Una bugia a Mark

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<<Buongiorno>> disse Hevril portandomi un bicchiere di latte con alcuni biscotti.
Mi strappò lo scotch dalla bocca e non persi l'occasione di provocarla per capire fino a che punto sarebbe arrivata.
<<Mark mi verrà a salvare e tu andrai nei guai>>
<<Si, certo non avrà mai sospetti su di me, anche se li avrà farò l'impossibile per farglieli togliere.>> disse
Mentre bevevo il latte che mi aveva portato qualche minuto prima di quella conversazione, suonò il suo cellulare, era Mark.
Mi strappò nuovamente la bocca e rispose al telefono, non sentivo ciò che diceva Mark ma potevo sentire ciò che diceva quella malvagia di Hevril.
<<Mark come puoi pensare che io arrivi a fare una cosa del genere? Per quanto posso tenerci a te ma mai dovresti pensare ciò.>> disse con tono più sicuro possibile, infondo conoscendo Mark mai l'avrebbe creduta e presto mi sarebbe venuto a salvare.
Hevril si girò verso di me appena terminò la chiamata<< se vuoi vivere chiama Mark con più tranquillità che puoi e digli che stai bene, sei scappata perché stai nervosa ed hai bisogno di startene un po lontana da tutti. Dovrai avere un tono sicuro altrimenti saranno guai per te se Mark non ti crederà>>
<<Non chiamerò nessuno tanto meno Mark per raccontargli una bugia>>
<<Tu lo chiamerai eccome, altrimenti non so per quanto tempo ancora tu potrai respirare>> mi disse per spaventarmi tanto da farmi chiamare Mark.
<<Pronto??>> disse di scatto
<<Ciao Mark, sono Alison>> cercai di dire con voce tranquilla
<<Come stai? Dove ti trovi?>> si preoccupó
<<Mark ascoltami, ho pochi minuti..
Ho deciso di andare un po lontana perché sono abbastanza stressata, non preoccuparti e ti chiedo di restare al fianco di mia madre finquando non torno>> cominciai a non farcela più..
<<Non mi fido, so che sei in pericolo. TI AMO>>
Riuscì a malapena ad ascoltare quelle sue parole prima di staccare il telefono e cadere in un pianto disperato.

Erano le 9:30 del giorno seguente quando senti aprire la porta della stanza dov' ero rinchiusa, questa mattina o per il caldo o perché ero legata da 31 giorni avevo gambe e braccia doloranti.
<<Buongiorno, eccoti la tua colazione>> disse accompagnata da un ragazzo alto, snello con capelli brizzolati e di colore, si presentò come il cugino di Hevril.
<<Ascoltami, io ti lascerò slegata per qualche ora in compagnia di lui, to raccomando però non fare nessun tipo di cazzata.>> disse chiudendo la porta alle sue spalle.
Mi distesi per addormentarmi e Doren si avvicinò e di alzarmi il vestito.
<<Smettila brutto bastardo>> gridai con tutta la vocwe che avevo, finalmente dopo un po venne Hevril.
<<Cosa diavolo succede?>>
<<Voleva violentarmi>> risposi terrorizzata.
Hevril mi legò ed uscirono dalla stanza.

Io ti salveròDove le storie prendono vita. Scoprilo ora