'infanzia.
<Bene. A mai più> Esclamai felicemente muovendo la mano in un segno di saluto. Appoggiai la mano sulla maniglia e la chiusi immediatamente, senza dare il tempo a Lou di dire qualcosa.
<Credo tu sia stata troppo cattiva> Mormorò mia sorella da dietro di me. Feci spallucce e, stiracchiandomi un po', andai di filato al piano di sopra, stanca morta e già con l'ansia per l'esame di domani. Pensai che mia sorella avesse intenzione di venire con me, ma decise di rimanere di sotto ancora un po' , cosi mi ritrovai da sola su un piano deserto...
Entrai nel bagno e con pigrizia iniziai a lavarmi il viso. Tutto era così silenzioso che mi faceva addirittura venire la pelle d'oca... e in poco tempo iniziai a farmi uno dei soliti filmini mentali che neanche Stephen King era capace di elaborare. Mi sentivo sempre più in ansia, fino a quando il cellulare nella mia tasca non iniziò a vibrare e non mi venne definitivamente un attacco di cuore.
<Maria. Che colpo!... Chi cazzo è?!> Borbottai asciugandomi in fretta e furia le mani e controllando immediatamente la notifica.
Il numero era sconosciuto, ma quando lessi ciò che c'era scritto...capii subito di chi si trattasse e non potei fare altro che rispondere.
CH: COME DIAMINE FAI AD AVERE IL MIO NUMERO?! Stalker.
Dopo aver scritto quel messaggio, corsi nella mia stanza, sedendomi sull'orlo del letto e fissando con aggressività lo schermo luminoso del cellulare. Attendendo una sua risposta. Dopo pochi attimi iniziò a telefonarmi.
<Che cazz-...Che vuoi?>
L: È così che rispondi al telefono? Devi avere molti amici
CH: Come fai ad avere il mio numero?
L: L'ho tirato giù dal telefono di tua sorella, tranquilla ho preso anche il suo così in caso di emergenza posso telefonare a lei
CH: Ahhh mh-mh ok, tutto normale
L: Beh tu non me l'avresti mai dato
CH: Ragionamento ottimo. Me ne vado a letto.
L: NO NO NO ASPETTA, Ti prego non riattaccare!
CH: Che c'è? Che vuoi?!
L: Domani passo a prenderti
Rimasi di sasso.
CH: Aspe cosa?!
L: Ti vengo a prendere
CH: Mhh no che non lo fai
L: Ohh si che lo faccio. Alle 8:00, giusto?
CH: E vuoi anche che ti dica di sì?!
L: Nah, tanto lo farò lo stesso ahah
CH: Non c'è nulla da ridere. Non osare venire!
L: Lo prenderò come un "Vieni ti prego"
CH: Ti prendo a sberle. Se osi farti vedere davanti casa mia domani mattina, sei morto.
L: A domani allora, cercherò di arrivare il più in orario possibile
CH: No. NO LOU. NO- Tuuuu Tutu Tuuuuuu...
<Non ci posso credere...ha riattaccato.>
Rimasi una buona mezz'ora a fissare la schermata delle chiamate incredula. Non riuscivo a crederci... Non volevo crederci. Domani mattina, appena uscita di casa, me lo sarei ritrovato davanti...

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