Tornarono con calma al villaggio, siccome Nuvola era ferito. O ferita. Chissà se era un maschio o una femmina.
Leif stava rincasando in quel momento, insieme ad Elin: vide stagliarsi nel cielo Rubino, che proseguì il proprio volo verso casa, mentre Marat virò verso la cascata.
S'impose di concentrarsi su Nuvola per non pensare al fastidio immotivato che gli provocava immaginarsi Leif ed Elin insieme.
Quando giunsero a casa, Leif li aspettava fuori.
- Vi ho visti mentre arrivavo! Wow, Mira, ce l'hai fatta! Sapevo che ce l'avresti fatta! - esclamò, abbracciandolo forte. Lui ricambiò l'abbraccio, iniziando a percepire la stanchezza di aver camminato a lungo e aver dovuto vincere la diffidenza di quello che ora era il suo drago. - Sono così fiero di te!
L'attenzione di Leif si spostò su Nuvola, che li osservava, in attesa. Il Domadraghi di fuoco sgranò gli occhi.
- Un drago... piumato? Non ne avevo mai visto uno! - esclamò, prima di notare il sangue sulle sue piume.
- Non l'ho ferito io, ma un altro drago - s'affrettò a precisare Mira.
Il biondo annuì.
- È chiaramente un morso di drago.
- Come posso curarlo, Leif?
- Aspettami qui.
Il Domadraghi di fuoco entrò in casa e tornò poco più tardi con erbe, fasce e unguenti.
- Prima dobbiamo pulire la ferita con l'acqua, poi dobbiamo applicare questo unguento e fasciarlo. Dovrai mischiare queste erbe al suo cibo, quando gli dai da mangiare, per lenire il dolore - spiegò in tono pratico. Mira accarezzò la testa del proprio drago.
- Dovrò dargli da mangiare? - domandò. Nuvola strusciò il capo contro la sua mano.
- Finché non sarà guarito non potrà cacciare - replicò Leif. Si procurò un secchio d'acqua e una spugna e la porse a Mira. Il ragazzo pulì delicatamente la ferita e applicò l'unguento, massaggiando la spalla del drago. Nuvola non emise nemmeno un lamento.
Leif lo aiutò a fasciarla.
- Ecco. Dovrai controllare che non la strappi. Domani gliela cambieremo.
Si grattò la testa, poi sorrise.
- Ce l'ha un nome? È una femmina.
- Nuvola - rispose Mira, arrossendo.
- Nuvola? - ripeté Leif, divertito. Il Domadraghi si strinse nelle spalle. - Nuvola. Che nome carino.
Dato dal suo domatore altrettanto carino. Ma questo lo pensò e basta.
***
Nuvola guarì in fretta, senza mai strappare la medicazione. Dovendo nutrirla ogni giorno, il suo rapporto con Mira si solidificò.
Mentre era in convalescenza molte persone vennero a farle visita: i Domadraghi, vecchi e giovani, che non si capacitavano che esistesse un drago piumato, i bambini, che la riempivano di coccole fino a stremarla, e altri abitanti del villaggio attirati dalle voci.
Nuvola era molto paziente, forse fin troppo, e non dava segno di aver alcun potere speciale da scatenare contro chi la infastidiva: né fuoco né acqua, né elettricità o aria, non il ghiaccio né le piante.
- È una pacifista, come me - scherzava Mira, stampandole un'infinità di baci sul soffice muso.
- Ma se stava litigando con un drago, quando l'hai incontrata - ribatteva Leif per punzecchiarlo, invidioso di tutte le coccole che il ragazzo faceva al drago. - E tu sei stato arrestato, quando sei arrivato, piccolo criminale.
Allora Mira lo guardava malissimo, e il Domadraghi di fuoco gli arruffava i capelli, ridacchiando.
Ora che Nuvola era guarita poteva nutrirsi da sola, e poteva essere sellata. Leif aiutò Mira a scegliere una sella adatta, prima di dargli lezioni di volo.
- Ecco, vedi? Si mette così. Facile, no? Prova tu, adesso. Bravo.
Nuvola si abituò in fretta alla sella e ad avere sul dorso una persona.
- Direi che sei pronto per provare a volare. Io e Rubino ti staremo vicino, quindi non preoccuparti. Ti prenderemo... al volo.
Mira non rise. Salì in groppa al proprio drago e le ordinò di alzarsi in volo. Nuvola obbedì immediatamente, quasi disarcionandolo con un allegro stacco.
Rubino e il suo domatore, ancora a terra, li osservavano. Leif sospirò. Non si sarebbe mai perdonato se fosse successo qualcosa a Mira.
Da quando ci tengo così tanto a lui?
- Sto bene! - gridò Mira, rassicurante, e sul suo volto sbocciò un sorriso enorme quando il biondo lo raggiunse.
Il Domadraghi di fuoco si sentì gonfiare il cuore di quel sentimento a cui non voleva dar nome, e sorrise a propria volta.
Volarono fianco a fianco lentamente per un po', poi Mira si stufò e gli chiese di insegnargli qualche trucco.
E Leif reputava che fosse davvero troppo presto per quello, ma come faceva a dire di no a quegli occhioni blu, quel viso così dolce?
Gli insegnò a scendere in picchiata e a girarsi sul dorso di Nuvola. Mira era estasiato.
Yorick si unì a loro, ma Leif gli proibì di insegnargli altri trucchi.
- Per oggi basta così - disse, lanciando un'occhiata minacciosa al Domadraghi d'aria.
- Ma io e lo zuccherino ci stavamo divertendo! - piagnucolò Yorick.
- Potete divertirvi ancora domani. Torniamo a casa, Mira - asserì Leif, irremovibile.
- Gelosone! - lo apostrofò Yorick, sghignazzando. E continuò le proprie acrobazie con Lutfi.
Tornarono a casa.
- Sei geloso... di Yorick? - domandò timidamente Mira.
- Non sono geloso di nessuno - mise in chiaro il Domadraghi di fuoco, secco. Scosse il capo, quasi cercasse di scrollarsi di dosso la stizza.
- Quindi a te sta bene se mi alleno a volare con lui?
- Allenati con chi vuoi! - esclamò Leif, prima di accorgersi della propria reazione esagerata. - Ma non farti male.
Forse Yorick aveva ragione. Forse Leif era geloso.
Mira sorrise e gli accarezzò un braccio, prima di baciarlo dolcemente sulla guancia.
- Penso che mi accontenterò di continuare con il miglior Domadraghi dell'isola - soffiò. Dopodiché andò ad occuparsi di Nuvola.
Leif lo seguì con lo sguardo, stregato, e si toccò la guancia dove le labbra del ragazzo si erano posate.
Doveva ammetterlo: aveva completamente perso la testa per Mira, altroché.
Ma Mira? Giocava col fuoco e non se ne accorgeva, nella sua innocenza. E lui, Leif, non era sicuro di saper domare il proprio fuoco. Doveva, tuttavia, imparare a farlo, se per Mira era solo un gioco, per non finire col cuore spezzato.
STAI LEGGENDO
Piume di drago
FantasiA seguito di una violenta tempesta, Mira si ritrova su un'isola sconosciuta, popolata da draghi e dai loro domatori. Impossibilitato a tornare a casa, il ragazzo dovrà imparare a vivere sulla nuova isola.