Sogni che diventano realtà

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Elin partì qualche giorno dopo averlo annunciato e Jun s'offrì di prendere il suo posto nella squadra, non appena avesse potuto permettersi di trasferirsi.

I Domadraghi lavoravano sodo per la competizione in arrivo, quella di primavera. Si piazzarono secondi, senza Elin.

Giunse l'estate, e il compleanno di Leif. Artemisia non venne a festeggiarlo.

- Non fa niente - commentò il Domadraghi di fuoco, per quanto si notasse che c'era rimasto male. - Ci sei tu e questo mi basta.

Nemmeno l'estate seguente la misteriosa sorella di Leif sostò sull'isola per il compleanno del fratello.

Quell'autunno, Rorik e Lynae annunciarono che si sarebbero sposati a breve.

Quell'inverno, Jun si trasferì sull'isola. La loro squadra, ora che avevano di nuovo un Domadraghi d'acqua, riprese a vincere tutte le competizioni.

Anche Mira aveva accettato di partecipare e si stava allenando duramente, anche se si tirava indietro prima di ogni competizione.

- Non mi sento ancora pronto - si scusava, nonostante fosse diventato un Domadraghi dalle abilità invidiabili. - Sarà per la prossima competizione.

- Prima che quei due si sposino e decidano di mettere su famiglia - sbuffava Leif, ma sempre scherzando. Preferiva diventare vecchio senza mai competere al fianco del fidanzato piuttosto che obbligarlo quando non si sentiva pronto e mettere a rischio la sua sicurezza.

***

Era il terzo compleanno di Leif che Mira viveva con lui.

Era mattino presto, stava dormendo sul petto scoperto del proprio ragazzo quando il caldo e un certo trambusto lo strapparono al sonno.

- Leif... - farfugliò, lasciandogli qualche bacio sui pettorali per cercare di svegliarlo. Il Domadraghi di fuoco alzò lentamente un braccio e gli arruffò goffamente i capelli.

- Leif! C'è tua sorella! - gridò suo padre. Il figlio spalancò gli occhi, immediatamente sveglio.

- Misa! - esclamò, tirandosi a sedere. Mira soffocò una protesta, assonnato.

Leif corse alla porta di casa, seguito dal fidanzato.

- Misa! - ripeté, entusiasta, con gli occhi che gli luccicavano.

Artemisia era la copia sputata del fratello minore, solamente in versione femminile. Era altissima (almeno in questo si differenziava da Leif, che comunque basso non era), aveva lunghi capelli biondi e penetranti occhi verdi.

- Leif - replicò, abbracciandolo. - Auguri, fiammella.

Mira sbucò timidamente da dietro il padrone di casa, ancora mezz'addormentato.

- E lui chi è? - domandò Artemisia, facendo un cenno col capo al suo indirizzo. Leif sorrise.

- Misa, lui è il mio ragazzo, Mira - annunciò, orgoglioso, stampandogli un bacio su una tempia.

- È suo il drago... piumato?

- Sì, è mio. Si chiama Nuvola - intervenne Mira, stringendosi a Leif. Sua sorella gli metteva soggezione.

La Domadraghi sorrise. Anche il suo sorriso era identico a quello del fratello: raro ma bellissimo.

- Ha carattere! Nonostante le dimensioni, ha messo subito in chiaro chi comandava con il mio X - rise. Si spostarono in cucina a far colazione.

Leif sprizzava gioia da tutti i pori. Si vedeva quanto fosse affezionato ad Artemisia.

- Misa, perché non sei passata anche le estati scorse? - le domandò, un po' risentito.

Piume di dragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora