Una scossa mi percorre tutta la spina dorsale, paralizzandomi sul posto. Vorrei convincermi che ciò che vedo sia un sogno – un terribile incubo per la precisione – ma la sensazione di apnea che mi stringe i polmoni e lo stomaco fa troppo male per essere parte di una situazione onirica.
Non sento la voce di Edinson al mio fianco, non sento Chanel che si presenta al nuovo arrivato sorridendo e nemmeno Kevin che saluta la sottoscritta. L'unica cosa che avverto è il battito accelerato del mio cuore e uno strano e insopportabile calore sulle guance.
Fisso il ragazzo con l'orecchino e i capelli ricci a lungo mentre saluta i miei amici uno a uno come se fossi uno spettatore di un film e non uno dei personaggi.
Nella mia testa si fa spazio l'ultima immagine che ho del suo viso. Di certo è maturato nei tratti del volto e nella postura, ha messo su massa muscolare, ma il sorriso furbo è sempre lo stesso come gli occhi, scuri e magnetici a tal punto da far perdere chi li guarda in un solo istante.
Neymar sposta lo sguardo dalla figura di Chanel alla mia e cambia completamente espressione esattamente come è successo a me poco fa. Prima sembra confuso, poi sorpreso, infine incredulo, ma non spiccica neanche una parola. È anche lui stupito di vedermi dopo quattro anni. Non ci ho fatto più di tanto caso, ma credo di essere un poco più in carne di prima e ho aggiunto le punte azzurre ai lunghi capelli neri. Non siamo cambiati molto, almeno esteriormente. L'avrei riconosciuto da metri di distanza, e sono sicura che è lo stesso per lui.
Forse è il suo silenzio prolungato che mi fa agire, o forse la volontà di mantenere certi segreti all'oscuro ancora per molto, se non per sempre. Allungo una mano verso il calciatore schiarendomi la gola e cercando di mantenere il tremolio che ha invaso tutto il mio corpo al minimo. «Rayane», mi presento rizzando la schiena per guardarlo negli occhi.
Sono comunque costretta, nonostante i tacchi alti, a sollevare un poco il mento per incrociare il suo sguardo, il quale ora si è trasformato in enigmatico. Gli occhi color onice scrutano la mia espressione senza distogliersi nemmeno un istante. Sta cercando di capire cosa io stia facendo, ma non apre bocca. «Neymar», si limita a dire stringendomi la mano.
Anche se il cielo è sereno e l'aria è calda questa sera, mi sento un brivido percorrermi tutta la spina dorsale, dal collo alla base della schiena. Mi è salita la pelle d'oca sugli avambracci, nonostante la mia mano sembri andare a fuoco come un pezzo di legno in una brace ardente.
Posso leggere nei suoi occhi la domanda: "A che gioco stai giocando?", mentre stringe così tanto le mie dita che ho paura che me le stacchi.
Gli sono quasi grata per non aver detto o fatto nulla, ma mi limito ad allontanarmi di un passo e a staccarmi da lui con un piccolo strattone alla mano. Distolgo lo sguardo e lo punto all'erba che calpestiamo, troppo imbarazzata dalla situazione per guardare in faccia chiunque.
Avverto l'occhiata curiosa di Chanel su di me ma non la ricambio. Non saprei cosa dirle, e ho paura che capisca cosa non vada. È diventata incredibilmente brava a leggermi, come se avessi delle didascalie appiccicate sul petto che solo lei vede.
«Non sapevo che saresti arrivato subito», sento esclamare in inglese da Edinson, il quale dà una pacca sulla spalla all'altro attaccante prima di abbracciarlo. L'accento spagnolo dell'uomo attira la mia attenzione, perciò sollevo solo di poco lo sguardo sull'abbraccio dei due.
Il brasiliano sorride calorosamente ricambiando la pacca di Edison sulla schiena. «Ho preso il primo volo, avevo voglia di vedere Kevin», replica tirando un pugno affettuoso al portiere che alza gli occhi al cielo divertito.
Come quando nei film il sottofondo si ovatta all'improvviso perché il protagonista si astrae dal mondo reale, io ora non mi sento qui.
Non mi sembra di essere a Clichy con i miei amici, ma mi sento come in una bolla fluttuante, con tappi nelle orecchie che mi isolano dal mondo intero. Il mio corpo è davanti a Neymar, ma la mia testa non lo è. Non riesco a pensare a nulla, ho soltanto paura che quando la bolla svanirà io finisca a culo per terra in una marea di difficoltà.
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Euphoria {Neymar}
FanfictionSan Paolo, 2013. Rayane prende un volo intercontinentale verso la sconosciuta Europa, alle spalle un'adolescenza da accantonare e davanti a sé un nuovo, libero e affascinante mondo. Parigi, 2017. Rayane esce di fretta dalla sede Renault per andare a...