Io ti salverò.

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Erano circa le 22:30, stavo provando a "riposare" anche se questa parola l'avevo cancellata ormai da un po dal mio vocabolario.
Le notti insonni erano ormai tante da farmi addirittura dimenticare quasi completamente cosa significasse dormire.
Fuori era buio totale, la strada  illuminata solo da qualche lampione ormai vecchio e quasi inutile.
Ero persa nei miei pensieri, nel chiedermi chissà se qualcuno mai mi sarebbe venuta a salvare, come potesse stare mia madre senza vedermi rientrare a casa ormai da un mese. Ripensavo a ciò che mi stavo perdendo di quel mondo fuori da queste quattro mura, non ne potevo più di essere qui.
Qualcuno bussó alla porta inferiore insistentemente, sembrava che avesse proprio fretta di entrare, inizialmente non capì chi era ma quella voce maschile non era nuova.
<<Dov'è Alison?>>
<<Non c'è ti sei fissato Mark.>>
<<Dimmi dove l'hai nascosta o sarà peggio per te>>
<<N-O-N C'È, va bene? Ho fatto lo spelling>> disse ironicamente.
<<Hevril dimmi dove sta altrimenti sarà peggio per te e non fare la stupida>>  disse con tono di voce alterato.
<<Signorina faccia presto a dirci dov'è la telefonata di qualche giorno fa parte da questa casa quindi sappiamo che è qui, ce lo dica e non le succederà niente>> disse il carabiniere
Intanto i passi erano sempre più vicini, potevo finalmente sentire anche immaginariamente l'odore di Mark.
Vidi la maniglia della porta muoversi più volte verso giù e su, ma niente non si apriva.
<<Hevril questa porta perché è chiusa?>>  gridò Mark
<<Non ho rifatto il letto>> disse sorridendo
Fu proprio quel sorriso che fece perdere le staffe a lui <<Ti metterò le mani addosso se non mi apri questa porta>>
<<Non ho rifatto il letto, te lo ripeto.>>
<<Non me ne frega apri o la sfondo>>
<<Ho il letto disfatto,già è pronto per andarci a giocare sopra>> disse ironicamente
Questa volta provocò anche me, persi le staffe tanto da provare a farmi sentire chiedendo aiuto anche se la voce non usciva perfettamente dalla mia bocca speravo che qualcuno potesse capire.
La porta fu aperta da Mark seguito dai carabinieri, Hevril resto sul pianerottolo della stanza senza dire niente finquando un carabiniere si rivolse a lei dicendogli<<Signorina, mi segua in commissariato>>
<<Mark me la pagherai giuro>> disse con tono cattivo
<<Sisi certo, per ora segui i carabinieri che ti conviene >>
Mentre Hevril veniva portata giù per le scale in manette, Mark si occupò di togliermi quelle cinghie dai polsi e dalle caviglie,  restò imbambolato quando vide tutti quei segni.
Andammo di corsa verso l'uscita da quella casa dell'orrore, ci stringemmo forte..
<<Mark come hai fatto a sapere che ero qui?>>
<< ricordati che io saprò sempre tutto di te e ti salverò sempre>>
Ci baciammo e salimmo sull'ambulanza che mi avrebbe accompagnata in ospedale per alcuni controlli

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