Dove il mare incontra la notte

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Il pomeriggio si svolse la prova delle piante. I draghi riportarono alla vita il legno bruciato nella prova precedente e crearono nuova vita.

Rorik fece sbocciare fiori lungo tutto il corpo di Bosko, formò un drago con i fiori sbucati dal terreno e chiamò Lynae dalla folla degli spettatori, ordinando al proprio drago di farle apparire una rosa da dietro l'orecchio, come in un trucco di magia. Poi le offrì la rosa e le baciò le nocche.

Ottenne il terzo posto.

- Abbiamo vinto tutto ciò che potevamo vincere - gongolò Yorick. - Andiamo a festeggiare.

- Andate senza di noi - disse Leif. Mira gli rifilò un'occhiata perplessa, prima di pensare che magari il Domadraghi stava male e voleva un po' di compagnia. - Ci vediamo domani a pranzo.

- Perché? - chiese Yorick, stupito. L'amico si strinse nelle spalle, invitando Mira ad avviarsi.

- Non preoccupatevi. Divertitevi - li congedò, abbozzando un sorriso.

Andarono all'alloggio. Leif prese la sacca, la quale era piena di chissà cosa.

- Leif? Dove andiamo?

Lui sorrise, misterioso.

- Ti porto in un posto speciale - rispose, prendendolo per mano. Uscirono e montarono su Rubino.

- Ma è lontano?

- No. Saremo di ritorno per pranzo, non temere - lo rassicurò il Domadraghi di fuoco.

Volare di sera era strano, ma strano in senso positivo. Videro il sole tramontare e il cielo fondersi col mare, finché non rimasero solo le stelle sopra di loro nel blu infinito che era diventato il mondo.

Atterrarono su un'isola molto piccola, disabitata, occupata da una grotta enorme. Era spaziosa abbastanza per ospitare un drago.

- Rubino, fa' luce - ordinò Leif, e il drago obbedì, accendendo una fiammella sulla punta della coda.

Le pareti della grotta erano decorate da disegni stilizzati di draghi ed esseri umani, disegni che raccontavano lotte e morte, ma anche amicizia, protezione, lealtà.

- Quando ho bisogno di meditare vengo sempre qui - disse piano Leif. Mira era affascinato. - Si dice che uno dei primi Domadraghi abbia vissuto qui.

Il ragazzo dagli occhi blu si avvicinò a una parete sulla quale era raffigurato un drago bianco di piccole dimensioni, e vi posò la mano sopra.

- Sembra Nuvola - commentò, mascherando la nostalgia del proprio drago con un sorriso.

Leif lo abbracciò da dietro.

- L'ultima volta che sono stato qui ho notato quel drago e ho pensato a te - asserì, poggiando il mento sulla sua spalla. - Stanotte dormiremo qui. Ho portato le coperte, e poi Rubino ci terrà al caldo.

Prepararono un giaciglio vicino al corpo del drago, il quale si era disteso a u. La fiammella sulla punta della sua coda tremolava di tanto in tanto, quando entrava uno spiffero d'aria nella grotta.

I Domadraghi si sdraiarono uno accanto all'altro. Il soffitto della grotta era decorato da delle stelle bianche.

- Chissà come hanno fatto a disegnarle - s'interrogò Mira. Leif sorrise.

- Non lo sapremo mai - fece una pausa. - Domani sera si terrà la danza di chiusura. Ballerai con me?

- Se dicessi di no?

Il Domadraghi di fuoco ridacchiò.

- Sei tremendo - lo apostrofò affettuosamente, prima di girarsi e poi sistemarglisi a cavalcioni, serio. - Mira...

Piume di dragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora