Il mattino seguente Mira si svegliò presto ma ben riposato. Era un po' intimorito all'idea di trovarsi per la prima volta faccia a faccia con un drago, però al contempo non vedeva l'ora di tornare a casa.
Si girò a guardare Leif, e lui si voltò di scatto e spalancò gli occhi, prima di sospirare.
- Scusa. Non sono abituato a dormire con altre persone - bisbigliò.
- Hai i sensi di un drago - constatò Mira con un sorriso. Leif ricambiò il suo sorriso, rilassandosi.
- Buongiorno - disse, concedendosi di sorridere ancora per qualche istante. Si sentiva stranamente a proprio agio con Mira, nonostante l'avesse conosciuto solo la sera prima.
Per un attimo si guardarono, lentamente, con calma e curiosità. A volte i loro occhi s'incrociavano e si sfuggivano, e ancora s'incrociavano, e Mira arrossiva e abbozzava un timido sorriso.
E Leif comprese, ma non comprese davvero.
Si alzarono e si sciacquarono la faccia, dopodiché andarono a far colazione. C'era della frutta fresca e la madre di Leif stava scaldando dell'acqua con delle erbe aromatiche, aiutata da un buffo draghetto nero carbone con gli occhi enormi e le nuvolette di fumo che gli uscivano dalle narici.
- Si chiama Carbonello - disse Leif a Mira che fissava la creatura con meraviglia, affascinato. - Ci aiuta in cucina. È un po' tonto, ma è molto affettuoso. Si offende se non gli dai qualcosa di buono quando ti aiuta.
- Posso accarezzarlo?
Il giovane Domadraghi ridacchiò.
- Aspetta che si raffreddi. Ti scotteresti, altrimenti.
Si sedettero a mangiare.
- Anche il tuo drago è come lui? - domandò Mira, incuriosito. Leif rise.
- Rubino è enorme, rispetto a Carbonello. Potrebbe mangiarselo in un sol boccone e avrebbe ancora fame! Ma per fortuna i draghi addomesticati non si cibano di altri draghi e soprattutto non di umani. Sono abituati a mangiare qualunque cosa commestibile diamo loro.
Terminato di far colazione i due ragazzi salutarono la madre di Leif e uscirono, non prima però di aver recuperato i vestiti asciutti di Mira.
Appena usciti di casa Leif emise un potente fischio e, dal retro dell'edificio, un gigantesco drago rosso spiccò il volo e atterrò di fronte a loro.
Era enorme, come lo aveva definito il suo domatore. Era magro e slanciato, ben proporzionato, con un muso lungo e appuntito e un paio d'ali grandissime; le zampe erano relativamente corte, munite di artigli affilati, e la coda andava assottigliandosi verso la punta. Aveva gli occhi gialli con le pupille allungate e uno sguardo fierissimo.
Leif gli carezzò il collo e la testa come avrebbe fatto con un cane.
- Mira, lui è Rubino, il mio drago. Rubino, ti presento Mira.
Poi scomparve in casa, lasciandoli soli, e Mira pregò che il drago non decidesse che gli andava un assaggio di carne umana.
- Non c'è molto da mangiare, qui - sussurrò, mostrandogli le braccia magre. Rubino lo fissò e il ragazzo constatò che aveva lo stesso sguardo penetrante di Leif. Tale drago tale domatore, si ritrovò a pensare, e ciò lo fece sorridere.
Tornò Leif, reggendo una specie di sella per draghi. La sistemò su Rubino come se stesse bardando un cavallo e poi gli ordinò di andare ad aspettarli in spiaggia. Il drago volò via.
- Perché l'hai mandato via? - chiese Mira, un poco sollevato.
- Ci aspetterà in spiaggia. Non andremo da soli; prima devo chiedere a Yorick se ci accompagna - spiegò Leif. - Yorick è un Domadraghi d'aria ed è molto disponibile.
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Piume di drago
FantasyA seguito di una violenta tempesta, Mira si ritrova su un'isola sconosciuta, popolata da draghi e dai loro domatori. Impossibilitato a tornare a casa, il ragazzo dovrà imparare a vivere sulla nuova isola.