Non tornarono più sull'argomento Elin, né parlarono dei loro sentimenti. Ma a volte, solo a volte, Leif si concedeva di essere vulnerabile in presenza di Mira, e di mostrargli qualche pezzo di sé.
Quella sera, a seguito di una giornata come tante altre, i due ragazzi uscirono a fare una passeggiata sulla spiaggia.
- Mira - esordì Leif, e il suo tono così serio gli fece venire in mente i più disparati pensieri.
Mira, anche io voglio conoscerti meglio. Voglio conoscere il sapore della tua bocca, la morbidezza delle tue labbra sulle mie...
No, no, quello era un suo pensiero.
Aspetta, cosa?
Sì, era vero. Da quella sera ci pensava spesso.
Mira, devi ripagarmi tutti i regali che ti ho fatto e devi trovarti una casa il più presto possibile.
Questo lo preoccupava un po'. Aveva messo da parte dei soldi, ma non erano molti. Di sicuro non abbastanza per ripagare i suoi regali e per permettersi una casa. Non voleva approfittare della sua accoglienza per sempre, però.
Mira, io sono ancora follemente innamorato di Elin.
Gli avrebbe fatto piacere che si confidasse con lui, che si fidasse tanto, eppure allo stesso tempo quell'ammissione gli avrebbe fatto male, non sapeva bene perché.
Mira, Mira, Mira, dovresti essere più onesto con te stesso.
- Sai... vivi qui da un po', ormai. Se davvero sei un Domadraghi, come darebbe da far pensare la piuma sul tuo polso, allora dobbiamo trovarti un drago.
Mira sgranò gli occhi, sollevato e deluso al tempo stesso, e un po' sorpreso. A quello non aveva assolutamente pensato.
- E-eh?
- Anzi, il tuo drago ti deve trovare.
Mira si fermò, confuso come non mai. Leif lo osservò e poi ridacchiò.
- Sediamoci qui - disse, lasciandosi cadere sulla sabbia. Il ragazzo obbedì, sedendosi accanto a lui. Le loro gambe si toccarono. - Mira, ci sono tanti draghi selvatici. Un Domadraghi può domare molti draghi, prima di trovare il proprio. Prima che lui lo trovi. Può anche scegliere di accontentarsi di un drago a cui è affezionato, sebbene non sia il suo drago destinato. Ma è raro.
- Come faccio a capire qual è il mio drago?
- Lo capisci e basta. Te lo senti. E anche lui lo sente.
Mira annuì.
- Mi aiuterai? - chiese timidamente. Leif esibì un sorrisetto.
- Sì e no. Ti insegnerò un po' di cose sui draghi, ma dovrai domarlo tu. Io non ti potrò aiutare, sarai tu a dovergli dimostrare che sei un domatore degno di lui.
- Non credo di voler davvero un drago - mugugnò il ragazzo, preoccupato. Il Domadraghi ridacchiò di nuovo e gli arruffò i capelli.
- Ti renderò un Domadraghi con i fiocchi, Mira. Dovrai lavorare duramente, ma non avrai nulla da temere.
- Ma Leif... e se io non fossi affatto un Domadraghi?
- Lo diventerai - affermò divertito il biondo. La sua mano sostò tra i capelli dell'amico.
Leif si ritrovò impossibilitato a distogliere lo sguardo da Mira, dai suoi occhi in cui si riflettevano le stelle, dal suo viso dolce illuminato dalla luna.
Deglutì. Credeva che Elin avesse spento il suo fuoco, ma quel ragazzo l'aveva fatto divampare e ardere di nuovo.
- Torniamo a casa - disse, a malincuore. - Domani si terrà la tua prima lezione, quindi dovrai essere ben riposato e in forma.
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Piume di drago
Viễn tưởngA seguito di una violenta tempesta, Mira si ritrova su un'isola sconosciuta, popolata da draghi e dai loro domatori. Impossibilitato a tornare a casa, il ragazzo dovrà imparare a vivere sulla nuova isola.