A Cupido

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Oh Cupido, dio dell'amore,
Tu che mi guardi
Da lassù e che ti fai beffe
Di un povero poeta, come me.

Perché non schiocchi
La tua vaga freccia
Nel cuore di una leggiadra
Donna, la quale l'amo?

Forse non sono ancor
Degno del tuo amore
Che sprigioni in ogni
Singola freccia?

Eppur io donai più
Di quanto potessi realmente
Dare a chiunque volesse
Anche solo un saluto.

Che vuoi ancor da me,
Per te non è già abbastanza
Aver sofferto per ciò
Che ti ha reso un Dio?

Quanto allora devo ancor
Soffrire per essere degno
Di vedere la donna che amo
Che m'ama come l'amo io?

O forse per te è già scritto?
O forse per te io son già
Destinato? Forse tu mai
Deciderai chi mi amerà.

Oh Cupido, spero solo
Che ciò che penso
Non sia mai vero,
Ne ora e ne mai.

Ma se fosse realmente
Così, mi farò trasportare
Dalle tue braccia per
Trovare almeno il conforto.

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