Festoni di drago

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Mancavano ormai pochi giorni alla competizione. I Domadraghi stavano ultimando i preparativi.

- Nuvola dovrà restare qui - disse Leif, mentre controllava per l'ennesima volta la propria attrezzatura. - Non si possono portare draghi che non competono. I miei genitori la terranno d'occhio, non preoccuparti.

Mira accarezzò il proprio drago sul morbido testone.

- Farai la brava, vero? - le domandò. Nuvola gli diede un colpetto alla mano. - Certo che sì. Mi mancherai, Nuvoletta.

Leif sorrise, intenerito.

- Vedrai che saremo di ritorno prima che te ne accorga - lo rassicurò, avvicinandosi per stampargli un bacio sui capelli. Mira afferrò un lembo della sua maglia e lo tirò timidamente a sé, prima di baciarlo sulle labbra.

***

Era il giorno della partenza verso l'isola in cui si sarebbe svolta la competizione. Ad ogni cambio di stagione, aveva spiegato Leif, c'è la rotazione e un'altra isola ospita la competizione.

- Hai preso tutto? - domandò il Domadraghi di fuoco, con la sacca in spalla. Essa conteneva la tenuta da competizione, la misteriosa tenuta: sebbene il ragazzo l'avesse provata qualche giorno prima per accertarsi che ancora gli andasse alla perfezione e non fosse rovinata, aveva impedito al fidanzato di vederlo con quella indosso. Era una sorpresa.

Mira si grattò la testa.

- Aspetta... mi sa di no - rispose, pensieroso, per poi afferrarlo per la maglia e baciarlo. - Adesso sì.

E sorrise, arrossendo lievemente. Leif rise.

- Sicuro? Non hai dimenticato ancora qualcosa? - lo stuzzicò, e Mira lo baciò ancora e ancora, finché non ebbe più fiato. - Andiamo. Non possiamo far aspettare gli altri.

Salutarono i genitori del biondo e Nuvola. Il drago pareva ignaro che il suo domatore stesse partendo e gli fece le feste come ogni giorno.

Andarono in spiaggia, dove gli altri Domadraghi li attendevano con i rispettivi draghi. Alcuni abitanti del villaggio s'erano radunati ad augurar loro buona fortuna.

- Alla buon'ora, piccioncini! - esclamò Yorick.

- Mira aveva dimenticato qualcosa... - asserì casualmente Leif, voltandosi verso il proprio ragazzo per fargli l'occhiolino. Lui avvampò.

- G-già...

- Siete pronti? - chiese Rorik. Pareva in forma e rilassato; con un braccio cingeva Lynae, la quale sembrava altrettanto rilassata.

- Non sarà un viaggio lungo - bisbigliò Leif all'orecchio di Mira.

- Pronti! - dissero tutti in coro, prima di montare sui draghi.

Mira si sistemò dietro il Domadraghi di fuoco, avvolgendo le braccia attorno alla sua vita. Quanto tempo era passato dal giorno in cui era salito per la prima volta su Rubino e si era ritrovato in quella stessa posizione, pronto per tornare a casa, e quante cose erano cambiate da allora!

Un sorriso dolceamaro gli si dipinse sulle labbra, ma si sforzò di non pensare a cose che avrebbero potuto intristirlo.

I draghi si alzarono in volo uno alla volta. Rubino e Lutfi si posizionarono alla testa del gruppo, seguiti da Bosko e Illiya e, a chiudere, Marat.

Non s'erano più parlati, Leif ed Elin, da quella giornata al lago. A Mira dispiaceva, dispiaceva a tutti, tuttavia nessuno s'intrometteva.

- Forse faranno pace e si riavvicineranno durante la competizione - aveva detto Rorik al riguardo. - Siamo una squadra, dopotutto.

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