Elettricità nell'aria

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Il giorno seguente si tenevano la prova d'elettricità, la quale consisteva nell'accendere più lampadine possibili e farle durare il più a lungo possibile, e la prova di ghiaccio, nella quale i Domadraghi dovevano cimentarsi nella creazione di statue e sculture.

Questi ultimi si ritrovarono in piazza non molto dopo colazione. Yorick era in compagnia di un Domadraghi d'acqua che presentò come Jun, il suo ragazzo.

- Vi siete conosciuti ieri... e già state insieme? - domandò Leif a bassa voce all'amico.

- È stato amore a prima vista! - trillò lui, prima di sorridere a Jun. C'era qualcosa nel suo sorriso, nel suo sguardo... Leif perse tutto il proprio scetticismo.

- Congratulazioni - borbottò, abbozzando un sorriso. Almeno lascerà stare Mira, pensò. La sera precedente loro avevano cenato, avevano parlato della competizione e poi erano crollati uno sopra l'altro nel letto troppo piccolo per due persone, provati dalla giornata trascorsa.

Rorik pareva riposato, la sua ragazza un po' meno. Era nervosa e si notava. Elin era tranquilla.

- Andiamo a fare un giro - disse Leif, prendendo la mano del proprio ragazzo e iniziando ad avviarsi. Gli altri Domadraghi lo seguirono, chiacchierando tra di loro, anche con Jun. Sembrava che avesse sempre fatto parte del loro gruppo. Yorick era felice.

Mentre gironzolavano incontrarono diversi competitori, intenti a consumare il primo pasto della giornata. Si aggiunsero a loro per scambiare quattro chiacchiere. Due ragazze si dimostrarono molto interessate a Mira, ma lui fu l'unico a non capirlo. Leif era divertito e un po' geloso.

La prova di elettricità si teneva sulla spiaggia opposta a quella di sabbia nera. Mira non aveva mai visto tante lampadine in vita sua; erano appese ad un filo attaccato a due pali, e c'era un filo per ogni Domadraghi partecipante.

- Andrà tutto bene - bisbigliò Rorik a Lynae, stringendola a sé e stampandole un bacio sulla tempia. La ragazza si limitò ad accarezzargli un braccio. 

La prova iniziò. Alcuni Domadraghi principianti non riuscirono a controllare i loro draghi e, nella foga di far accendere loro più lampadine, le fecero esplodere e furono squalificati. Nessuno rimase ferito, per fortuna.

Lynae non perse mai la concentrazione e continuò a guidare Illiya durante tutta la prova, bisbigliandole ordini per accendere un'altra lampadina quando era sicura che ogni lampadina appena accesa sarebbe durata.

Si piazzò terza, dietro due Domadraghi assai talentuosi, i cui draghi avevano la strabiliante capacità di accendere in pochi istanti moltissime lampadine senza farle esplodere.

- Sei stata bravissima - le disse Rorik, baciandole la fronte. - Ed eri bellissima, piccola...

I suoi amici le fecero i complimenti e Lynae li ringraziò, non più agitata e vivace come sempre.

Si spostarono all'entrata del villaggio per la prova del ghiaccio. Pur sentendosi un poco in colpa, Yorick tifava per Jun. Tanto ci sono gli altri a tifare per Elin, si disse.

Elin e Marat erano un binomio incredibile: insieme avrebbero potuto creare un castello di ghiaccio. Mira era affascinato da loro e da tutti gli altri domatori che con maestria dirigevano i draghi per creare capolavori. Era più di una competizione, quella: era arte e magia. Pensò che non avrebbe mai potuto fare il giudice per quella prova, perché ogni creazione era meravigliosa.

Com'era quasi prevedibile la ragazza finì al primo posto, e Jun al secondo. Yorick non avrebbe potuto essere più orgoglioso di lui.

- Diventerai un grande Domadraghi - gli disse, mentre lo abbracciava. Jun ricambiò l'abbraccio e nascose il viso nel suo collo, prima di posarvi un bacio.

Anche Elin era felice, felice di aver vinto, e non poteva importarle di meno di non avere una persona speciale a farle le congratulazioni, a stringerla, a baciarla, ad essere felice per lei, di non avere più Leif ad essere quella persona. Stava bene da sola e non aveva bisogno di nessuno, se non di Marat. 

Forse Leif aveva ragione sul fatto che si stesse comportando male con coloro che in fondo erano suoi amici da sempre, con Mira che giudicava senza conoscere e con lui... con Leif che non le aveva mai fatto un torto, il cui unico sbaglio era stato quello di innamorarsi perdutamente di lei. E forse loro l'avrebbero accolta a braccia aperte qualora avesse deciso di essere una buona amica di nuovo, ma sentiva che stavano prendendo strade diverse e non si sarebbe imposta di camminare lungo una strada che non era la propria solo per il bene della loro amicizia.

Certo, erano una squadra e probabilmente lo sarebbero sempre stati. Chi poteva dirlo? Qualche pensiero sul partirsene per esplorare il mondo con Marat, come aveva fatto Artemisia, la sorella di Leif, l'aveva fatto.

Artemisia tornava molto, molto raramente a casa, solo per il compleanno del fratello, e a volte nemmeno per quello. Era uno spirito libero; nel suo cuore c'era spazio unicamente per X, il suo drago.

Per il momento, tuttavia, erano solo pensieri e non li avrebbe concretizzati presto. Voleva godersi ancora per un po' quella vita monotona che però adorava, e vedere fino a che punto sarebbe riuscita ad arrivare con le abilità di Marat.

Dopo le prove mattutine i Domadraghi andarono a riempirsi lo stomaco.

- Questo pomeriggio si terrà la prova di abilità - annunciò Leif, mentre mangiavano.

- Prova di abilità? - ripeté Mira, perplesso.

- Un Domadraghi che non partecipa alle competizioni lascia cadere delle palline dal cielo - spiegò Rorik. - Vince chi ne prende di più.

- Non è facile quanto sembra - aggiunse Yorick. - Bisogna avere buoni riflessi e un ottimo equilibrio.

- Si vola basso, ma comunque è una bella caduta. Diversi Domadraghi sono finiti male solo per prendere una pallina fuori portata, una pallina in più - proseguì Leif.

Mira deglutì.

- E voi... partecipate? - domandò. Il suo ragazzo, Yorick e Jun annuirono.

- Non hai nulla di cui preoccuparti, Mira - lo rassicurò il Domadraghi di fuoco, accarezzandogli dolcemente il viso. - Io e Yorick sappiamo il fatto nostro e non è certo la prima volta che partecipiamo.

- Va bene... ma fate attenzione - sospirò il ragazzo, lasciandosi coccolare dal fidanzato.

Yorick si rivolse a Jun.

- Anche tu fa' attenzione, per favore.

Il Domadraghi d'acqua annuì. Il suo ragazzo fece per aggiungere qualcosa, ma tacque. Jun non era un bambino, anzi, era più grande di lui, e si sapeva gestire da solo.

- Divertitevi - disse Rorik. - Faremo il tifo per voi.

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